Sveglia, controllare le notizie, controllare i social, sfogliare i siti preferiti durante il caffè, ascoltare un podcast durante la doccia, uscire di casa e prendere la metro, l’autobus, la macchina, strisciare abbonamenti, convalidare biglietti, presentare badge, pagare il parcheggio con un’app, usare la bici del bike sharing, ordinare il pranzo dallo smartphone, prenotare la fila alla posta, controllare il bonifico dal telefono: fino a qualche decennio fa non bastava una vita per fornire tante informazioni quante sono quelle che più o meno consapevolmente ne lasciamo ora nell’arco di appena una mattinata.
Da produci consuma crepa a produci rivela-ciò-che-consumi condividi-la-tua-posizione crepa.
Ma tutta questa mole di dati, opportunamente organizzata, elaborata e processata, non serve solo a vendere, controllare, esercitare il potere ed emarginare chi rimane fuori dai “pattern” comportamentali ritenuti accettabili. Racconta anche chi siamo — come singoli e come società. «Ci permette di tracciare come mai prima d’ora i contorni della nostra umanità, rendendola di fatto un’umanità potenziata, aumentata», spiegano i curatori di una mostra che, attraverso opere d’arte e di information design, prova a fotografare il vivere contemporaneo e le sue dinamiche, i desideri, le paure, le relazioni, il rapporto con il corpo, con le tecnologie, con il sesso, tentando al contempo di invitare a pensare a come ridisegnare il futuro.
Intitolata appunto Umanità aumentata, identità contemporanee tra dati e rappresentazione, l’esposizione, a cura di Marco Ruffino e Wild Mazzini (la prima galleria d’arte dedicata all’information design — ne abbiamo parlato qui), raccoglie le opere di Giorgia Lupi e Stefanie Posavec, Valentina D’Efilippo, Daniel Eatock, Suzanne Treister, Peter Ørntoft, Adolfo Arranz, Paweł Marcinkowski, Sara Lenzi, e del DensityDesign Lab del Politecnico di Torino, oltre a un’installazione realizzata ad hoc, un Oracolo infografico che pone domande al pubblico e cambia in base alle risposte.
Inaugurata lo scorso 7 giugno, la mostra è allestita presso il Circolo del Design di Torino.