Com’è noto, tra il ‘700 e l’800 (ma ci sono anche esempi anteriori e posteriori) l’Italia fu la meta prediletta dei giovani aristocratici e alto-borghesi europei, soprattutto artisti, scrittori, musicisti, che giravano il paese visitandone le antichità, studiando le opere d’arte, vivendo avventure, immergendosi nell’esotismo (per loro, che venivano dall’Europa centrale e settentrionale) della vita quotidiana.
Il fenomeno, conosciuto come Grand Tour — l’espressione la coniò il prete e viaggiatore inglese Richard Lassels, che la usò nella sua guida The Voyage of Italy, pubblicata nel 1670 — coinvolse grandi nomi come Goethe, Keats, Byron, Stendhal, Mary e Percy Shelley, Ruskin, Corot, Talbot, Bizet, Debussy, Mann, che durante i loro viaggi scrissero lettere e libri, dipinsero opere, composero musica, presero ispirazione per lavori successivi (a tal proposito, consiglio di seguire la meravigliosa e informatissima newsletter Viaggio in Italia dell’illustratore, fumettista e giornalista Pietro Scarnera).

(fonte: artvee.com)
Tra coloro che si imbarcarono nel Grand Tour ci fu anche l’architetto Friedrich Maximilian Hessemer.
Figlio del responsabile per l’edilizia della regione dell’Assia, Hessemer nacque a Darmstadt, vicino a Francoforte, nel 1800. Ad appena 15 anni entrò alla scuola militare, per poi studiare scienze e filosofia all’università, specializzandosi infine in architettura.
Nel 1827 giunse in Italia, dove rimase per due anni, per poi raggiungere l’Egitto, dove, su commissione di un lord inglese, Henry Gally Knight, documentò con numerosi disegni l’architettura e l’arte araba, proseguendo tale progetto anche a Malta, in Sicilia (del suo soggiorno sull’isola — che definì «il puntino sulla i dell’Italia, il resto mi par soltanto un gambo posto a sorreggere un simil fiore» — scrisse molto e le sue lettere sono state pubblicate da Sellerio nel volumetto Lettere dalla Sicilia, dove) e, abbracciando pure i motivi ornamentali non islamici, nel resto d’Italia.
Nel 1942, quando ormai lavorava come insegnante presso la Städelschule di Francoforte (scuola d’arte della quale diventò poi direttore, rimanendovi fino al 1860, anno in cui morì), pubblicò quei disegni in un libro: Arabische und Alt-italienische Bau-Verzierungen, cioè “Decorazioni di edifici arabi e italiani antichi”.
Ricchissimo di illustrazioni, il volume si può sfogliare integralmente qui, mentre su Artvee si trovano le tavole da scaricare gratuitamente.

Tavola tratta da “Arabische und Alt-italienische Bau-Verzierungen”, di Friedrich Maximilian Hessemer, 1842
(fonte: artvee.com)

Tavola tratta da “Arabische und Alt-italienische Bau-Verzierungen”, di Friedrich Maximilian Hessemer, 1842
(fonte: artvee.com)

Tavola tratta da “Arabische und Alt-italienische Bau-Verzierungen”, di Friedrich Maximilian Hessemer, 1842
(fonte: artvee.com)

Tavola tratta da “Arabische und Alt-italienische Bau-Verzierungen”, di Friedrich Maximilian Hessemer, 1842
(fonte: artvee.com)