Il Corpo del Capitano: un Salvini a frammenti diventa una maschera grottesca

Nell’iconografia gotica medievale hanno una parte di primo piano i cosiddetti “grilli”, esseri fantastici composti e scomposti, con molte teste, o gambe attaccate direttamente al capo, presenti nelle incisioni, nei marginalia dei manoscritti, nelle decorazioni dei capolettera, talvolta nei bassorilievi.
Ne ha scritto molto lo storico e critico d’arte lituano Jurgis Baltrušaitis, il cui saggio Il medioevo fantastico è ormai un classico.
Nelle sue vivide e precise descrizioni, Baltrušaitis passa in rassegna caratteristiche e origini di vari tipi di “grilli”. L’ultimo capitolo che dedica a queste creature parla di quelle dipinte da Hieronymus Bosch.

Il mostro non è mai stato così ben definito nei particolari, e così incredibile nell’insieme, come in Hieronymus Bosch. In Bosch i grilli sono numerosissimi e prendono tutte le forme: […] visi doppi, personaggi col naso sul dorso, acefali, teste con gambe […]. Non sono più le nobili maschere greco-romane, e neanche le grottesche figure delle bizzarrie dei margini dei codici, si tratta invece di veri ritratti.

— Jurgis Baltrušaitis, “Il medioevo fantastico”

(immagine tratta da “Il medioevo fantastico” di Jurgis Baltrušaitis

Quando ho visto alcune delle immagini de Il Corpo del Capitano — libro fotografico di Luca Santese e Marco P. Valli, entrambi parte del pluripremiato collettivo Cesura — ho immediatamente pensato ai grilli gotici. E a Fontanesi (non a caso, anche quando ho parlato di lui ho tirato in mezzo Baltrušaitis).

Protagonista assoluto dell’opera è Matteo Salvini, il cui corpo — destrutturato, ingrandito, ricomposto, inquadrato da ogni prospettiva — appare appunto come quello di un “grillo” medievale, un mostro gotico, un ibrido mutaforma. Esplorato da Santese e Valli frammento dopo frammento, il corpo di Salvini non è più solo incarnazione dell’uomo ma anche — come scrivono gli autori — «il corpo nazionale, elettorale, mediatico, comunicativo, La Bestia, Morisi, i sostenitori, gli adoratori: una moltitudine di corpi che costituiscono un unico Corpo, quello del Capitano».

(foto tratta da “Il Corpo del Capitano”, di Luca Santese e Marco P. Valli, Cesura Publish, 2020 | courtesy: Cesura Publish)
(foto tratta da “Il Corpo del Capitano”, di Luca Santese e Marco P. Valli, Cesura Publish, 2020 | courtesy: Cesura Publish)
(foto tratta da “Il Corpo del Capitano”, di Luca Santese e Marco P. Valli, Cesura Publish, 2020 | courtesy: Cesura Publish)

Pubblicato da Cesura Publish, la casa editrice del collettivo, Il Corpo del Capitano è frutto di un lungo lavoro che è iniziato nel 2018 con il progetto Realpolitik, anche questo opera di Valli e Santese: un ritratto impietoso, grottesco e satirico della politica italiana degli ultimissimi anni. Un lavoro in cui i due autori — come ha scritto Nicola Patruno su Artribune — «fagocitano e sovvertono l’iconografia che la classe politica della cosiddetta “Terza Repubblica”, con la complicità supina di gran parte del fotogiornalismo, si è auto-attribuita, soprattutto attraverso l’uso meticoloso dei social media».

Se in Realpolitik era l’intero panorama politico a essere svelato nelle proprie vesti reali, non ritoccate e manipolate dalla macchina propagandistica, con la fine del primo Governo Conte i due fotografi hanno deciso di focalizzarsi sul solo Salvini, seguendolo nel suo lunghissimo e infinito tour in giro per l’Italia, tra comizi, feste di partito e bagni di folla.

(foto tratta da “Il Corpo del Capitano”, di Luca Santese e Marco P. Valli, Cesura Publish, 2020 | courtesy: Cesura Publish)

L’attenzione di Santese e Valli, più che sull’uomo-Salvini e sul politico-Salvini, è stata catalizzata dal corpo-Salvini, un corpo utilizzato a fini politici ed elettorali dalla sua stessa macchina propagandistica.
«Il motivo di tale scelta — spiegano gli autori — risiede nell’avere riconosciuto un carattere innovativo nel linguaggio di propaganda Salviniano. Buona parte della comunicazione politica contemporanea è costituita dall’utilizzo di immagini e Salvini produce costantemente fotografie in cui espone se stesso, la sua quotidianità ed il suo corpo rappresentandosi come “uomo del popolo”. Il ruolo che era storicamente affidato ai fotografi di mestiere viene scavalcato dal politico che, in questo modo, si autorappresenta».

È tanto efficace la comunicazione del Capitano, da riuscire a macinare e assorbire persino la contro-propaganda.
Quando Valli e Santese, per Realpolitik, hanno realizzato un ritratto tutt’altro che benevolo e rassicurante del leader, uscito anche sulla copertina del settimanale americano Time, Salvini ha deciso di appropriarsene e di utilizzarla nella sua campagna di comunicazione.

