c-r-u-d è uno studio di comunicazione di base a Milano fondato da Daniela Rossi, designer napoletana specializzata in strategie visive.
Ebbi modo di conoscere alcuni dei componenti dello studio ormai tre anni fa, quando a Fruit, il festival delle autoproduzioni editoriali che si tiene a Bologna, presentarono il loro progetto Tacquino (scritto proprio così, col cq, “da errore rosso”, come dicono i c-r-u-d-isti).
All’epoca Tacquino consisteva in una serie di blocchi note in edizione limitata e fatti a mano con carte dai formati, dalle grammature, dalle consistenze differenti, in cui oltre alle pagine bianche d’ordinanza c’erano le tracce di alcuni “azioni urbane” realizzate da c-r-u-d nel proprio quartiere, Isola.
Azioni che, tre anni dopo, continuano ad essere parte integrante dell’agenda dello studio, attraverso un’associazione culturale nata parallelamente: A place where.
Tacquino, invece, col tempo si è trasformato in un’iniziativa ad alto tasso di meraviglia, visto che fin dal dicembre del 2014 c-r-u-d ha cominciato a spedire i blocchi in formato A5, scegliendo come destinatari persone interessanti e tra loro sconosciute, chiedendo a ciascuno di—cito letteralmente l’invito ricevuto dai selezionati—“prendersi del tempo” e di fermarlo nell’A5, per poi spedirlo indietro.
Mica facile fermare il tempo! E farlo su carta, poi, quando ci siamo pian piano abituati a fissare ogni istante (cruciale o banale, indistintamente—e sta qui sia la tragedia che il fascino di questa rivoluzione in termini di narrazione) su un social network, ricevendo un riscontro immediato, un “voto” fatto di cuoricini, pollicioni in su, faccine… Riscontro che è poi anche il metro che erroneamente usiamo per misurare il nostro talento e quello altrui, quando invece misura la nostra capacità di PR (che però a sua volta può essere un talento) e quella di produrre contenuti “furbi”, cioè concepiti proprio per piacere al “pubblico”.
Ma torniamo a c-r-u-d e ai Tacquini.
L’intento del progetto è di mettere in mostra i Tacquini scritti/disegnati (e non solo: il limite, in questo caso, era davvero soltanto fisico: carta, formato, spazio; per il resto, totale libertà) e realizzare un catalogo.
Sono stati 81 gli inviti, 61 le risposte e se alcuni dei quaderni sono ancora in viaggio, molti sono già esposti presso la sede di c-r-u-d, che attorno alla mostra—inaugurata lo scorso 25 maggio e in esposizione fino al 30 giugno 2016—ha organizzato tutta una serie di appuntamenti. Una vera e propria programmazione che prevede:
16 giugno | 21,30
via Cola Montano 13, Milano
cinema | proiezione del documentario di Alina Marazzi (regista che ha a sua volta ricevuto il suo Tacquino) Vogliamo anche le rose
23 giugno | 21,30
via Cola Montano 13, Milano
musica | live show di Gino Lucente + visual di Alessandro Di Giampietro
30 giugno | 19,00
angolo tra via Cola Montano e via Pepe, Milano
festa (fuori dalla sede di c-r-u-d) | gli A5 sosteranno in prossimità del belvedere e saranno esposti da Caterina von Weiss e Pietro Algranti e diffusi dal quartiere Isola da Pijiama, Numero 9, les pommes, Effi, MOMO, Mi-camera, zona k, Pastrengo Uno, che hanno accettato l’invito
a sostenere l’inizio del “catalogo”. La festa è aperta a tutti. c-r-u-d porta i contenuti.
Chi vuol partecipare porti generi di conforto da consumare insieme guardando il cielo di Milano all’imbrunire…
fino al 30 giugno
via Cola Montano 13, Milano
La mostra dei Tacquini è visibile il mercoledì e il giovedì dalle 17,00 alle 20,00, oppure su appuntamento scrivendo a [email protected]