Cesura, la guerra in Ucraina, il lavoro del fotoreporter

Da ieri sulla pagina facebook di Cesura l’immagine di copertina è un profondo, totale, irrimediabile nero. Chiunque abbia letto un quotidiano o guardato un telegiornale negli ultimi due giorni, sa che il fotoreporter Andy Rocchelli è rimasto vittima, insieme al giornalista italo-russo Andryj Mironov, suo amico, di uno scontro a colpi di mortaio tra russi e ucraini. Andy e Andryj sono i primi due giornalisti uccisi durante questo strano, complicato conflitto in un continente come l’Europa che non ha mai davvero conosciuto la pace.

Rocchelli era uno dei fondatori di Cesura, un collettivo di fotografi nato nel 2008 dall’idea di un gruppo di reporter e artisti che all’epoca lavoravano come assistenti del pluripremiato Alex Majoli, fotografo della celebre agenzia Magnum. Un gruppo “liquido” quello di Cesura, che da un paio d’anni si è staccato dall’ombra di Majoli, pur continuando a condividere con lui lo studio, per proseguire in maniera indipendente.
Così come indipendenti sono i membri che ne fanno parte — oltre a Rocchelli ci sono Arianna Arcara, Gabriele Micalizzi, Alessandro Sala e Luca Santese — insieme ai collaboratori che dopo uno stage decidono di rimanere: ciascuno continua a lavorare per conto proprio, partecipando però più o meno frequentemente a progetti comuni insieme agli altri fotografi del collettivo.

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Andy Rocchelli, “Ukraina Revolution” Cesura Publish
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Andy Rocchelli, “Ukraina Revolution” Cesura Publish

Un esempio di lavoro “a più voci” è Arab Spring, libro + dvd realizzato 5 membri di Cesura, ciascuno impegnato su un fronte differente — chi a Lampedusa, chi in Libia, Egitto, Tunisia — per raccontare la Primavera Araba sotto diversi punti di vista.
Il libro, insieme a tanti altri e insieme a una serie di fanzine prodotte a cadenza irregolare, è stato stampato da Cesura Publish, la piccola casa editrice del gruppo che pubblica sia i lavori singoli che quelli del collettivo, oltre a progetti di fotografi esterni, allo scopo di divulgare opere che altrimenti potrebbero non vedere la luce in un mercato editoriale sempre più in crisi, e per racimolare il denaro necessario a finanziare i viaggi e i relativi reportage.

Recentemente uno dei loro libri, Found photos in Detroit, una selezione di fotografie trovate per le strade della città americana da Arianna Arcara e Luca Santese, è entrato nel gotha dei libri di fotografia di tutti i tempi dopo esser stato selezionato da due mostri sacri come Martin Parr e Gerry Badger nel terzo volume della loro antologia The Photobook, realizzata per Phaidon. E quando poco più di un mese fa, a Milano, durante il fuoriMICRO, ho incontrato Anna Adamo, Marco Valli e Mirko Medri, tutti e tre i giovani membri di Cesura erano felicissimi del fatto che la loro minuscola casa editrice fosse riuscita a raggiungere un risultato tale.

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Andy Rocchelli, “Ukraina Revolution” Cesura Publish
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Andy Rocchelli, “Ukraina Revolution” Cesura Publish

Giusto un paio di settimane fa la Cesura Publish ha dato alle stampe Ukraina Revolution, un vero e proprio instant book, con la rivoluzione/guerra ucraina ancora in corso, realizzato da in un’edizione limitata di sole 50 copie proprio da Rocchelli, che dall’Ucraina ha continuato a mandare foto fino all’ultimo, facendo il suo lavoro, quello del war junky, come lo scrittore e giornalista Michael Herr — autore di un capolavoro del giornalismo e della letteratura come Dispacci, ambientato durante la guerra del Vietnam, vissuta in prima persona, libro che ha ispirato film come Apocalypse Now e Full Metal Jacket — definiva sé stesso e i suoi amici fotoreporter, “poveri bastardi che devono star tutto il tempo dentro a una guerra”. Gente che vive vite che per tutti noi — seduti a una scrivania, pronti a giudicare il prossimo a ogni mossa, a scrivere il “pensierino cinico” per guadagnare qualche follower — sembrano incomprensibili, spinte come da un fuoco impossibile da spegnere e complicato da tenere sotto controllo quanto basta perché non divampi un’incendio che però, purtroppo, talvolta scoppia per cause totalmente indipendenti, incontrollabili, come una guerra assurda.

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