Il collettivo californiano Tiny Splendor ospite a Torino per una tre giorni con mostra e workshop

Punk, freak, verruche, rane, salsicce, lottatori di sumo, ricette di patate, clienti da incubo, Garfield sotto acido, fagioli danzanti, Klingon, fumetti underground, poesie haiku su Los Angeles: tutto questo e molto altro esce dalle colorate pagine delle fanzine prodotte da Tiny Splendor, collettivo californiano che dal 2012 porta avanti un progetto di casa editrice indipendente focalizzata sull’autoproduzione, la serigrafia, la litografia, la stampa risograph e soprattutto la sperimentazione di linguaggi e immaginari “altri”.

(courtesy: Graphic Days®)

Con due quartier generali — uno a Los Angeles e uno a Berkeley — e più di 100 pubblicazioni all’attivo, quella fondata da Cynthia Navarro, Kenny Takar, Max Stadnik e Sanaa Khan è una delle realtà più interessanti dell’editoria indie di base negli Stati Uniti, e sarà eccezionalmente ospite a Torino per un evento speciale di tre giorni — dal 13 al 15 maggio — nato dalla collaborazione tra il Torino Fringe Festival, dedicato alle arti performative, Graphic Days®, che qui su Frizzifrizzi conosciamo già bene trattandosi del principale festival dedicato alla grafica e al visual design che si tiene in Italia, e Print Club Torino, laboratorio creativo e nodo culturale del capoluogo piemontese.

Il CALIFORNIA LOVE. Tiny Splendor Show si svilupperà con una mostra-mercato (100 opere tra risografie, litografie e zines di 40 artisti internazionali in esposizione e 1000 pezzi in vendita) presso gli spazi del Toolbox Coworking dal 13 al 15 e poi uno spin-off all’Off Topic dal 17 al 22 maggio; un talk (sempre da Toolbox, alle 19,00 di venerdì 13); e infine tre workshop — Print with no fear!, Scan Do! e Aggiungi un posto a tavola — che si terranno negli spazi del Print Club Torino.

Per l’occasione abbiamo avuto modo di realizzare un piccola intervista con Max Stadnik e Sanaa Khan di Tiny Splendor.

Max Stadnik e Sanaa Khan
(courtesy: Graphic Days®)

Come vi siete conosciuti tra voi? E qual è stata la molla che vi ha fatto portato a creare Tiny Splendor?

Ci siamo conosciuti al college dove abbiamo studiato incisione tradizionale e ci siamo specializzati in litografia su pietra. Dopo la scuola sentivamo che non c’erano opportunità per noi, così abbiamo iniziato a vendere le nostre stampe per strada da una scatola di legno che abbiamo chiamato la nostra galleria itinerante. Abbiamo inventato il nome Tiny Splendor per chiamare il nostro collettivo (modesto ma meraviglioso!). E abbiamo iniziato a vendere stampe e riviste ovunque potevamo.

Quali sono le prime fanzine che sono state in qualche modo importanti per voi?

All’inizio ci siamo ispirati a Matt Furie, Le Dernier Cri, Sam Flores, Giant Robot — un sacco di illustrazioni e fumetti.

Tiny Splendor è un progetto che si basa molto sulle reti sociali, sull’amicizia, sulla collaborazione tra persone affini. Come pensate che tutto questo esca fuori nei vostri progetti?

Il nostro approccio è il risultato della collaborazione con i nostri amici e del cercare di lavorare con artisti sottorappresentati. Abbiamo una filosofia, e questa filosofia è rendere l’arte accessibile attraverso i multipli. Mantenendo le cose a buon mercato, e con una posta in gioco bassa, ma continuando a dedicare sforzi e cure sincere.

(courtesy: Graphic Days®)
(courtesy: Graphic Days®)

Come lavorate a un progetto?

Stampiamo un’edizione e dividiamo il lavoro con l’artista con cui stiamo collaborando. L’artista può vendere la sua metà e noi possiamo vendere la nostra.

Quale tra le vostre fanzine ha avuto più successo? Secondo voi perché?

The Many Ways of the Potato di Sanaa Khan — una minuscola fanzine (attualmente fuori stampa) che mostra illustrazioni di diversi piatti a base di patate. È sempre stata popolare; ne abbiamo vendute circa 2.000/3.000 copia, con tutte le ristampe!

Siete specializzati soprattutto nella stampa risograph. Cos’è che vi affascina di più di questa tecnologia?

La riso ci ha attratto quando abbiamo iniziato perché era economica e veloce. Non eravamo soddisfatti di stampare solo in bianco e nero sulla macchina xerox. Dal momento che la stampa risograph lavora uno strato di colore alla volta, proprio come i tradizionali processi di stampa, ci ha intrigato. È un processo unico, che mescola analogico e automazione.

(courtesy: Graphic Days®)
(courtesy: Graphic Days®)
(courtesy: Graphic Days®)

Avete uno studio a Berkeley e uno a Los Angels. Come sono le “scene” della stampa indipendente in queste due città?

L’area di Berkeley è più piccola, quindi la comunità di stampatori di cui facciamo parte è per certi versi più intima e funziona in qualche modo in contrasto con la cultura tecnologica della Bay Area di San Francisco.
Los Angeles è molto più vasta, quindi la comunità della stampa è un po’ più estesa, ma include una collaborazione molto più stretta con tipografie e artisti del Messico, che amiamo.

In Italia la pandemia ha colpito molto duramente il panorama delle piccole realtà editoriali come la vostra. È stato lo stesso anche negli Stati Uniti?

Sì. Le piccole stamperie si riunivano di persona in occasione di fiere del libro, di festival di fanzine e di altri eventi dal vivo. Tutte queste cose sono scomparse, quindi c’è stato un momento di incertezza su come raggiungere il nostro pubblico, e sul fare affidamento nel modo in cui fino a quel momento avevamo prodotto, condiviso e venduto i nostri lavori. Siamo passati alla vendita di fanzine online, ma non è proprio la stessa cosa. Abbiamo dovuto chiudere al pubblico il nostro spazio di stampa della comunità di Berkeley, ma fortunatamente abbiamo potuto riaprire dopo sei settimane con accesso limitato.

Credete che l’Italia, o Torino, possa ispirarvi qualche nuovo progetto interessante?

Sì, amiamo così tanto l’Italia! Non vediamo l’ora di incontrare artisti di cui possiamo ammirare il lavoro (e con cui magari possiamo collaborare). Siamo entusiasti di imparare la tecnica e la pratica dal Torino Print Club, che ha uno spazio bellissimo, molto simile a quello che speriamo di offrire nel nostro spazio.

Un messaggio

Frizzifrizzi è sempre stato e sempre rimarrà gratuito. Si tratta di un progetto realizzato ogni giorno con amore e con impegno. La volontà è di continuare a farlo cercando di tenere al minimo la pubblicità. Per questo ti chiediamo una mano — se vorrai — con una piccola donazione. Potrai farla su PayPal.

GRAZIE DI CUORE.