La nuova edizione di UAU, il festival d’illustrazione e cose belle

Per mesi le abbiamo viste svuotate, per poi pian piano ricominciare a viverle e a immergerci nuovamente nelle loro strade, ritrovandole cambiate — talvolta in meglio, altre in peggio. Tra serrande abbassate, nuove barriere, onnipresenti code, spazi privati portati all’aria aperta, le città si stanno rapidamente trasformando, in un’affannosa corsa per star dietro alle inedite necessità e alle mutanti regole e paradigmi del vivere civile. E noi che le abitiamo, dopo una lunga fase in cui, da elementi costitutivi di un “organismo urbano” vivo, ce ne siamo trovati parzialmente espulsi, stiamo via via rinegoziando il nostro rapporto coi luoghi.

COSA
UAU – Festival d’illustrazione e cose belle
DOVE
Parco Ermanno Olmi | Piazzale della Malpensata, Bergamo
QUANDO
25 – 27 giugno 2021

«Abitare… Uno strano verbo a pensarci bene. Si associa agli abiti e alle abitudini. Mi piacerebbe che ogni città fosse come un abito; la si indossa, poi se ne esce e la si posa su una sedia, facendo attenzione che non si sgualcisca per poter tornare a indossarla. Una città è fatta anche di abitudini; ogni città comporta abitudini diverse per la stessa persona. Una città è anche un posto che serve a nascondersi»: lo scriveva Italo Calvino, nel 1980, su L’Europeo. Ed è proprio questo concetto — l’abitare nell’ottica dell’abito e dell’abitudine — a fare da guida alla nuova edizione del festival bergamasco UAU.

Nato nel 2016 con un’improvvisazione tra jazz e live painting, e proseguito con un format dedicato soprattutto ai workshop, negli anni UAU si è evoluto in un evento in cui il vedere, il fare e il raccontare si legano tra loro in un ricco programma fatto di mostre, laboratori, anteprime e performance.

La sesta edizione — prevista dal 25 al 27 giugno prossimi presso il parco Ermanno Olmi di Bergamo, all’interno di un altro festival, Baleno, dedicato ai linguaggi creativi — sarà appunto focalizzata sulla città: «da anni aspettiamo il momento giusto per lavorare sulle parole di quel meraviglioso libro che è Le città invisibili. Oggi il momento è arrivato. Chiusi in casa da mesi ci stiamo dimenticando cosa significhi vivere la città, che non è solo vivere nella città ma è un complesso sistema di interazioni che ci immerge dentro la città e la rende abitata» spiega Andrea Arnoldi, che organizza e dirige UAU.

(courtesy: UAU)
(courtesy: UAU)

Tra i protagonistз di quello che è ormai conosciuto come “il festival d’illustrazione e cose belle” ci saranno due nostre vecchie conoscenze, l’architetto, illustratore e musicista Gianni Puri e l’illustratore e graphic designer Lucio Schiavon, che condurranno due workshop sul rapporto tra le città e i loro abitanti (tra l’altro i due vengono da due città uniche: rispettivamente Roma e Venezia).
E poi Giada Fuccelli, anche lei illustratrice nonché artista d’animazione, che aprirà le danze, la serata dell’inaugurazione, con Abito, una performance dal vivo, tra disegno e musica, insieme al duo OTU, progetto musicale tra elettronica ed hip-hop.

Tra le anteprime, la presentazione di Stalattite, primo e atteso graphic novel di Pablo Cammello, in uscita per Coconino (il direttore editoriale, Ratigher, lo descrive così: «quando ancora nel ’900 pensavo a che aspetto avrebbero avuto i fumetti di fantascienza del 2020 mai avrei pensato a questo. Sono quindi convinto di aver fatto centro, questa storia è l’inatteso & Cammello è un visionario»), e quella dell’albo La bambina e l’armatura, di Alicia Baladan e Raffaella Pajalich, da poco dato alle stampe da Topipittori. Baladan terrà un laboratorio per bambini all’interno del festival, dove non mancherà pure un’area-mercato, coi classici banchetti di artiste, artisti e autoproduzioni editoriali.

Per tutte le informazioni e gli aggiornamenti, ecco la pagina Facebook dell’evento.

Opera di Gianni Puri
(courtesy: UAU)
Opera di Lucio Schiavon
(courtesy: UAU)
Opera di Giada Fuccelli
(courtesy: UAU)
Opera di Pablo Cammello
(courtesy: UAU)
Opera di Alicia Baladan
(courtesy: UAU)
Un messaggio

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