MagazWine: la prima rivista che si beve

Quello tra vino e letteratura è sempre stato un rapporto molto stretto, l’uno rappresentando per l’altra un soggetto, una fonte di ispirazione, un “utensile creativo” (dai poeti maledetti a Bukowski, solo per citare un paio di esempi evidenti in quella che potrebbe essere una lunghissima lista di penne che funzionavano alla grande sotto i fumi dell’alcool) o, più semplicemente, il materiale d’innesco di eventi da narrare.
Quante storie abbiamo raccontato o sentito raccontare davanti a un bicchiere di vino? Quante ne abbiamo immaginate? Quante vissute?
Di sicuro però non capita spesso di leggerne su di una bottiglia di vino. E sta proprio qui la particolarità di MagazWine, che è, di fatto, sia «la prima rivista che si beve» sia «il primo vino che si legge», come recita il sito del progetto.

MagazWine n.1
(courtesy: MagazWine / design-associati

Ideato da design-associati — agenzia di comunicazione di base a Mogliano Veneto, già autrice di molte iniziative ad alto tasso alcolico di sperimentazione — e dal suo art director Ariel Brandolini, il format è interessante non solo per il concetto in sé e per lo straordinario risultato, ma soprattutto per lo spirito (in tutto i sensi, trattandosi di vino): quello di MagazWine, esattamente come la ritualità che sta attorno allo “sbocciare” bottiglie, è improntato all’incontrarsi e al condividere.

Ogni numero di questa rivista sui generis, infatti, è frutto di un lavoro di gruppo, che mette insieme — oltre a design-associati — un autore o un’autrice, una fonderia tipografica, una tipografia e ovviamente, per la materia prima, un’azienda viti-vinicola del territorio.
«Per prima cosa esploreremo la scrittura, alla ricerca di nuovi racconti brevi ma di grande intensità» spiegano dall’agenzia. «Poi, senza dimenticare la nostra costante ricerca di caratteri tipografici, ci metteremo a caccia delle più importanti fonderie italiane di caratteri digitali. Importantissimo il dialogo con gli stampatori perché dalla loro conoscenza dipendono il supporto e la scelta della tecnica giusta per la materializzazione del progetto. Per ultimo, ma non meno importante, coinvolgeremo cantine vitivinicole di prestigio che, attraverso i loro prodotti, racconteranno uno spaccato del territorio e della storia dell’azienda».

MagazWine n.1
(courtesy: MagazWine / design-associati

Su un’unica etichetta, dunque, convivono talenti, competenze, passioni e storie.
Nel primo numero, ad esempio, il racconto — scritto dallo stesso Brandolini e intitolato Viaggi — si divide lo spazio con un colophon in cui appaiono oltre 10 caratteri tipografici, tutti quanti prodotti dalla fonderia tipografica fiorentina Zetafonts, su un’etichetta, stampata da Tipografia Unione di Vicenza su carta Fedrigoni Tintoretto Gesso da 95 gr., che avvolge un Cabernet Sauvignon del 2019 dell’azienda agricola Loredan Gasparini di Venegazzù, alle pendici del Montello, in provincia di Treviso.

L’esito di questo grande brindisi di gruppo è una preziosa bottiglia in edizione limitata, che si acquista online, da aprire e gustare in compagnia e poi da tenere da parte, magari in libreria, proprio come si farebbe con un magazine.
E l’idea, racconta Brandolini, è quella di coinvolgere ogni volta realtà differenti, così da creare, intorno al buon bere e alla passione per il progetto grafico e tipografico, una rete virtuosa di connessioni.

MagazWine n.1
(courtesy: MagazWine / design-associati
MagazWine n.1
(courtesy: MagazWine / design-associati
MagazWine n.1
(courtesy: MagazWine / design-associati
MagazWine n.1
(courtesy: MagazWine / design-associati
MagazWine n.1
(courtesy: MagazWine / design-associati
MagazWine n.1
(courtesy: MagazWine / design-associati
MagazWine n.1
(courtesy: MagazWine / design-associati
MagazWine n.1
(courtesy: MagazWine / design-associati
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(courtesy: MagazWine / design-associati
MagazWine n.1
(courtesy: MagazWine / design-associati
MagazWine n.1
(courtesy: MagazWine / design-associati
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