La copertina del New Yorker non è “solo” una copertina: è un dispositivo culturale, una piattaforma di critica sociale e politica, un balcone affacciato sulla percezione di sé che ha la città e su come essa viene vista da fuori, un osservatorio sulle tendenze nell’ambito dell’illustrazione internazionale e l’equivalente — per il curriculum di illustratrici e illustratori che ne disegnano una — di una medaglia d’oro olimpica.
Con la sua elegante testata e l’illustrazione a tutta pagina, è talmente riconoscibile da rendere futile ogni pur doverosa citazione. Tanto che, quando nel 2013 l’illustratrice francese Aurélie Pollet e il designer Michael Prigent lanciarono The Parisianer, un “magazine immaginario” fatto solo di copertine illustrate su Parigi, il DNA era talmente evidente, in quell’originale omaggio, da portarsi dietro un pezzetto della potenza comunicativa dell’originale e contribuire a rendere un successo planetario il format ideato da Pollet e Prigent, che infatti da allora si è diffuso a ogni latitudine, da Montréal a Barcellona, da Tokyo a Genova e a Palermo.
In Italia il capostipite è stato The Milaneser, nato nel 2020 dall’idea di Lara Aldeghi e Stefano Joker Lionetti, rispettivamente copywriter e art director dello studio creativo milanese Zetalab.
Creato con l’idea di raccontare la città, al contempo promuovendo l’illustrazione italiana (con il supporto dell’Associazione Illustri), il progetto ad oggi ha messo in copertina decine di artiste e artisti, dai grandi nomi ai talenti emergenti. E, soprattutto, ha messo in copertina Milano, le sue luci e le sue ombre, i suoi tic e le sue meraviglie, i suoi monumenti più celebri e i suoi angoli meno conosciuti, i suoi simboli e i suoi eventi, i suoi personaggi e la gente che abita le sue strade, la sua storia e le prospettive (anche fantastiche) per il prossimo futuro.
Ora quelle copertine (che si possono acquistare qui come poster) sono state raccolte in un libro, The Milaneser – La città che stiamo diventando, edito da Edizioni Bonvini.
(courtesy: BiM – dove Bicocca incontra Milano)
(courtesy: BiM – dove Bicocca incontra Milano)
Pubblicato con quattro diverse copertine — i fenicotteri di Villa Invernizzi disegnati da Giordano Poloni, i ballatoi di Chiara Ghigliazza, la Villa Necchi Campiglio di Kevin Niggeler (dove, tra l’altro, il libro è stato presentato pochi giorni fa) e lo studio di Achille Castiglioni di Carlo Stanga — il volume presenta, in oltre 220 pagine, ben 137 illustrazioni, accompagnate dalle loro didascalie, il tutto in doppia lingua italiano/inglese, in un’edizione brossurata con dorso a vista.
A impreziosire l’opera, i testi commissionati ad hoc per il libro a cinque narratrici e narratori d’eccezione — Chiara Alessi, esperta di cultura materiale e design oltre che autrice di libri e podcast, Gianni Biondillo, scrittore e architetto, Giovanna Castiglioni, autrice, raccontastorie e coordinatrice delle attività di archiviazione della Fondazione Achille Castiglioni, Luca Misculin, giornalista e firma di punta de Il Post, e Davide Oldani, pluripremiato chef — che evocano ricordi ed epifanie, tessono connessioni, danno il nome alle cose, raccontano i sapori e l’essenza della “milanesità”, offrendo un ritratto complesso di una città dalle molte anime che sta vivendo un momento particolare, in cui il “modello Milano”, dopo un’ascesa durata quasi un decennio, sembra si sia inceppato.
The Milaneser – La città che stiamo diventando sarà protagonista, il 16 novembre, di una presentazione durante il festival Bookcity Milano, che si terrà presso il progetto di rigenerazione urbana BiM – Dove Bicocca incontra Milano.
Ad ospitare l’evento sarà la C41 Gallery, spazio espositivo della rivista indipendente e casa di produzione creativa C41, che si occuperà di approfondire i temi dell’evoluzione e del cambiamento di Milano insieme ai due fondatori di The Milaneser.
(courtesy: BiM – dove Bicocca incontra Milano)
(courtesy: BiM – dove Bicocca incontra Milano)
