Non che prima mancassero, le tette, negli scatti di Elena Atzori. Giusto un anno fa ero qui a parlare della sua mostra #inkeddolls e di ragazze tatuate e seminude immortalate (o, meglio, dominate) da un punto di vista prettamente maschile/sessita/stereotipato e cioè da sopra, giocando ironicamente sui ruoli.
Ma in questo nuovo libro, anzi il suo primo libro, Elena va dritta al punto. Fin dal titolo: TETTE, a(p)punto.
«Questo libro nasce in una di quelle serate autunnali in cui il tempo sembra sciogliersi dentro una tazza di tè e il sole cala appena dopo mezzogiorno», spiega lei, sarda d’origine, romana d’adozione, nata in quel di Vercelli, che di giorno fa la chimica farmaceutica e che conosco fin da quando la intervistai per la prima volta cinque anni fa.
«Mentre spolveravo l’archivio in cerca d’ordine, ho notato con curiosità una mia meticolosa attenzione verso i dettagli del seno, la parte femminea che spesso cattura il mio interesse, forse perché assolutamente imprescindibile nel raccontare una donna».
Imprescindibile ma, a quanto pare, oscena. Perlomeno per la bacchettonaggine della gran parte dei social network, in cui puoi tranquillamente diffondere disinformazione, molestare sconosciuti, minacciare celebrità, ma non pubblicare tette, nemmeno nelle situazioni in cui l’erotismo è a tasso zero, che ad ogni modo non è il caso di questo libro, un libro di TETTE, prodotto in sole 100 copie numerate (25 delle quali sono anche firmate) da una piccola realtà di autoproduzioni editoriali come punto / metallico e distribuito da aalphabet, in uscita il prossimo 7 marzo e attualmente già in prevendita.