Il nuovo numero della rivista di disegno Fukt è dedicato all’ignoto

Ciò che va al di là della nostra esperienza sensibile del mondo; le ombre indicibili che di tanto in tanto, fugacemente, scorgiamo con la coda dell’occhio; l’inconcepibile che si nasconde tra le pieghe della realtà; l’ineffabile che vive sull’orlo tra sonno e veglia; il metallo lucente di cui sono fatti gli spigoli dei pensieri incontrollabili; la vertigine del fantasticare senza rotta: il nostro vivere quotidiano è — perlomeno in parte — un’esplorazione dell’ignoto che alberga dentro e fuori di noi. Un ignoto che disorienta, che atterrisce, che annebbia, che riesce a scalfire persino il più solido nucleo di certezze, che manda fuori di senno, che divide — anche quando l’esperienza che ne facciamo è collettiva. Un ignoto che, soprattutto, pone domande: talvolta pesanti come macigni, assolute; altre volte appena dei sussurri, che scegliamo di ignorare per poi ritrovarci in un inestricabile brulicare di interrogativi.

Si sente spesso consigliare il disegno come “utensile” per provare a orientarsi nei territori oscuri, come strumento terapeutico capace di aiutare a mappare i propri viaggi nell’inconoscibile. «Prova a disegnarlo» dicono, «e riuscirai ad afferrarlo, a capire».
Ma il disegno può anche guidarti oltre i margini — del foglio, della coscienza, dell’intelligibile — ed è lì che conduce il nuovo numero della rivista Fukt.

Nata in Norvegia nel ’99 dall’idea dell’artista visivo Björn Hegardt e della designer e illustratrice Ariane Spanier, Fukt presenta in ogni uscita (e dal n. 16 si tratta di volumi tematici) i lavori di artiste e artisti del disegno da tutto il mondo, mettendo insieme grandi maestri e nuovi talenti.
Quello uscito pochi giorni fa è il 21º numero e il tema — come avrete intuito — è l’unknown, l’ignoto.
«In questa nuova edizione» spiegano da Fukt, «approfondiamo territori sconosciuti e le domande che sollevano. Il nostro obiettivo non è far luce sull’ignoto, ma piuttosto offuscare ulteriormente i confini tra ciò che crediamo di sapere e ciò che possiamo immaginare. […] Con i disegni di 29 artisti contemporanei provenienti da 18 paesi di tutto il mondo, esploriamo le incertezze che inondano le nostre vite quotidiane, i misteri che si nascondono nell’ombra e il vasto potenziale della vita al di là del nostro universo. L’ignoto ci circonda, nascosto nel passato, nel presente e nel futuro, velato dietro le facciate delle città e nelle profondità delle nostre stesse menti».

Nelle oltre 200 pagine pagine del magazine, racchiuse da una splendida copertina (della designer Ariane Spanier, che con le sue cover e il design dei vari numeri ha fatto vincere a Fukt alcuni tra i più prestigiosi premi internazionali), ci sono i disegni di H.R.Giger (esatto, quel Giger), Ellen Gallagher, Amy Cutler, Rithika Merchant, Sanou Oumar, Épi Florifère, Olga Lisowska, Sissel Fredriksen, Hipkiss, Isabell Schulte, Jim Holyoak, Protey Temen, Hsuan-wei Chen, John Kenn Mortensen, Ingrid Koenig, Emma Kunz, Hanna Hennenkemper, Thomas Ravens, Zela Odessa Palmer, Daria Chernyshova, Yuichiro Ukai, Annie Pootoogook, Dede Cipon, Larissa Fassler, Julia Hasting, Andreas Seltzer, Vannessa Baird, Ionel Talpazan e Péter Gallov.