L’arte di starsene a casa

interviste al tempo della Covid-19 — diciannovesima puntata

In occasione di queste giornate di ritiro domestico forzato, noi di Frizzifrizzi abbiamo pensato di pubblicare una serie di piccole interviste a professionisti e artisti che stimiamo per dare ai nostri lettori un po’ di potenziali consigli per tirare fuori qualcosa di buono da questo periodo buio (e poi perché, semplicemente, siamo curiosi).

In ogni puntata daremo parola a diverse persone.
Le domande sono uguali per tutti.
Gli ospiti di questa diciannovesima puntata sono: Oscar “Odd” Diodoro, Elisa Seitzinger, Mattia Salvia, Amalia Mora e Marcello Iannotta.

Oscar “Odd” Diodoro

odd-house.com
@oscar_odd
facebook.com/itsoddbutilikeit

Oscar “Odd” Diodoro è un illustratore e visual artist italiano. Ha iniziato lavorando in un’agenzia di comunicazione e adesso è un freelancer che lavora sia per progetti commerciali che personali.
I suoi lavori sono stati esposti in gallerie ed eventi a livello internazionale, in città come Roma, Milano, Torino, Verona, Treviso, Los Angeles, New York, Parigi e Pechino.
Tra i suoi clienti ci sono: Warner Bros., Adobe, Paolo Fresu, Selle Royal, SMART Italia, Newton Compton Editori, Usborne Publishing UK, EURAC Research.
Ama giocare con forme geometriche e colori per creare illustrazioni e pattern.

Dove vivi?

Bolzano.

Che lavoro fai?

Illustratore e visual artist.

Com’è cambiato il tuo lavoro da quando devi svolgerlo da casa?

In realtà poco, sono abituato a lavorare da casa dove ho un mio studio.
La cosa che è cambiata è lo stato mentale sicuramente influenzato dal momento che stiamo vivendo ma per fortuna per ora il lavoro non è diminuito sensibilmente anche perché ci sono lavori partiti prima e questo mi tiene occupato.

Con chi sei in casa?

Con la mia famiglia, ovvero la mia compagna e due bimbi (percepiti 100) di 8 e 5 anni.

Cosa fai in questi giorni di reclusione casalinga forzata?

Cerco di creare una routine che poi cerco di non rispettare, per tenere vivo uno spirito ribelle. A parte gli scherzi, i bambini aiutano ad avere un minimo di organizzazione, quindi se non lavoro alle mie cose cerco di passare del tempo con loro.
Si fa un po’ di esercizi fisici, o meglio, mi costringono a farli, si ascolta musica, si guarda un po’ di televisione (forse troppa), si fanno i compiti, si fa da mangiare e si cerca di non impazzire più del normale.
La sera quando i bambini vanno a letto si brinda, spesso con amici in videochat. Sta quasi diventando un’anormale normalità.

Stai usando o hai pensato di usare questo strano periodo come occasione per fare qualcosa che non avevi avuto modo o tempo di fare?

Mi sto prendendo del tempo per riorganizzare il lavoro, sistemo il mio sito e pianifico i prossimi mesi.
Sto riprendendo anche un po’ in mano l’animazione delle mie illustrazioni, vediamo se porterà a qualcosa di concreto.

Qual è il posto che ti manca di più?

Il bar.
Poi tutta un’altra serie di posti, ma il bar in questo momento mi sta mancando particolarmente.

Qualche consiglio per letture, visioni o attività per ammazzare il tempo?

Ho ripreso in mano vecchie serie TV come Colombo, Ralph supermaxieroe, o film vecchi della Disney ora che hanno lanciato la loro piattaforma di streaming.
Con i bambini abbiamo rispolverato la Nintendo Wii e alla fine della clausura saremo pronti per il Roland Garros.

Elisa Seitzinger

elisaseitzinger.com
@elisaseitzinger

Vincitrice del Premio Illustri 2018 – categoria Design e selezionata all’omonimo Festival nel 2019, Elisa Seitzinger ha esposto in numerose gallerie in Italia e all’estero, lavora come illustratrice, artista visiva e docente di morfologia e dinamica dell’immagine allo IED di Torino.
Il suo percorso, ispirato ai codici stilistici dell’arte classica, medievale e metafisica, parte sempre dal disegno a china, inseguendo una bidimensionalità e una staticità dalla forte carica simbolica.
Tra i suoi clienti: La Repubblica, L’Espresso, Il Sole 24ore, Rolling Stone, RAI, BBC, National Geographic, Warner Music Group, Spotify, Taschen, Fandango, Barilla, Vantguard, Etro, Kristina Ti.

