Era il 2015 quando Blue Crow Media, piccolo editore indipendente britannico specializzato in mappe focalizzate sui migliori luoghi in cui bere e mangiare, iniziò a spostare l’attenzione anche sull’architettura, inaugurando una fortunata serie di carte cittadine che propongono affascinanti itinerari tra gli edifici di alcune tra le più importanti metropoli, principalmente quelli realizzati nel XX secolo, in stile moderno, brutalista e post-moderno.
Una delle prime mappe di quella serie — che ora può vantare più di 30 uscite — era ovviamente dedicata a Londra. Si chiamava Brutalist London Map e raccoglieva decine di strutture, in un momento in cui lo stile brutalista — amato e odiato in egual misura — era in pieno revival e al centro di numerosi progetti, tra libri fotografici, saggi, siti e, appunto, mappe.

(courtesy: Blue Crow Media)
Oggi, a sette anni da quella prima edizione, Blue Crow Media ha dato alle stampe la nuova Brutalist London Map, frutto delle lunghe ricerche e della grande conoscenza di Henrietta Billings, urbanista e giornalista oltre che direttrice di SAVE Britain’s Heritage, organizzazione britannica che lotta per salvare edifici storici a rischio demolizione, con l’intento di renderli riutilizzabili dalla collettività in un’ottica di sostenibilità. Lo smantellamento di palazzi, pur significativi dal punto di vista architettonico, è un rischio concreto, tanto che dalla prima alla seconda edizione di questa mappa diversi edifici ormai non esistono più, mentre altri sono ancora sotto minaccia. Altri, invece, nel frattempo sono fortunatamente stati inseriti nella cosiddetta “lista di Grado II”, che riconosce le costruzioni di interesse speciale, di fatto proteggendole.
Per la mappa, che si può acquistare online, Billings ha personalmente selezionato — con il supporto della 20th Century Society, altro ente che si occupa di preservare e valorizzare gli edifici di interesse artistico e storico costruiti dal 1914 in avanti — più di 50 architetture sul territorio londinese, accompagnate da informazioni e dagli scatti realizzati ad hoc dal fotografo d’architettura Simon Phipps, anche lui innamoratissimo del brutalismo.

(copyright: Simon Phipps | courtesy: Blue Crow Media)