I contrasti dell’Islanda, in una serie di illustrazioni di Cristina Paleari

Era il 2018 quando Cristina Paleari ha iniziato a fare la “pendolare” tra l’Italia e l’Islanda, più precisamente tra Milano e Reykjavík — che non è proprio dietro l’angolo e non si raggiunge col tram.
Con alle spalle una laurea in industrial design presso il Politecnico di Milano, Cristina lavora in un grande studio milanese, Design Group Italia, dove si occupa di user experience e service design.
Tra i clienti dello studio c’è Blue Lagoon, uno dei complessi geotermali con spa e hotel più affascinanti e famosi al mondo, e per 8 mesi, tra il 2018 e il 2019, Cristina e una squadra di suoi colleghi e colleghe hanno viaggiato avanti e indietro attraverso l’Europa, soggiornando tra la capitale islandese e Grindavík — un villaggio portuale di appena 2mila anime a due passi dalla Laguna Blu, chiamata così per le sue acque azzurrine — e andando a esplorare il resto del paese nei fine settimana.

Da sempre appassionata di illustrazione, durante la permanenza sull’isola Cristina ha cominciato a riempire quaderni di appunti e di schizzi. Dopo diversi mesi, in concomitanza con la pandemia e il periodo del lockdown, ha deciso di riprenderli in mano.
«Rileggendo i miei appunti — mi ha raccontato —, i ricordi riaffioravano. Così ho deciso di cogliere l’occasione offerta dal tempo che eravamo costretti a passare in casa. Ho cominciato a schizzare velocemente sull’iPad i paesaggi che avevano ispirato quei pensieri, prendendo spunto dalle fotografie che avevo scattato nei diversi luoghi, fino a creare una vera e propria serie di 10 “contrasti”».

Proprio le contrapposizioni — il clima rigido e le acque calde, la natura in costante evoluzione e i paesaggi infiniti, la potenza degli elementi e la sensazione di relax e libertà, i lunghi periodi bui e quelli in cui il sole non tramonta mai, il silenzio assoluto interrotto dalle esplosioni dei geyser — sono diventate il leitmotiv del progetto, che si è trasformato in una mini-guida fatta di illustrazioni e testo: Iceland. Beauty of contrasts.

«Da subito — racconta l’autrice — volevo che il testo fosse una parte fondamentale e che dialogasse con l’illustrazione. Ho perciò affinato la narrazione, per far sì che in pochissime righe si cogliesse la bellezza degli elementi in contrapposizione che generavano quei ricordi di esperienze così specifiche».

Di seguito tutte le tavole della serie, accompagnate dal racconto di luoghi. e momenti, insieme ad alcune delle foto scattate in Islanda, a una piccola selezione di schizzi e al set di 10 cartoline che Cristina sta pensando di realizzare.

«Non potevo credere, seduta sul sedile posteriore dell’auto, che il paesaggio potesse cambiare così repentinamente, che non ci fosse un chilometro di strada uguale all’altro e non ci si potesse annoiare neanche per un instante!
Sembrava di essere in una sorta di parco a tema, dove avevano costruito “il villaggio d’inverno” e poi “le montagne rocciose” o “la vallata delle cascate” una attigua all’altra, ma invece era tutto assolutamente reale e mozzafiato!»

«Dopo i primi viaggi, dopo essermi ripresa dall’estasi delle prime meraviglie a cui avevo assistito, ho capito che avrei visto ancora tanti paesaggi incredibili e ho cominciato a ripensare alle cose che mi avevano colpito di più. Per esempio, ripensavo alla dimensione incredibile delle cascate e a quanto fossero microscopiche — in confronto — le persone che vedevo affacciate alla ringhiera che dava sulla cascata.»

«Oppure a quanto sembrasse di essere su Marte o sulla Luna mentre camminavamo — letteralmente — verso il nulla, tra dune di sabbia nera, per raggiungere la carcassa dell’aereo precipitato

«Blue Lagoon è un luogo mozzafiato, l’acqua ha un caratteristico colore azzurro lattiginoso per via del silicio, che è l’elemento naturale che si trova in gran quantità nelle sue acque (insieme ad altri elementi come alghe, minerali e sali), che sono calde — intorno ai 37/39° C. Tutto intorno, le tipiche rocce e il muschio islandese fanno da cornice e all’orizzonte si alzano le caratteristiche colonne di vapore.»

«La natura e gli elementi atmosferici, in Islanda, sono qualcosa di veramente potente. Il vento è una delle presenze più forti e pericolose. Può spostarti mentre cerchi di camminare e urla e fischia (letteralmente), raggiunge una velocità impressionante, tanto che alcune volte viene diramata l’allerta. Anche guidare con vento forte è un’esperienza che ti forgia, senti l’auto vibrare e bisogna mantenerla in linea retta!»

«Ho cominciato ad avere la necessità di appuntarmi quei pensieri sul mio quaderno e alcune volte li accompagnavo con uno schizzo veloce del paesaggio, giusto per tracciare il profilo della montagna o la linea dell’orizzonte, per ricordarmi qual era il luogo che mi aveva fatto sorgere quell’emozione.»

«La necessità era principalmente quella di raccogliere e imprimere le sensazioni, i pensieri e le esperienze. Infatti sul quaderno pensavo a come trascrivere, in poche parole, i diversi ricordi. Per deformazione professionale, sono solita fare anche schizzi sui post-it e così anche qualche paesaggio l’ho disegnato sui pratici foglietti colorati e appiccicati sul quaderno.»

«Dopo un inverno molto freddo e buio (si andava in ufficio con il buio e la luce arrivava intorno a metà mattinata), è arrivato il periodo in cui la luce cominciava a essere sempre più presente, fino a che, dopo cena, poteva sembrare ancora pomeriggio, al punto che non faceva mai davvero buio per tutta la notte (un accessorio fondamentale è la mascherina per gli occhi, per poter dormire tranquillamente).»

«Vedrai di rado un ombrello in Islanda (anzi mai), perché quando piove c’è anche vento e l’ombrello è qualcosa di assolutamente inutile (molto meglio un bel cappuccio!).
Anche affrontare il freddo e la neve è un’impresa. Consiglio sempre uno scalda-collo, accessorio indispensabile, che è diventato da subito il mio fidato compagno di viaggio, insieme a scarpe da trekking e giacca anti-vento.»

«Una delle esperienze più belle in assoluto è stata vedere per la prima volta l’aurora boreale. Uno spettacolo senza paragoni e del quale non ci si può stancare mai (o almeno è così per chi non abita lì). Questo ricordo l’ho anche immortalato in un’altra illustrazione: Aurora

Le foto

Lo sketchbook

Le cartoline

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