Seeing Differently: un libro raccoglie gli scatti del progetto Miami Color Theory e insegna a “guardare” e a usare la fotografia come terapia

Quando lo facevo non me ne rendevo pienamente conto, ma col senno di poi ho realizzato di aver sempre utilizzato la fotografia come terapia. Se inizialmente l’obiettivo era quello di trovare un mio personale linguaggio, costruendolo sugli stilemi dei grandi maestri che avevo studiato a scuola e che sentivo più affini — su tutti, i coniugi Becher e la cosiddetta “scuola di Düsseldorf” —, col tempo il fine di fare belle foto è passato in secondo piano, scavalcato dall’urgenza di esplorare, attraverso la fotografia, i luoghi che avevo attorno, e di farlo con uno sguardo diverso, nuovo. Fotografare, a un certo punto, è diventato il carburante che, nei momenti di grande disorientamento e annebbiamento, mi spingeva a vagare: dapprima per le campagne della mia infanzia, poi in mezzo alle fabbriche delle zone industriali, e da ultimo per il quartiere. Girando, macinando chilometri, non facevo foto ma cercavo foto. E, cercandole, incrociavo storie, incontravo persone, mi imbattevo in prospettive che, semplicemente passeggiando, non si erano ancora rivelate. Soprattutto, mi liberavo dal rimuginìo interiore, mettendo in moto i meccanismi dell’attenzione.

Nel momento in cui, qualche anno fa, è arrivata l’epifania e ho iniziato ad accorgermi di come la fotografia, per me, non fosse mai stata un fine ma solo un mezzo per — in soldoni — “stare bene”, non sapevo ancora che questa cosa fosse stata ampiamente studiata, sistematizzata e venduta con molti nomi e in molteplici varianti: Zen Photography, Look Again Photography, Miksang Photography, fotografia meditativa, ecc.
Al di là delle etichette (sono modi come altri per trovare serenità: ne esistono innumerevoli, e servono tempo, fortuna e pazienza per scovare quello più appropriato ed efficace per sé, badando bene a non buttare via soldi dietro a ricette facili vendute come miracolose), il frutto di tutto quel processo non è quindi la foto in sé, ma, appunto, uno stato di benessere, un “riorientamento” (che immagino sia poi molto simile a quello di chi va a correre fino a sudar via le proprie tossine mentali) e lo scatto — analogico o digitale — diventa la pura e semplice traccia visibile di quel processo: un prodotto secondario, in cui risultato estetico/artistico è poco o per nulla rilevante. Ma se poi quel risultato c’è, allora perché non valorizzarlo?

Laura Paresky Gould, “Seeing Differently. Miami Color Theory”, Tra Publishing, 2023
(courtesy: Laura Paresky Gould / Tra Publishing)
Laura Paresky Gould, “Seeing Differently. Miami Color Theory”, Tra Publishing, 2023
(courtesy: Laura Paresky Gould / Tra Publishing)

È quello che ha fatto l’artista e designer statunitense Laura Paresky Gould.
Con alle spalle una formazione come grafica e un passato di successi in molti ambiti dell’industria culturale — tra le altre cose, progettista di loghi e animazioni, insegnante di tipografia, fondatrice di un marchio per bambini e fotografa, pubblicata su riviste come Vogue, Esquire, Elle, Elle-Décor, GQ e New York Magazine e quotidiani del calibro del New York Times —, nel 2021, dopo aver disseppellito dal suo archivio gli scatti fatti anni prima alle architetture della sua città d’adozione, Miami, Paresky Gould ha cominciato, anche come reazione ai lunghi mesi bui della pandemia e dei lockdown, a girare di nuovo per le strade.
Armata solo del suo iPhone, è andata in cerca di colori vibranti, prospettive originali e pattern nascosti, che riusciva a individuare grazie al suo occhio allenato.

