Luogo Comune ha portato l’Odissea sui muri del quartiere Borgo Palazzo di Bergamo

Un progetto del laboratorio Tantemani che ha coinvolto bambine e bambini del territorio in un’iniziativa di arte pubblica che prevede la ristrutturazione di due stabili per restituirli alla città con funzioni rinnovate

«L’esistenza è una totalità di elementi, legati da fili sottilissimi, e Ulisse rivendica con il suo robusto cinismo anche le divinità che abitano l’Infimo. Questa realtà, a qualsiasi aspetto appartenga, Ulisse vuol conoscerla ad ogni costo. Nessun eroe omerico ha la sua curiosità, il suo amore di esperienza e, come diceva Cicerone, il suo desiderio di sapere: sarebbe difficile immaginare Aiace o Achille mentre ascoltano le Sirene. Quasi tutti i pericoli dei suoi viaggi nascono dalla curiositas — che, molti secoli dopo, diventerà una qualità negativa. Nella tragedia di Sofocle, Aiace — il nemico tradizionale — dice di lui: «Ulisse vede tutte le cose». Con la sua mente flessibile e ricca di colori, vede — cioè, per i Greci, conosce ogni cosa: la qualità di un legno, di una roccia, di un pensiero, di un sentimento. Allora lo sguardo diventa luminoso: la mente moltiplica la sagacia, l’attenzione, l’intuizione, il fiuto: la fantasia ci spinge a interrogare il vento delle possibilità e dei casi; e, per capire gli altri, si trasforma».

(foto: Clara Mammana | courtesy: Luogo Comune e Tantemani)

È un passo, questo, tratto da quel meraviglioso saggio che è La mente colorata, in cui lo scrittore e critico Pietro Citati ri-racconta l’Odissea in un dottissimo viaggio all’interno del testo, trovando nel poema epico di Omero l’origine del mondo moderno, della nostra cultura, e di gran parte della letteratura di finzione: dal racconto fantastico a quello di suspence, dalle atmosfere kafkiane alle “strutture sinfoniche” di capolavori come Anna Karenina e Guerra e pace, dove i temi si accavallano, lasciano posto ad altri e poi riaffiorano.
Il libro di Citati lo lessi qualche anno fa, attratto dal titolo, ispirato a uno degli aggettivi con cui Omero descrive Ulisse, cioè poikilometes, termine che lo scrittore traduce appunto con «mente colorata e screziata: scintillante e cangiante: piena di incanti e di seduzioni; misteriosa, intricata, inestricabile». Tra le tante, appuntai una frase: «Perché l’Odissea – che sta lì, all’alba della letteratura, come un ideale libro per ragazzi, una specie di Pinocchio, e tutti i ragazzi possono capirla, con i suoi Feaci, i suoi Ciclopi, Scilla e Cariddi – è uno dei libri più misteriosi che siano stati mai scritti».

Tutto questo — la curiositas, il mistero, la mente colorata, l’Odissea che si legge fin dall’infanzia e allo stesso tempo rappresenta un enigma anche per coloro che la studiano a fondo — mi è tornato d’improvviso alla memoria quando ho visto il nuovo progetto realizzato dall’illustratore e artista murale Luogo Comune nel quartiere di Borgo Palazzo, a Bergamo.

(video: Gabriele Cella | courtesy: Luogo Comune e Tantemani)

Tutto è cominciato nell’estate del 2020 nell’ambito di Capacityes, progetto europeo per mezzo del quale la città di Bergamo cerca di affrontare problematiche come la deprivazione abitativa, la povertà educativa infantile e la segregazione spaziale.
Tra le iniziative di Capacityes c’è quella di riqualificare due stabili, trasformando uno di essi in co-housing temporaneo e l’altro in uno spazio — Hub4Kids — dedicato a bambine e bambini, ragazze e ragazzi, pensato per attività culturali, artistiche e sportive.

Il piano, coordinato dal comune di Bergamo, vede la partecipazione molte realtà: Cooperativa Sociale Patronato San Vincenzo, Cooperativa Sociale Ruah, Associazione Formazione Professionale Patronato San Vincenzo, Fondazione Iniziative e Studi sulla Multietnicità, Purelab, Cooperativa Generazioni FA, Centro Sportivo Italiano Bergamo, Best Institut. Tra queste, la Cooperativa Sociale Patronato San Vincenzo, attraverso l’Officina Tantemani — progetto all’interno del quale convivono una serigrafia, uno spazio per workshop, il laboratorio cittadino di arte pubblica Pigmenti, un laboratorio di ceramiche e un negozio di arte, design e nuovo artigianato —, ha pensato di coinvolgere alcuni nomi dell’arte contemporanea e le bambine e i bambini del territorio.
Nel luglio dello scorso anno, Tantemani ha attivato circa 20 laboratori, gestiti da un’educatrice della Cooperativa Generazioni FA e da un attore e pedagogo. L’idea: leggere alle piccole e ai piccoli dai 6 agli 11 anni dei singoli episodi dell’Odissea, parlarne insieme, far uscire fuori idee e infine trasformarle in disegni e brevi frasi.
Tutto il materiale è poi stato affidato all’artista cremonese Luogo Comune, che a partire da quegli spunti ha creato 10 murales nel quartiere di Borgo Palazzo.