Dove vivi?

A Torino, in San Salvario (il quartiere della “movida” ormai deserto) e vicinissima al Valentino, il parco più bello della città e al Po, che non vedo da quasi un mese, assurdo.

Che lavoro fai?

L’illustratrice, quando riesco l’artista e insegno.

Com’è cambiato il tuo lavoro da quando devi svolgerlo da casa?

Prima stavo in uno studio pieno di amici di vecchia data, anche loro artisti visivi, in un quartiere dall’altra parte del centro della città.
La mia routine è sempre stata andare a piedi in studio con la pioggia, la neve o il sole cocente, mezz’ora andare e mezz’ora tornare, fermandomi magari in qualche caffè storico a fare colazione, pranzo con gli amici colleghi, in questo periodo spesso lungo il fiume a prendere il primo caldo.
Lavoravo tanto, troppo, non succedeva quasi mai che mi alzassi dalla mia scrivania prima delle sette di sera. Ora lavoro di notte (e il fine settimana), dopo cena, fino a quando non crollo, perché di giorno riesco a fare poche ore. La mia bimba di quattro anni richiede attenzioni, come tutti i bambini, e il mio compagno gestisce uno studio di dodici persone in smart-working, quindi è meno flessibile sugli orari.

Con chi sei in casa?

Siamo io, Tommaso, il mio compagno, Anna Stella, la nostra bimba di quattro anni e la gatta Rita.

Cosa fai in questi giorni di reclusione casalinga forzata?

Colazione e pranzo sul balcone, gioco tantissimo a lego, Barbie, pongo, leggo un sacco di libri per bambini e quando ho la voce stanca passo agli audiolibri, insegno scrittura in stampatello e a leggere sillabando, mentre il mio compagno si occupa di bici senza rotelle.
Cucino, come molti ho riscoperto il piacere di cucinare, ma senza esagerare… faccio pilates su Zoom e altri esercizi per conto mio, giri dell’isolato (ma uscire così mi fa solo apprezzare di più stare in casa), disegno mentre ascolto musica come sempre, faccio un sacco di aperitivi alcolici con amici su ogni possibile piattaforma di chat… alcuni mi sembra di sentirli più adesso di prima.
Progetto il futuro prossimo e remoto con il mio compagno cercando di figurarci nuovi possibili scenari.

Stai usando o hai pensato di usare questo strano periodo come occasione per fare qualcosa che non avevi avuto modo o tempo di fare?

Sì, ma piccole cose come accarezzare di più il gatto, preparare delle torte, sforzarmi di pianificare di più i social, mettermi la crema idratante, spolverare le foglie del ficus, disegnare la copertina del libro di mia mamma… ahahah!
E a parte questo sto cercando di focalizzare quello che non voglio più tornare a essere.

Qual è il posto che ti manca di più?

La nostra casa in montagna a Macugnaga, ai piedi del Monte Rosa, parete est. Avevamo deciso di ristrutturarla appena prima che succedesse la pandemia, per fortuna non avevamo dato ancora via ai lavori, sarebbe dovuta essere pronta per l’estate.
E poi poter uscire dalla città il fine settimana, non importa dove.
Forse solo questo mi manca davvero, oltre a qualche abbraccio vero.

Qualche consiglio per letture, visioni o attività per ammazzare il tempo?

Non ho così tanto tempo libero da ammazzare, per natura non sono un’artista dell’ozio.
Le ultime serie che ho visto sono state Watchman, Fleabag, The new Pope, Tiger King… mi sento di consigliarvele tutte.

Libri: ho rispolverato Orlando di Virginia Woolf perché sto facendo un dittico sul Furioso e su quello della Woolf (per l’Ariosto sono ricorsa ad alcuni brani, non me la sentivo di affrontarlo tutto), Storia del buio, un bel saggio sulla storia del “lato oscuro” in varie epoche e culture, poi Febbre di Jonathan Bazzi, candidato al Premio Strega, si legge in un attimo ed è un piccolo capolavoro, Incanto di Michele Bellone, illustrato da me, se vi piacciono il fantasy, la fantascienza e i retroscena scientifici.
E poi siccome la mia libreria esplode di cataloghi d’arte che non avevo mai tempo di sfogliare, ora mi ci immergo con piacere.

Mattia Salvia

@iconografiexxi

Mattia Salvia è editor di Rolling Stone, è stato editor di VICE Italia e gestisce il progetto Iconografie/Centro Studi sul XXI secolo.

