Giovanni e Gregorio Nordio

IUAV Moda: Community illustrated portraits

Alessandro Carpitella
Alessandro Carpitella

comunità s.f.
Insieme di persone unite tra di loro da rapporti sociali, linguistici e morali, vincoli organizzativi, interessi e consuetudini comuni

—da il Devoto—Oli 2014

Ormai non so neanche più quante volte ho tessuto le lodi dell’enclave trevisano dello IUAV Moda e Design diretto da Maria Luisa Frisa (talmente tante che forse è per quello che sono pure finito a farci lezione, sottoponendo un volonteroso gruppetto di studenti a botte da otto ore filate piene di interminabili parentesi, a fili del discorso che andavano perdendosi ben più di quelli intrecciati nei complicati macchinari per la maglieria lungo i corridoi, a sedute a metà tra quelle degli Alcolisti Anonimi e all’ora di religione delle superiori).

Sia da fuori—com’è stato per i primi reportage che ho fatto durante le varie sfilate-di-fine-anno-che-erano-sempre-molto-più-di-semplici-sfilate—sia da dentro—in veste di prof. di Religione mascherato da Simone-di-Frizzifrizzi—lo IUAV l’ho sempre considerato come una comunità, al contrario di altre scuole, comprese quelle che ho avuto la prima l’avventatezza di frequentare io, niente più che un’insieme di persone che di tanto in tanto stanno nello stesso edificio, si ritrovano di classe assieme, fanno gli stessi esami, fumano di nascosto dalle finestre.

Maria Cristina Cerulli
Maria Cristina Cerulli

Comunità deriva dal latino commūnis (generale, pubblico, collettivo) e che a sua volta deriva dall’arcaico mūnus, che significa dovere, incarico, ma che in origine stava ad indicare il dono, la ricompensa.
Una comunità, soprattutto per quanto riguarda una scuola, è quindi un insieme di persone che condivide un dono (quello di crescere e di imparare?), dono che con ogni probabilità ci si porterà via (come una ricompensa) una volta usciti da lì, quando ci si guarda attorno per trovare la via d’ingresso per quella che è la strada della propria vita.

Diletta Albertini, detta pini perché era il nome con cui si presentava quand’era bambina, quella strada la sta imboccando proprio ora: sta cercando un lavoro, come tanti, ma intanto collabora con lo IUAV, dove ha studiato, per il corso di illustrazione tenuto da Natalia Resmini, e nel frattempo fa pure la mannequin per un concept store, disegna poster per eventi e sta pensando di andarsene a Berlino.

Io e Diletta ci siamo conosciuti qualche giorno fa su Facebook. Lei mi ha raccontato della sua esperienza IUAV, mi ha detto che mentre studiava lì si distraeva spesso e si perdeva nei volti che abitavano quella piccola realtà, quella comunità, e allora abbandona le cuciture per abbozzarne espressioni e tratti distintivi su un pezzo di carta, andando a pescare i soggetti dai quali rimaneva più incuriosita, magari dopo averne visto i loro progetti.
Il suo stesso modo di ritrarre, mi ha spiegato Diletta, è nato proprio lì, a scuola, per merito di tutte quelle personalità bizzarre che la frequentavano e la frequentano ancora.

Quei ritratti Diletta me li ha mandati ed eccoli qua. Parlano di una comunità. Parlano di dono e condivisione. E di strade che stanno per aprirsi e chissà dove porteranno.

Anita Viero
Anita Viero
Chiara Tiso
Chiara Tiso
Diletta Albertini (autoritratto)
Diletta Albertini (autoritratto)
Federico Cassani
Federico Cassani
Francesca Bertini
Francesca Bertini
Francesca Natali
Francesca Natali
Giovanni e Gregorio Nordio
Giovanni e Gregorio Nordio
Marco Rambaldi
Marco Rambaldi
Marianna Zanella
Marianna Zanella
Dimitri Leu
Dimitri Leu
Un messaggio

Frizzifrizzi è sempre stato e sempre rimarrà gratuito. Si tratta di un progetto realizzato ogni giorno con amore e con impegno. La volontà è di continuare a farlo cercando di tenere al minimo la pubblicità. Per questo ti chiediamo una mano — se vorrai — con una piccola donazione. Potrai farla su PayPal.

GRAZIE DI CUORE.