Luogo Comune, “Intro | Ulisse”, via Gandhi, Centro Giovanile di Boccaleone, Bergamo
Ulisse è l’uomo dell’astuzia e dell’intelligenza, dall’ingegno multiforme che ricorre spesso a trucchi e stratagemmi. È sua, ad esempio, l’idea del cavallo di Troia, decisiva per la sconfitta dei troiani; o ancora, tanti ricordano la strategia utilizzata con i ciclopi dichiarando di chiamarsi Nessuno. Ulisse con le sue abilità, e non con la forza fisica, riesce a dominare l’ambiente circostante e, con l’aiuto degli dei, a cavarsela in ogni circostanza.
(foto: Massimo De Pascale | courtesy: Luogo Comune e Tantemani)
La mappa illustrata del quartiere di Borgo Palazzo, opera di Susanna Alberti
(courtesy: Luogo Comune e Tantemani)

Quella di chiamare Luogo Comune non poteva essere scelta più azzeccata. Oltre a essere uno straordinario autore, capace di comunicare su diversi livelli attraverso un segno semplice e diretto al servizio di un immaginario colto e ricco di simboli, Luogo Comune è anche un grande appassionato di avventure sui mari, tanto che nel suo bell’albo illustrato Il grande libro delle navi, pubblicato da Sinnos, aveva già disegnato la nave di Ulisse.
Nella sua interpretazione degli episodi dell’Odissea, Luogo Comune è riuscito a rappresentare proprio quella sovrapposizione tra pura e semplice avventura fantastica e mistero di cui parlava Citati, riempiendo le opere di elementi simbolici senza tuttavia intaccare la loro capacità di “arrivare” a chiunque, a prescindere da età, genere, etnia e background culturale.

Oggi i murales sono visibili e sparsi per Borgo Palazzo (nelle foto, scattate da Clara Mammana e Massimo De Pascale, ci sono gli indirizzi precisi) e c’è anche una mappa, disegnata dall’illustratrice e ceramista Susanna Alberti, mentre il video in alto è opera di Gabriele Cella.