Dove vivi?

A Milano da sempre.

Che lavoro fai?

Sono editor della sezione Politica di Rolling Stone, prima lavoravo a VICE Italia dove ero Junior Editor.

Com’è cambiato il tuo lavoro da quando devi svolgerlo da casa?

Non è cambiato tanto visto che essenzialmente si tratta di battere dei tasti su un computer. Diciamo che a casa non ho più orari fissi e riesco ancora meno a staccare rispetto a prima, e in più dato che per lavoro mi occupo di attualità devo seguire perennemente le notizie sul coronavirus, che non aiuta da un punto di vista di sanità mentale.

Con chi sei in casa?

Con la mia compagna e il gatto.

Cosa fai in questi giorni di reclusione casalinga forzata?

Mi alzo all’ora solita, lavoro fino a pranzo, cucino, pranzo, lavoro fino a cena, ceno. Ovviamente “lavoro” vuol dire che o ho cose da fare specifiche di lavoro oppure tengo una parte della mia testa concentrata sulla possibilità che abbia cose da fare di lavoro mentre faccio altro.

Stai usando o hai pensato di usare questo strano periodo come occasione per fare qualcosa che non avevi avuto modo o tempo di fare?

Ho provato all’inizio a usarlo per leggere più di quanto non facessi già prima ma è durato una settimana circa, poi la stanchezza e la fatica mentale dovuta al periodo hanno preso il sopravvento rendendo sempre più difficile concentrarsi. Quindi in pratica no, sto sprecando molto più il tempo rispetto a prima.

Qual è il posto che ti manca di più?

Paradossalmente la Cina: continuo a ripensare al viaggio zaino in spalla di un mese che ho fatto lì quest’estate (passando brevemente anche da Wuhan, anche se in treno) e mi manca a livelli ossessivi. Spero di tornarci appena sarà finita.

Qualche consiglio per letture, visioni o attività per ammazzare il tempo?

In quanto persona che legge solo saggistica non sono il più adatto a dare consigli di lettura per questo periodo in cui la saggistica è impossibile da leggere. Quindi consiglierò la mia unica attività extralavorativa di questi giorni, ossia l’ascolto prolungato di questo medley di 3 ore e 30 di sole canzoni maoiste su YouTube con una bellissima grafica di Mao effetto ipnorospo di Futurama.

Amalia Mora

amaliamora.com
@amaliamora82
facebook.com/amaliamorablog/

È un’illustratrice e graphic designer con base a Bologna, Italia.
Si è diplomata in Pittura all’Accademia di Belle Arti di Bologna e Art Direction presso Noetica scuola di Graphic Design.
Collabora con case editrici, riviste e agenzie di comunicazione. Tra i suoi clienti ci sono Barilla, Einaudi ragazzi, Mondadori, Hop! Edizioni, Clementoni, Edizioni EL e Eli Edizioni.
Ha partecipato a diverse mostre collettive e esposizioni personali in Italia e all’estero.

Dove vivi?

Bologna.

Che lavoro fai?

Illustratrice.

Com’è cambiato il tuo lavoro da quando devi svolgerlo da casa?

A livello pratico non è cambiato quasi nulla perché normalmente lavoro da casa. Naturalmente però le sensazioni suscitate dalla consapevolezza di non potersi allontanare non sono piacevoli.

Con chi sei in casa?

Con mia figlia Olivia di due anni e il mio compagno Lorenzo.

Cosa fai in questi giorni di reclusione casalinga forzata?

In questo periodo ho una consegna imminente quindi cerco di lavorare il più possibile, organizzando il tempo in base agli impegni lavorativi del mio compagno e sfruttando il più possibile i pisolini di Olivia!

Stai usando o hai pensato di usare questo strano periodo come occasione per fare qualcosa che non avevi avuto modo o tempo di fare?

Trascorro più tempo con Olivia che di solito durante il giorno è al nido, trovando nuovi modi di stare assieme a lei. E il bidone della biancheria sporca è finalmente vuoto!

Qual è il posto che ti manca di più?

Ultimamente ho una forte attrazione per i parchi e gli spazi ampi, la luce.
La casa mi piace e mi piace abitarla, chi mi conosce sa quanto mi piaccia.

Qualche consiglio per letture, visioni o attività per ammazzare il tempo?

Si, due film molto belli che ho visto di recente: Il tempo dei cavalli ubriachi di Bahman Ghobadi e Rompecabezas di Natalia Smirnoff.