Laura Paresky Gould, “Seeing Differently. Miami Color Theory”, Tra Publishing, 2023
(courtesy: Laura Paresky Gould / Tra Publishing)

«Ho iniziato a vivere l’ambiente circostante in modo diverso» racconta lei. «Ho guardato di più. Ho notato di più. Riuscivo a godermi la semplice bellezza di un’ombra, i colori vivaci e i motivi sugli edifici, ovunque. Questa maggiore consapevolezza ha reso le mie esperienze quotidiane più gioiose ed emozionanti, e meno stressanti. Anche guidando nel traffico, rimango meravigliata dai vari colori e dalla varietà di forme. Senza rendermene conto, stavo portando un approccio più consapevole e contemplativo alla mia fotografia».

Quel “viaggio”, Paresky Gould l’ha incorniciato in un progetto, Miami Color Theory (ne ho già scritto qui), lanciato su Instagram proprio a inizio 2021 e ora diventato un libro.
Intitolato Seeing Differently, raccoglie in 172 pagine più di 110 fotografie realizzate in questi anni, e si ispira a un ciclo di tre video-lezioni che l’autrice ha prodotto circa un anno fa per il Bass Museum di Miami Beach, nelle quali affrontava temi come i principi della fotografia minimale, le tecniche di composizione, i cosiddetti “7 elementi di un’opera d’arte” (linea, struttura, forma, spazio, texture, colore e valore del colore, cioè luminosità, sfumature e tinta), l’arte dell’editing delle immagini tramite smartphone e, infine, l’elemento più importante, ovvero l’educazione allo sguardo, l’imparare a vedere.

Laura Paresky Gould, “Seeing Differently. Miami Color Theory”, Tra Publishing, 2023
(courtesy: Laura Paresky Gould / Tra Publishing)

Il libro — popolato di citazioni di fotografe e fotografi, scrittrici e scrittori, architetti ed esperti di “mindfullness”, e introdotto da un testo di Silvia Cubina, capo-curatrice e direttrice esecutiva del Bass Museum of Art — è suddiviso in tre sezioni principali: The Practice of Seeing, Minimal Photography e The Seven Elements of Art.
Le foto — una festosa parata cromatica e geometrica dove, come scrissi nell’altro articolo, Miami «è allo stesso tempo irriconoscibile e riconoscibilissima» — diventano dunque l’occasione per illustrare le regole base della composizione e per riflettere su concetti come la consapevolezza visiva, il saper focalizzare l’attenzione, il vivere nel momento presente.

«Questo libro» scrive l’autrice «è una lettera d’amore alla magica città di Miami, e anche un invito a osservare e celebrare ovunque tu sia in questo momento. La bellezza è ovunque, una volta che ti eserciti a vedere. Se vedere un’esplosione di colore o una forma inaspettata può portare gioia a qualcuno, e se le persone gioiose sono più positive e gentili, forse imparare a vedere in modo diverso può avere l’effetto a catena di cui tutti abbiamo bisogno».

Laura Paresky Gould

Seeing Differently. Miami Color Theory

Tra Publishing, novembre 2023
171 pagine

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Laura Paresky Gould, “Seeing Differently. Miami Color Theory”, Tra Publishing, 2023
(courtesy: Laura Paresky Gould / Tra Publishing)
Laura Paresky Gould, “Seeing Differently. Miami Color Theory”, Tra Publishing, 2023
(courtesy: Laura Paresky Gould / Tra Publishing)
Laura Paresky Gould, “Seeing Differently. Miami Color Theory”, Tra Publishing, 2023
(courtesy: Laura Paresky Gould / Tra Publishing)
Laura Paresky Gould, “Seeing Differently. Miami Color Theory”, Tra Publishing, 2023
(courtesy: Laura Paresky Gould / Tra Publishing)
Laura Paresky Gould, “Seeing Differently. Miami Color Theory”, Tra Publishing, 2023
(courtesy: Laura Paresky Gould / Tra Publishing)
Laura Paresky Gould, “Seeing Differently. Miami Color Theory”, Tra Publishing, 2023
(courtesy: Laura Paresky Gould / Tra Publishing)
Laura Paresky Gould, “Seeing Differently. Miami Color Theory”, Tra Publishing, 2023
(courtesy: Laura Paresky Gould / Tra Publishing)
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