FilmmakHER: 24 registe raccontate, tra cinema e illustrazione

A Parma una mostra (accompagnata da incontri e laboratori) con i ritratti di 24 registe del passato e del presente, realizzati da 8 illustratrici italiane

In un articolo pubblicato qualche giorno fa sul sito del World Economic Forum, la giornalista britannica Kate Whiting metteva in evidenza l’enorme disparità di genere che interessa il mondo del cinema.
Alcuni dati: tra le tutte le nomination agli Academy Award (i premi Oscar), in ogni categoria, dal 1929 al 2023, le donne hanno ottenuto solo il 17% delle candidature. Per l’Oscar relativo alla regia, la situazione è addirittura peggiore: appena 8 nomination in tutta la storia della competizione. 8 su 476, cioè meno del 2%. E la metà di quelle 8 è arrivata dopo il 2010.
«Dei 100 film di maggior incasso del 2023, solo 30 hanno visto protagoniste donne e ragazze nei ruoli principali e come co-protagoniste» prosegue Whiting, che cita anche uno studio di ReFrame — iniziativa nata dalla collaborazione tra il Sundance Institute e Women In Film per misurare e favorire il progresso del settore cinematografico verso una rappresentanza di genere più equa, a tutti i livelli — secondo il quale, al ritmo attuale, «l’uguaglianza di genere, in cui gli uomini occupano il 50% delle posizioni creative chiave, sarà raggiunta solo nel 2215 in Canada, nel 2085 nel Regno Unito e nel 2041 in Germania».

Le registe: artiste “invisibili” nel cinema mondiale

A Cannes la “musica” non cambia: in 76 edizioni del festival, sono solo tre le Palme d’Oro assegnate alle registe: Jane Campion nel 1993 per Lezioni di piano, Julia Ducournau nel 2021 con Titane e Justine Triet, l’anno scorso, con il suo Anatomie d’un chute.
E in Italia? Dal 1956 a oggi, le nomination per il David di Donatello come miglior regista, sono state 9: Francesca Archibugi nel 1991 per Verso sera, poi ancora nel ’93 per Il grande cocomero, Wilma Labate nel ’97 per La mia generazione, Cristina Comencini nel 2008 per Bianco e nero, Valeria Golino nel 2009 con Euforia e, lo stesso anno, Alice Rohrwacher con Lazzaro felice, Emma Dante con Le sorelle Macaluso e Susanna Nicchiarelli con Miss Marx nel 2021 e infine Charlotte Vandermeersch (insieme a Felix Van Groeningen) nel 2023 per Le otto montagne.
Quante di loro hanno vinto? 0. Zero. Il David per la miglior regia, finora, non è mai stato preso e portato a casa da mani femminili.
Ai Nastri d’argento, dove dal 1946 al 2016 è stato assegnato il premio “al regista del miglior film“ e, dal 2017, quello “al miglior regista”, si registra un’unica vittoria: Emma Dante nel 2021. A questa si aggiunge quella di Sofia Coppola, nel 2004, per Lost in Translation, nella categoria “regista del miglior film straniero”, che è esistita solo dal 1956 al 2006.

(courtesy: 24FPS)

Il progetto FilmmakHER

Come si suol dire, le chiacchiere — e in questo caso anche i numeri, o quasi — stanno a zero.
Il problema c’è, e ha proporzioni talmente colossali che è impossibile non accorgersene (per non parlare della questione di rappresentanza etnica, dove il quadro è persino peggiore). Eppure se ne parla relativamente poco, e tra gli effetti collaterali di tale scarsa attenzione riguardo a questo tema c’è un’altrettanto limitata conoscenza dell’opera — e talvolta addirittura dei nomi — di registe italiani e internazionali che invece meriterebbero la massima attenzione.
Su questo, da un paio di anni, sta lavorando 24FPS, associazione culturale di Parma nata nel 2020 dall’idea di gruppo di professioniste e professionisti del settore cinematografico e culturale, con l’obiettivo di proporre percorsi di diffusione e valorizzazione dedicati alla cultura cinematografica, attraverso rassegne, attività di formazione e progetti espositivi.

Nel 2022 24FPS (il nome deriva dai fotogrammi al secondo tipici del cinema) ha lanciato la prima edizione di FilmmakHER, una mostra di ritratti illustrati di alcune delle registe più significative della storia del cinema, accompagnati da un ricco programma di incontri e laboratori per approfondire la cinematografia femminile.
Dopo il successo di quel primo esperimento, quest’anno FilmmakHER è tornato con una seconda edizione, che presenta i ritratti inediti di 24 filmmaker, realizzati da 8 illustratrici italiane: Martina Cabrini, Giulia Conoscenti, Sophie Lamoretti, Alessandra Marianelli in arte Luchadora, Benedetta Petruzzella, Alice Piaggio, Alessia Tzimas e Sara Vincenzi, le quali,
ciascuna col proprio stile e la propria sensibilità, hanno rappresentato — , come spiega il comunicato stampa dell’evento — «i tratti salienti della creatività delle registe».