Marcello Iannotta

flickr.com/photos/marcelloiannotta
Happy, when it rains

È nato alla fine degli anni ’70 a Frosinone, dove vive. Diplomato in chitarra al Conservatorio e laureato in Filosofia, insegna strumento alle scuole medie.
È da sempre appassionato di fotografia, musica (ha una band da 10 anni) e cinema.

Dove vivi?

Vivo a Frosinone, un piccolo capoluogo di provincia laziale, recentemente noto per gli exploit calcistici. Abbiamo pochi casi confermati di contagio, per fortuna; l’ospedale della città è stato destinato all’emergenza ed è diventato il bacino di raccolta di tutta la provincia. La popolazione, fifona e abbastanza disciplinata, si sta comportando bene in merito alle restrizioni; ci sono diversi soggetti che gironzolano, me compreso, a volte, ma dalle 18 regna il deserto.

Che lavoro fai?

Insegno chitarra in un Istituto Comprensivo a Ceccano, un paese qui vicino.

Com’è cambiato il tuo lavoro da quando devi svolgerlo da casa?

Dal 4 Marzo, con la chiusura delle scuole, tutti i docenti sono impegnati nella didattica a distanza, che non era stata mai sperimentata finora e che quindi è oggetto di caotici confronti e controversie telematiche.
Fin dall’inizio ho cercato un rapporto quotidiano e costante con i ragazzi, attraverso lo scambio di materiali e di spiegazioni a mezzo audio e video. Sarebbe interessante analizzare, più che le potenzialità didattiche dei mezzi tecnologici a distanza, quelle comunicative; è stata evidente ad esempio l’evoluzione degli umori dei ragazzi, nel mio caso di età dai 10 ai 14 anni, dall’iniziale eccitazione per la situazione diversa, fino alle ansie, alle paure e alla noia, vero nemico da combattere.

Con chi sei in casa?

Vivo in simbiosi con Giulia e il dispettoso gatto Mimmo, che a volte potrebbero sembrare due rompiscatole ma in realtà sono necessari al mio “nutrimento” fisico e spirituale.

Cosa fai in questi giorni di reclusione casalinga forzata?

All’inizio la disorganizzazione ha regnato sovrana. Ora mi alterno tra le ore della didattica a distanza, le faccende domestiche, che consistono principalmente nel togliere peli di felino sparsi ovunque, lo studio, la musica, un po’ di attività fisica, film, videogiochi, lo sviluppo e la scansione di negativi fotografici.

Stai usando o hai pensato di usare questo strano periodo come occasione per fare qualcosa che non avevi avuto modo o tempo di fare?

Faccio parte di un piccolo gruppo di fotografia analogica insieme a Giulia Galeno, Angela M. Convertini e Giacomo Tiberia e abbiamo alcuni rullini arretrati da sviluppare e scansionare (la stampa per ora è impossibile perché la camera oscura è troppo distante da casa).
Questo “strano periodo” è quindi piombato come un serbatoio di ore. Nonostante la segregazione, si è consolidata l’idea che sia importante mantenere un sistema in cui cooperare condividendo passioni, finalità, metodologie e criteri.

Qual è il posto che ti manca di più?

Il “Posto delle fragole”…! Citazione a parte, mi mancano la sala prove, il mare e i concerti.

Qualche consiglio per letture, visioni o attività per ammazzare il tempo?

Mi sento di consigliare due letture in ambito fotografico: L’infinito istante di Geoff Dyer, in cui l’autore accosta in modo illuminante nello spazio e nel tempo temi, soggetti e motivi ricorrenti nella Storia della Fotografia e Capire una fotografia di John Berger, per scoprire quante cose è possibile cogliere dietro o dentro uno scatto.

A chi ha nostalgia degli spazi aperti (credo quasi tutti), consiglio di procurarsi American Prospects di Joel Sternfeld.

Per quanto riguarda le visioni, sarebbe divertente crearsi un bel percorso di film catastrofici e/o apocalittici e/o horror per esorcizzare quello che sta succedendo. Due film però mi hanno colpito pur non trattando di epidemie: Gli uomini d’oro di Vittorio Alfieri, una rapina con un Fabio de Luigi inedito e cattivissimo, e L’uomo del Labirinto, di Donato Carrisi, un noir allucinato e lisergico.

In copertina: “Fruit farmer’s wife in her living room. Placer County, California”, di Lee Russell, 1940 (fonte: digitalcollections.nypl.org) | elaborazione grafica: Frizzifrizzi.

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