Luogo Comune, “I Lotofagi”, via Vivaldi 14, muro privato, Bergamo
(Libro IX) Quando Ulisse sta per doppiare il capo Malea, un vento che viene da nord lo respinge indietro lungo Citera. Al decimo giorno approda al paese dei Lotofagi che accolgono calorosamente i compagni inviati da Ulisse in esplorazione e gli offrono il loto. Il loto produce in loro uno stato di benessere e al contempo gli fa dimenticare chi sono, il loro passato, dove stanno andando e scema in loro il desiderio di ripartire.
(foto: Massimo De Pascale | courtesy: Luogo Comune e Tantemani)
Luogo Comune, “Polifemo”, via Vivaldi 17, torretta ENEL, Bergamo
(Libro IX) Arrivato in prossimità di un’isola verdeggiante, Ulisse scorge la grotta di un Ciclope, Polifemo, e decide di avventurarsi con alcuni compagni per rapire alcuni agnelli del suo gregge. Trovando Ulisse e i suoi uomini nella propria grotta, Polifemo si arrabbia, afferra due compagni di Ulisse, se li mangia e fa prigionieri gli altri. Ulisse elabora un piano, offre a Polifemo il vino che aveva portato con sé, questi si ubriaca, Ulisse gli dice di chiamarsi Nessuno e quando il Ciclope si addormenta, lo acceca. Polifemo chiama aiuto, altri Ciclopi accorrono, gli chiedono chi lo aggredisce e lui risponde che è stato Nessuno così questi se ne vanno. Ulisse e i suoi compagni riescono a fuggire dalla grotta aggrappandosi alla pancia dei montoni che Polifemo portava fuori a pascolare ogni giorno ed egli, ormai accecato, non si accorge di nulla.
(foto: Massimo De Pascale | courtesy: Luogo Comune e Tantemani)
(foto: Massimo De Pascale | courtesy: Luogo Comune e Tantemani)
Luogo Comune, “Eolo”, via Borgo Palazzo incrocio via Serassi, muro privato, Bergamo
(Libro X) Ulisse approda all’isola di Eolo, dove questo lo trattiene per farsi raccontare le vicende della guerra di Troia. Finiti i racconti Eolo concede ad Ulisse di ripartire e gli dona un otre di cuoio con dentro i venti del mondo fatta eccezione per Zefiro che soffia in direzione di Itaca e che quindi gli permette di tornare dritto a casa. I compagni di Ulisse pensano che l’otre contenga grandi ricchezze così, di nascosto, lo aprono proprio mentre stanno per arrivare a Itaca. I venti liberati causano una tempesta che riporta la nave molto lontana dalla meta.
(foto: Massimo De Pascale | courtesy: Luogo Comune e Tantemani)
Luogo Comune, “Eolo”, dettaglio
(foto: Massimo De Pascale | courtesy: Luogo Comune e Tantemani)
Luogo Comune, “Circe & Ermes”, via Borgo Palazzo, fermata TEB, Bergamo
(Libro X) Tappa successiva del viaggio è l’isola di Eèa dove vive Circe. Ulisse manda in esplorazione ventidue marinai guidati da Euriloco, questi, giunti alla casa di Circe incontrano animali selvatici dall’atteggiamento insolitamente affettuoso. I marinai incauti vengono trasformati da Circe in maiali, solo Euriloco riesce a fuggire e a tornare ad avvisare gli altri. Ulisse decide di andare alla dimora di Circe e riceve da Ermes un’erba magica che lo preserva dagli artifici della maga.
(foto: Massimo De Pascale | courtesy: Luogo Comune e Tantemani)
Luogo Comune, “Circe & Ermes”, dettaglio
(foto: Massimo De Pascale | courtesy: Luogo Comune e Tantemani)
Luogo Comune, “I Lestrigoni”, via Galgario 27, torretta ENEL, Bergamo
(Libro X) Giunti dopo sei giorni di navigazione nella cittadina di Lamo, terra dei Lestrigoni, popolo di cannibali, tutti i marinai approdano nel porto, tranne Ulisse che, prudente, rimane al largo. Ulisse manda due compagni e l’araldo in esplorazione, questi vengono invitati al palazzo reale dalla figlia del re e qui vengono divorati. Il re chiama a raccolta il suo popolo e i Lestrigoni affondano la flotta lanciando pietre contro tutte le navi ancorate nel porto, solo Ulisse con la sua nave riesce a fuggire.
(foto: Massimo De Pascale | courtesy: Luogo Comune e Tantemani)
(foto: Clara Mammana | courtesy: Luogo Comune e Tantemani)
Luogo Comune, “La discesa nell’Ade”, via Codussi 7, muro palestra I.C. Alberico Da Rosciate, Bergamo
(Libro XI) Ulisse giunge nel paese dei Cimmeri e compiute le dovute cerimonie, comportandosi nel modo indicatogli da Circe e tenendo a distanza le “teste dei morti” affollantesi attorno a lui, scende agli Inferi. Dopo aver scorto l’anima della madre Anticlea, Ulisse interroga Tiresia ottenendo una predizione secondo la quale se i suoi compagni avessero mangiato le vacche del dio Sole egli sarebbe potuto tornare in patria ma su nave altrui, solo e trovando gente ostile ad accoglierlo. Tiresia gli concede inoltre la facoltà di mettersi in contatto con i defunti così Ulisse può parlare con la madre e con diverse altre anime.
(foto: Clara Mammana | courtesy: Luogo Comune e Tantemani)
Luogo Comune, “Le Sirene”, via Codussi 7, muro palestra I.C. Alberico Da Rosciate, Bergamo
