Su questa verde terra, l’esperienza più significativa che puoi avere è anche tra le più dolorose. Nonostante abbia sempre mostrato disgusto per la questione, la verità è che spesso fantastico di essere mangiato vivo.
Alla fine saremo tutti consumati dalle malattie, dai vermi e dal suolo. Ma essere divorati da un nemico… Sarebbe un transfert del più alto livello. Essere morso, spezzato, digerito. L’uno assorbito dall’altro — senza spreco alcuno.
È un atto di generosità rinunciare alla propria vita per la sopravvivenza di qualcun altro.
Ho paura. Voglio vivere. Voglio procreare e pascolare.
Ciascuno di noi ha accettato il dono della vita. E una vita di piacere deve finire nel dolore.
A parlare è un gallo. Un bel gallo bianco che si aggira, insieme a una gallina, tra le tombe di un cimitero.
Seppure ormai conosciamo bene l’intelligenza dei gallinacei, il monologo esistenzialista — recitato (e opportunamente sottotitolato) tra crocchi, starnazzi, becchettii e razzolii — appare dapprima inaspettato, ma proprio mentre ci si accomoda nell’aspettativa di una certa comicità surreale, ecco che si insinua quel senso di disagio tipico del weird («Il weird è ciò che è fuori posto, ciò che non torna. Il weird apporta al familiare qualcosa che normalmente si trova al di fuori di esso», ci insegna Mark Fisher), disagio alimentato da un senso di inquietante attesa che raggiunge l’apice nei fugaci sguardi — del gallo, ma anche i nostri — al di là dei cespugli. Quelle inquadrature su un nulla pieno di potenziali orrori in agguato, è quanto di più spaventoso abbia visto da diverso tempo a questa parte.
Realizzato con la tecnica del rotoscopio, che consiste nel ricalcare foto o filmati, Dust Bath è un corto firmato da Seth A Smith, regista canadese diventato un nome di culto per chi ama l’horror contemporaneo, grazie alla sua opera prima Lowlife e soprattutto a The Crescent (mentre Tin Can, il suo ultimo film sta girando per festival ma non è ancora uscito al cinema: parla di una parassitologa e di una pandemia fungina. Per la cronaca: è stato scritto e girato pre-Covid).