Valeria Golino, ritratta da Alice Piaggio per FilmmakHER
(courtesy: 24FPS)
Lotte Reiniger, ritratta da Giulia Conoscenti per FilmmakHER
(courtesy: 24FPS)

Le 24 registe ritratte nella nuova edizione della mostra

I nomi delle 24 donne protagoniste, abbracciano l’intera storia del cinema: «ci sono figure importanti della cinematografia internazionale della prima ora» spiegano le organizzatrici e gli organizzatori, «come Mabel Normand, che diresse Charlie Chaplin, Lotte Reiniger, tra le prime registe d’animazione, Dorothy Arzner, unica regista a Hollywood per tutti gli anni Trenta e pioniera del cinema femminile, e Ida Lupino, regista e attrice versatile che ha affrontato tematiche audaci con maestria. E ancora, ci sono maestre nel sapere ritrarre a loro volta le donne: Andrea Arnold, nota per i suoi ritratti femminili o il suo ultimo Cow (2021) definito da Variety uno studio sull’identità femminile confinata; Claudia Weill, riconosciuta per il suo contributo alla rappresentazione autentica della vita delle donne; Chloé Zhao, premiata agli Oscar 2021 con NomadlandSusanne Bier, altro Premio Oscar per migliore film straniero con In un mondo migliore (2010). Dalla scena italiana, Valeria Golino, regista, attrice, produttrice, ha saputo oltrepassare molti limiti; Marinella Pirelli, artista, pittrice, filmmaker, poeta dell’immagine; Roberta Torre, in grado di muoversi tra le diversi arti con audacia. Marguerite Duras, celebre per le sue narrazioni profonde e poetiche, notissima sia come scrittrice che come regista; Mira Nair, regista di opere importanti e incisive; Margarethe von Trotta, nota per le sue riflessioni sulla storia e la società; Wanuri Kahiu, regista africana con una prospettiva narrativa attualissima; Shirley Clarke, regista sperimentale e innovatrice del New American Cinema; Lucrecia Martel, autrice di film dalla forte componente visiva e narrativa; Floria Sigismondi, regista e visual artist dalle opere oniriche, inquietanti, intense; Haifa Hal Mansur, prima regista saudita; Doris Wishman, nota per il suo contributo al cinema indipendente; Jennifer Kent, regista dalla prospettiva unica e provocatoria; Wanda Jakubowska, pioniera del cinema polacco; Claire Denis, regista che ha saputo davvero rompere i confini ed essere in continua mutazione; la fumettista e regista iraniana Marjane Satrapi».

Claire Denis, ritratta da Sara Vincenzi per FilmmakHER
(courtesy: 24FPS)
Doris Wishman, ritratta da Benedetta Petruzzella per FilmmakHER
(courtesy: 24FPS)
Chloe Zhao, ritratta da Luchadora per FilmmakHER
(courtesy: 24FPS)

Ad accomunare tutte queste autrici — di epoche e luoghi diversi, con storie, stili e immaginari differenti — è il concetto di “smarginatura”, che 24FPS spiega così: «Ci siamo concentrati su ciò che spesso ed erroneamente è stato relegato a lato, in particolare dall’industria cinematografica: non solo perché il cinema è stato per quasi un secolo un affare prevalentemente maschile e occidentale, ma perché ha spesso escluso tutto ciò che era considerato fuori canone, dal cinema underground a quello sperimentale e amatoriale, dal video saggio al video musicale. In questo terreno periferico, in questo tempio silenzioso, molte registe si sono dedicate alla sperimentazione del medium audiovisivo e attraverso esso, del sé».

Il programma di incontri e la collaborazione con Mubi

Inaugurata lo scorso 10 marzo e realizzata in collaborazione con Cubo-Contenitore Creativo, Parma Palatina e il Liceo Artistico Paolo Toschi, l’esposizione prosegue fino al 14 aprile 2024 presso gli spazi della Galleria Bianca di Cubo, accompagnata da testi che vanno ad approfondire l’opera e l’eredità delle 24 registe, e da un programma di incontri e laboratori.
A questo si aggiunge una mostra parallela, FilmmakHER Toschi (presso il Centro Cinema Lino Ventura di Parma, fino al 27 aprile) con i ritratti realizzati da due classi del Liceo Artistico Toschi di Parma.
Infine — e questo farà particolarmente piacere alle cinefile e ai cinefili — grazie a una collaborazione stretta con la piattaforma Mubi, sarà possibile, per un mese, accedere gratuitamente a una selezione di film di registe donne, a partire da quelle presentate in mostra.

Claudia Weill, ritratta da Sophie Lamoretti per FilmmakHER
(courtesy: 24FPS)
Wanuri Kahiu, ritratta da Alessia Tzimas per FilmmakHER
(courtesy: 24FPS)
Floria Sigismondi, ritratta da Martina Cabrini per FilmmakHER
(courtesy: 24FPS)
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