Tra le botteghe storiche fiorentine, quella dei Fratelli Peruzzi, specializzata in argenteria, ha un posto speciale sia dal punto di vista geografico-logistico (il negozio sta — ed è sempre stato — sul Ponte Vecchio, ed è anche l’unico, tra le tante vetrine di orafi e argentieri una in fila all’altra, ad avere il laboratorio annesso) sia per la sua storia, iniziata nel 1860, quando Giuseppe Peruzzi e sua moglie Giulia aprirono l’attività, per poi passare le redini ai figli Gustavo, Guglielmo, Gino e Gastone e alla figlia Guglielmina (la G, come vedremo, sarà una costante nell’epopea della famiglia).
Tre di loro — Gino, Gastone e Guglielmina — nel 1910 attraversarono l’Atlantico e arrivarono negli Stati Uniti, più precisamente a Boston, dove aprirono una succursale in Boylston Street, oggi tristemente nota per l’attentato del 2013 durante la celebre maratona che attraversa la città.
L’insegna recitava: Fratelli Peruzzi Silversmiths.
La piccola azienda, divisa tra Vecchio e Nuovo Mondo, continuò a lavorare per decenni, riuscendo a superare guerre mondiali, crisi economiche e, nella parte fiorentina, anche la grande inondazione del ’66.
L’esperienza americana si concluse nel ’73, ma ormai sul Ponte Vecchio avevano fatto in tempo ad arrivare, da oltreoceano, gusti e ispirazioni internazionali, delle quali fece tesoro la terza generazione dei Peruzzi, rappresentata da Gilberto e Gino, che presero in mano l’attività nel 1982, portandola a raggiungere una fama che si spinge ben oltre i confini fiorentini e quelli italiani.

(courtesy: Archivio Fratelli Peruzzi)
Oggi, dopo ben 163 anni, c’è ancora una Peruzzi dietro la vetrina del negozio: ovviamente anche lei ha un nome che inizia per G, Gianna, quarta generazione, e guida la Fratelli Peruzzi insieme a sua cognata Laura Giannoni Peruzzi.

Inchiostro e acquerello su cartoncino, anni ’10 del Novecento
(courtesy: Archivio Fratelli Peruzzi)
Nel corso di questa lunga storia, la varie generazioni con la G hanno intelligentemente conservato fotografie, documenti e disegni, creando un vero e proprio archivio, l’Archivio Fratelli Peruzzi, ora protagonista di un bel volume — Gioielli a Firenze — che raccoglie parte di quel preziosissimo materiale.
Curato dalla storica del gioiello e critica del gioiello contemporaneo Bianca Cappello, e pubblicato dalla casa editrice livornese Sillabe, il volume, in doppia lingua italiano-inglese, racconta l’affascinante saga dei Peruzzi e ricostruisce la storia dell’oreficeria fiorentina nel contesto italiano e internazionale dall’800 a oggi.
Corredato da una introduzione firmata dalla docente di Storia dell’Arte Moderna e di Storia delle Arti Applicate e dell’Oreficeria Dora Liscia Bemporad, il libro porta alla luce oltre 300 immagini.
«Ci sono storie che non si possono conservare in soffitta, per questo ho voluto che tutto il materiale documentario dell’attività della Fratelli Peruzzi venisse studiato e valorizzato. Così, uscendo dal suo scrigno, potrà essere conservato per sempre nella memoria di tutti» ha dichiarato Giannoni Peruzzi, che presenterà l’opera il prossimo 30 marzo, alle 18.00, presso la Cattedrale dell’Immagine, spazio espositivo in piazza Santo Stefano al Ponte 5, a Firenze, insieme all’autrice Bianca Cappello, al presidente di Fondazione CR Firenze e vicepresidente dell’Associazione di Fondazioni e di Casse di Risparmio Luigi Salvadori (anche autore della prefazione di Gioielli a Firenze), alla professoressa Dora Liscia Bemporad e alla giornalista Lucia Lunghini Viani.
Bianca Cappello
Gioielli a Firenze
Archivio Fratelli Peruzzi 1880-1970
Sillabe, 2023
237 pagine, brossurato e cartonato


(courtesy: Archivio Fratelli Peruzzi)

(courtesy: Archivio Fratelli Peruzzi)

(courtesy: Archivio Fratelli Peruzzi)

(courtesy: Archivio Fratelli Peruzzi)

(foto: Valentina Braschi | courtesy: Archivio Fratelli Peruzzi)

(courtesy: Archivio Fratelli Peruzzi)

(courtesy: Archivio Fratelli Peruzzi)

(courtesy: Archivio Fratelli Peruzzi)