Nel corso dei suoi poco più di dieci anni di storia, lo studio polacco Zupagrafika — fondato nel 2012 a Poznań da David Navarro e Martyna Sobecka — ha concentrato la sua attività editoriale su volumi e modellini da costruire dedicati all’architettura modernista e brutalista dei paesi un tempo parte dell’URSS o della sua sfera d’influenza, con rarissime puntate oltre quella che un tempo era la cosiddetta “Cortina di Ferro”.
Ora, per la prima volta, lo sguardo di Sobecka e Navarro si è finalmente allungato anche sull’Italia, più nello specifico su cinque famose e al contempo famigerate strutture: il complesso (spesso definito “ecomostro”) Pegli 3, meglio conosciuto come Le Lavatrici per via di una certa somiglianza con l’elettrodomestico, nel quartiere Prà di Genova, risalente agli anni ’80 e progettato da Angelo Sibilla, Aldo Pino e Aldo Luigi Rizzo; l’amata-odiata Torre Velasca di Milano, inaugurata nel ’61, disegnata dallo Studio BBPR e attualmente in fase di ristrutturazione; le Vele di Scampia dell’architetto Francesco Di Salvo, da anni simbolo del degrado dell’intero quartiere (dei setti palazzi originari, ne rimangono tre: gli altri sono stati demoliti nel corso dell’ultimo quarto di secolo); l’originariamente utopico Nuovo Corviale di Roma (o Serpentone, dato che è lungo più un chilometro), di Mario Fiorentino, Federico Gorio, Piero Maria Lugli, Giulio Sterbini e Michele Valori, diventato un “case study” del disagio delle periferie; e infine il complesso residenziale popolare di Rozzol Melara, a Trieste, ispirato ai principi di Le Corbusier e delle sue Unité d’Habitation, ma poi trasformatosi anch’esso in un monumento alla decadenza.
Intitolato Brutalia (semplice ma assai efficace l’idea della fusione tra brutalismo e Italia), il libro, come molti altri pubblicati da Zupagrafika è diviso in due sezioni.
Nella prima sono raccolte foto e informazioni sugli edifici (gli scatti sono di Navarro e Sobecka, che evidentemente hanno compiuto di recente questo particolarissimo Grand Tour in salsa brutalista della penisola). Nella seconda ci sono i modellini delle strutture, da staccare dalla pagina e costruire, semplicemente piegando e incollando, fino a ottenere delle miniature pressoché perfette, con tanto di graffiti disegnati sulle pareti e antenne paraboliche installate sui balconcini o fuori dalle finestre.
A introdurre il tutto c’è poi un testo critico dell’architetto e curatore italiano Alessandro Benetti, che tra le altre cose è anche collaboratore di riviste come Domus, Artribune e Abitare.
Zupagrafika
Brutalia
Build Your Own Brutalist Italy
Zupagrafika, 2023
72 pagine


(fonte: zupagrafika.com)

(fonte: zupagrafika.com)

(fonte: zupagrafika.com)

(fonte: zupagrafika.com)

(fonte: zupagrafika.com)

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