Brass: lo specimen di un font per typo-cinefili ispirato alle opere di Tinto Brass

Nel suo libro Alfa-Beta — originariamente pubblicato nel 1964 per l’insegnamento del disegno dell’alfabeto nelle scuole di grafica, e recentemente riedito grazie a un bel progetto editoriale di Archivio Tipografico, Matilde Argentero e Lorenzo Bolzoni — il grande disegnatore di caratteri tipografici Aldo Novarese suggeriva una classificazione dei caratteri occidentali in dieci tipologie: lapidari, scritti, medioevali, ornati, veneziani, egiziani, transizionali, lineari, bodoniani e fantasie.
Riguardo a queste ultime, il padre della tipografia italiana del ‘900 scriveva:

«A questa categoria appartengono quei caratteri nei quali la fantasia si è librata al di fuori delle forme convenzionali, e l’origine si perde nel tempo. Come abbiamo fin qui constatato, ogni epoca ha avuto forme di caratteri antitradizionalistiche, dettate dall’estro o dalla imperizia, le quali non ebbero séguito1.
Solamente nel secolo scorso sorsero le più importanti dimostrazioni dei tipi fantasia ad opera di disegnatori litografi. È comprensibile che tali forme fossero sùbito imitate dalle fonderie. […]Ancora oggi le « Fantasie » assumono un pòsto determinante nella stampa pubblicitaria: le loro forme — anche se non più assai estrose, come per il passato — segnano una « moda », creando, con i loro motivi, una vivace nota di richiamo».

“Brass. The Typeface / The Film Director”, a cura di Fantasia Type, edizioni Press Press, 2021
(courtesy: Press Press)

Questa definizione di font “fantasia” è evidentemente molto cara alla grafica e type designer Franziska Weitgruber e al grafico e ricercatore Michele Galluzzo, che l’anno scorso hanno unito le forze e fondato Fantasia Type, uno studio e una fonderia digitale di base tra Milano e Laces, in Alto Adige.
Primo — e per ora unico — carattere prodotto da Weitgruber e Galluzzo è Brass, font che si ispira al celebre e controverso regista Tinto Brass ed è al contempo un omaggio alla sua lunga carriera di cineasta.

«Il cinema di Brass» spiega il duo, «oltre alle sperimentazioni sul piano formale, nel montaggio, nella fotografia, nella scenografia e nei costumi, oltre al suo contributo alla maturazione in particolare del filone erotico in Italia, può essere analizzato anche per il suo dialogo costante con il graphic design e la tipografia. L’attenzione del regista veneziano nei confronti della forma delle lettere e in particolare dei caratteri “Fantasia” — secondo la celebre classificazione fatta da Aldo Novarese — ha dato vita a title sequence, manifesti, locandine estremamente sperimentali dal punto di vista tipografico e che sono diventati una delle principali fonti d’ispirazione nella progettazione di Brass».

“Brass. The Typeface / The Film Director”, a cura di Fantasia Type, edizioni Press Press, 2021
(courtesy: Press Press)
“Brass. The Typeface / The Film Director”, a cura di Fantasia Type, edizioni Press Press, 2021
(courtesy: Press Press)

Caratterizzata da linee decisamente anni ’70, piene di rotondità e ammiccanti asterischi, Brass è una famiglia di caratteri che si sviluppa in diverse varianti.
Viste le origini, lo specimen non poteva che essere un viaggio all’interno della filmografia brassiana, tra font utilizzati nelle locandine e nei titoli dei film, trame delle opere — dall’allucinante corto del 1958 Spatiodynamisme, realizzato con l’artista cibernetico Nicolas Schöffer, al corto Hotel Courbet, presentato nel 2009 Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia — e frame rielaborati graficamente.
Si tratta di un ibrido tra specimen e approfondimento cinefilo-femminista, prodotto da Fantasia Type in collaborazione con Press Press, studio milanese di serigrafia, incisione e risografia.

È un volume di 80 pagine, arricchito da un poster stampato in offset con da un lato i titoli dei film di Brass e dall’altro l’immagine iniziale del primo lungometraggio del regista (Chi lavora è perduto, 1963) e da un saggio sul rapporto tra Brass e la grafica modernista italiana. E c’è poi un inserto, stampato in risograph, che raccoglie una bella conversazione attorno alla filmografia del cineasta veneziano. La chiacchierata, moderata dal duo Fantasia Type, ha visto come protagoniste sette femministe: Giada Biaggi, scrittrice e “fashion-comedian”, Cecilia Cappelli e Caterina Di Paolo, rispettivamente graphic designer e illustratrice e redattrice della rivista indipendente Frute, Vittoria Paglino, filmmmaker ed etnologa, e infine, dal collettivo Virgo Milano, la fotografa Zoe Natale Mannella e le direttrici creative Mariavittoria Ennati e Carlotta Pintucci.
Il libro si può acquistare online.

“Brass. The Typeface / The Film Director”, a cura di Fantasia Type, edizioni Press Press, 2021
(courtesy: Press Press)
“Brass. The Typeface / The Film Director”, a cura di Fantasia Type, edizioni Press Press, 2021
(courtesy: Press Press)
“Brass. The Typeface / The Film Director”, a cura di Fantasia Type, edizioni Press Press, 2021
(courtesy: Press Press)
“Brass. The Typeface / The Film Director”, a cura di Fantasia Type, edizioni Press Press, 2021
(courtesy: Press Press)
“Brass. The Typeface / The Film Director”, a cura di Fantasia Type, edizioni Press Press, 2021
(courtesy: Press Press)
“Brass. The Typeface / The Film Director”, a cura di Fantasia Type, edizioni Press Press, 2021
(courtesy: Press Press)
“Brass. The Typeface / The Film Director”, a cura di Fantasia Type, edizioni Press Press, 2021
(courtesy: Press Press)
“Brass. The Typeface / The Film Director”, a cura di Fantasia Type, edizioni Press Press, 2021
(courtesy: Press Press)
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