(Libro XII) Ulisse ritorna sull’isola di Circe, questa gli dà alcuni consigli per il viaggio tra i quali quello di non sbarcare sull’isola delle Sirene ma di tappare le orecchie a sé e ai propri compagni con la cera per non lasciarsi ammaliare dal canto di queste creature. Giunto in prossimità delle Sirene, Ulisse, spinto dalla curiosità, decide di non mettersi la cera nelle orecchie e si fa legare all’albero della nave dando ordine di non scioglierlo prima che la nave si sia allontanata abbastanza così da evitare, ammaliato, di condurre i compagni al naufragio.
(foto: Clara Mammana | courtesy: Luogo Comune e Tantemani)
Luogo Comune, “Scilla e Cariddi”, via Codussi 7, muro palestra I.C. Alberico Da Rosciate, Bergamo
(Libro XII) La nave giunge nello stretto circondato dagli scogli di Scilla e Cariddi, i marinai vengono terrorizzati dalla presenza di onde altissime. Ulisse fa forza all’equipaggio brandendo le armi sulla prora della nave e riuscendo a superare il vortice creato da Cariddi non potendo però evitare che Scilla ghermisca sei dei marinai.
(foto: Clara Mammana | courtesy: Luogo Comune e Tantemani)
Luogo Comune, “Trinacria e Vacche del dio sole + L’isola di Ogigia”, sottofermata TEB visibile dalla pista ciclabile che costeggia i binari tra via Santi Maurizio e Fermo e via Bianzana, Bergamo
(Libro XII) Sfuggiti dallo stretto, i marinai sbarcano sull’isola di Trinacria, che ospita le vacche sacre del dio Sole. Nonostante tutti giurino ad Ulisse di non uccidere gli animali, memori degli avvertimenti di Tiresia e Circe, presi dalla fame a causa dell’esaurimento delle scorte e approfittando del fatto che Ulisse viene addormentato dall’influsso di una divinità, uccidono alcune vacche per fare sacrifici agli dei e per nutrirsene. Il dio Sole chiede agli altri dei vendetta e così, quando la nave salpa, viene fatta affondare da Zeus e Ulisse, unico sopravvissuto, resta in mare per nove giorni prima di approdare sull’isola di Ogigia. Qui l’eroe incontra la ninfa Calipso e se ne innamora. Ella lo ama e lo tiene con sé per sette anni per poi ripartire alla volta di Itaca.
(Libro X) Giunti dopo sei giorni di navigazione nella cittadina di Lamo, terra dei Lestrigoni, popolo di cannibali, tutti i marinai approdano nel porto, tranne Ulisse che, prudente, rimane al largo. Ulisse manda due compagni e l’araldo in esplorazione, questi vengono invitati al palazzo reale dalla figlia del re e qui vengono divorati. Il re chiama a raccolta il suo popolo e i Lestrigoni affondano la flotta lanciando pietre contro tutte le navi ancorate nel porto, solo Ulisse con la sua nave riesce a fuggire.
(foto: Massimo De Pascale | courtesy: Luogo Comune e Tantemani)
Luogo Comune, “Trinacria e Vacche del dio sole + L’isola di Ogigia”, dettaglio
(foto: Massimo De Pascale | courtesy: Luogo Comune e Tantemani)
Luogo Comune, “Trinacria e Vacche del dio sole + L’isola di Ogigia”, dettaglio
(foto: Massimo De Pascale | courtesy: Luogo Comune e Tantemani)
Luogo Comune, “Il ritorno a Itaca”, via Serassi 17, muro magazzini comunali, Bergamo
(Libri XIII – XXIII) Arrivato ad Itaca, rincontra anche il figlio Telemaco e con questi pianifica come cacciare i Proci. L’eroe si reca alla reggia dove incontra il cane Argo che lo riconosce. Penelope non lo riconosce e indice una gara di tiro con l’arco: chi riuscirà a far passare la freccia scoccata dall’arco di Ulisse nell’anello di 12 scuri potrà sposarla. Tutti i pretendenti falliscono tranne Ulisse che con Telemaco stermina tutti gli usurpatori al trono. Atena, però, vuole che la pace torni a regnare su Itaca e convince le due fazioni a non dare inizio ad una nuova lotta.
(foto: Massimo De Pascale | courtesy: Luogo Comune e Tantemani)
Luogo Comune, “Il ritorno a Itaca”, dettaglio
(foto: Massimo De Pascale | courtesy: Luogo Comune e Tantemani)
Luogo Comune, “La nave di Ulisse” e “I luoghi dell’Odissea”, via Serassi 17, muro magazzini comunali, Bergamo
Si è ipotizzato che la nave di Ulisse fosse una via di mezzo tra una nave da guerra e una nave commerciale. Dalle parole di Omero possiamo dedurre che la nave non è di grandi dimensioni, tanto che può essere ormeggiata sulla spiaggia, e non ha una chiglia molto profonda. Un unico albero ospita un’ampia vela quadrata.
L’Odissea ha luogo principalmente in Grecia, nel Peloponneso, nelle isole ioniche e nel Mediterraneo occidentale. Identificare con precisione i luoghi visitati da Ulisse è però poco più di un gioco o un’impresa impossibile. Il poema non dà abbastanza riferimenti ed essendo un testo poetico si pensa che Omero abbia creato delle ambientazioni di fantasia ma verosimili di modo che il lettore possa immaginare luoghi geografici di sua conoscenza, tranne alcuni luoghi fondamentali di cui troviamo una diretta corrispondenza tra poema e realtà come la patria di Ulisse, Itaca.
(foto: Massimo De Pascale | courtesy: Luogo Comune e Tantemani)
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