La foto di Santese e Valli, in Realpolitik (courtesy: Cesura Publish)
La stessa foto, in copertine su Time (courtesy: Cesura Publish)
Santese e Valli hanno deciso di riutilizzarla, come maschera, per la copertina de “Il Corpo del Capitano” (courtesy: Cesura Publish)

In quella che è ormai diventata una sorta di guerra a distanza, i due fotografi di Cesura hanno quindi deciso di utilizzare la medesima immagine, stavolta privata degli occhi e proposta a mo’ di maschera («un uomo che ha dimostrato di avere la capacità di incarnare decine di ruoli. Dal padano all’italiano, dal padre di famiglia al fidanzato innamorato, dal goloso al tifoso, da ruspista a felpista e si potrebbe continuare a lungo») per la copertina de Il Corpo del Capitano, copertina che suggerisce perfettamente il lavoro fatto dagli autori e proposto all’interno del volume: uno svelamento impietoso, crudo, ironico ma allo stesso tempo quasi drammatico del lato grottesco dell’idolo di milioni di italiani.

«Lo stile fotografico del lavoro — riporta l’introduzione — si contrappone radicalmente a quello di Salvini. Ad un’estetica amichevole, pop e colorata si oppone un bianco e nero rigoroso, oscuro e distopico. Questo aspetto d’inversione non riguarda esclusivamente lo stile delle fotografie ma anche la loro organizzazione».

(foto tratta da “Il Corpo del Capitano”, di Luca Santese e Marco P. Valli, Cesura Publish, 2020 | courtesy: Cesura Publish)
(foto tratta da “Il Corpo del Capitano”, di Luca Santese e Marco P. Valli, Cesura Publish, 2020 | courtesy: Cesura Publish)
(foto tratta da “Il Corpo del Capitano”, di Luca Santese e Marco P. Valli, Cesura Publish, 2020 | courtesy: Cesura Publish)

Esaminandone i gesti e i dettagli, Valli e Santese mettono in un frullatore l’immagine pubblica e ne estraggono il succo.
Come ricordava un paio di anni fa il collettivo Wu Ming in un thread su Twitter, «perché vivisezionarne il linguaggio del corpo? Non per renderlo “ridicolo” (la situazione non è affatto ridicola) né per “far vedere che è cattivo” (bella scoperta), ma perché [quello del corpo] è un linguaggio che non può controllare del tutto e ne fa capire i punti deboli».

Com’è che si dice? Che visto da vicino ciascuno è un mostro. E nel corpo del Capitano, nei suoi dettagli, nei pori, nell’untuosità della pelle, nei peli della barba e delle orecchie, nelle camicie sudate, nelle contorsioni delle dita, nelle tracce che lascia (le impronte digitali e labiali su un bicchiere di birra che possiamo immaginare essere arrivato sugli smartphone e gli schermi di decine di migliaia di persone attraverso “La Bestia”), ciò che appare è esattamente il mostro: che è lui, che siamo noi, che è il potere, e soprattutto la venerazione del potere.

128 pagine, 226 foto, Il Corpo del Capitano è in vendita online sul sito di Cesura Publish e nelle migliori librerie.
Di seguito alcune foto del libro, qualche scatto di “backstage” e il making of del volume.

(foto tratta da “Il Corpo del Capitano”, di Luca Santese e Marco P. Valli, Cesura Publish, 2020 | courtesy: Cesura Publish)
(foto tratta da “Il Corpo del Capitano”, di Luca Santese e Marco P. Valli, Cesura Publish, 2020 | courtesy: Cesura Publish)
(foto tratta da “Il Corpo del Capitano”, di Luca Santese e Marco P. Valli, Cesura Publish, 2020 | courtesy: Cesura Publish)
(foto tratta da “Il Corpo del Capitano”, di Luca Santese e Marco P. Valli, Cesura Publish, 2020 | courtesy: Cesura Publish)
“Il Corpo del Capitano”, di Luca Santese e Marco P. Valli, Cesura Publish, 2020
(courtesy: Cesura Publish)
“Il Corpo del Capitano”, di Luca Santese e Marco P. Valli, Cesura Publish, 2020
(courtesy: Cesura Publish)
“Il Corpo del Capitano”, di Luca Santese e Marco P. Valli, Cesura Publish, 2020
(courtesy: Cesura Publish)
“Il Corpo del Capitano”, di Luca Santese e Marco P. Valli, Cesura Publish, 2020
(courtesy: Cesura Publish)
“Il Corpo del Capitano”, di Luca Santese e Marco P. Valli, Cesura Publish, 2020
(courtesy: Cesura Publish)
Santese e Valli al lavoro
(courtesy: Cesura Publish)
Santese e Valli al lavoro
(foto: Giuseppe Carotenuto | courtesy: Cesura Publish)
Santese e Valli al lavoro
(courtesy: Cesura Publish)
Il “making of” del libro
(courtesy: Cesura Publish)
Il “making of” del libro
(courtesy: Cesura Publish)
Il “making of” del libro
(courtesy: Cesura Publish)
Il “making of” del libro
(courtesy: Cesura Publish)
Un messaggio

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