David Bihanic, “#HashedTime” (fonte: davidbihanic.com)

#HashedTime: un’installazione racconta il nostro schizofrenico mondo attraverso hashtag e foto più popolari

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#boomeconomico
#conilverboSALVARE
#facciamogliITALIANI

Nel momento in cui scrivo sono questi gli hashtag più popolari in Italia. Cambieranno durante la giornata. Qualcuno probabilmente galleggerà per uno o due giorni nella classifica che Twitter aggiorna in ogni istante. Ciascuno di essi — quelli spontanei, quelli pilotati, quelli importanti, quelli assolutamente frivoli — rappresenta ciò che sta succedendo e ciò di cui si sta parlando di più nel cosiddetto dibattito pubblico. Ne sono l’impronta, o meglio l’eco. Un riverbero che è anche il “ritratto” di un momento ben preciso e, nella sua costante e ininterrotta metamorfosi, è anche la dimostrazione dell’enorme e ingestibile flusso di informazioni al quale siamo sottoposti e la prova di un deficit di attenzione che colpisce, indistintamente, noi tutti.

Ieri c’erano #SeaWatch, #Salvini, #AccademiadellaCrusca, #ddlPillon, #LeIene, #DottoressaGio, #Piatek.
L’altro ieri #EmpoliGenoa, #QuartaRepubblica, #Miranda, #Perisic, #Draghi. E così via. La politica, la cronaca, la tv, le partite, le polemiche sulla “transitivizzazione” degli intransitivi. Riguardando indietro anche solo di pochi giorni si ha la sensazione che siano passate ere geologiche: «ah, ti ricordi di quella volta in cui parlavamo tutti di uscire il cane? Ma è stato prima o dopo della Shoah? E prima o dopo di C’è posta per te?».
Se sembra grottesco è perché lo è. Solo che, immersi nel flusso e partecipi dello stesso, facciamo fatica ad accorgercene, e cominciamo a percepire il tempo come appiattito in un eterno presente in cui informazioni, immagini e opinioni sono le tessere di un immenso mosaico cangiante.

David Bihanic, “#HashedTime”
(fonte: davidbihanic.com)

L’orologio si è fermato. C’è soltanto il “qui e ora”, il momento cruciale, che però va avanti da anni, incessante, fatto di eventi tutti ugualmente della massima importanza — la Juve che ha perso, il terremoto, l’uscita di un concorrente da un reality, la Brexit, #MeToo.
Ma, come dice il vecchio e fortunato aforisma, pure un orologio fermo segna l’ora giusta due volte al giorno. Lo cita anche il ricercatore e designer David Bihanic, docente presso la Sorbona di Parigi, nel suo progetto #HashedTime, che è allo stesso tempo un’opera di information design, un’installazione artistica e una macchina del tempo.

Realizzata con l’aiuto del programmatore e analista di dati Marc Le Renard, #HashedTime mostra gli hashtag più popolari del giorno insieme a quelli dello stesso giorno ma degli anni passati, arrivando fino al 2006, cioè quando venne lanciato Twitter.
A questi unisce le foto di Instagram più di tendenza, spingendosi però solo fino al 2010, anno in cui l’app arrivò sugli smartphone.

Il risultato è un costruirsi, sullo schermo, di una dinamica fotografia dei grandi temi che hanno appassionato il dibattito pubblico. Una testimonianza di quello che Bihanic stesso definisce «un mondo profondamente instabile, un mondo di crescente incertezza che periodicamente oscilla tra unione e disunità, accordo e contraddizione, un mondo attraversato su tutti i lati da dubbi e contingenze, intriso di controversie e animato da un’infinita varietà di emozioni».

David Bihanic, “#HashedTime”
(fonte: davidbihanic.com)

L’installazione sarà in mostra a Torino, nel luogo che più di ogni altro riesce a incarnare lo spirito di un’opera come #HashedTime, cioè Wild Mazzini, galleria d’arte dedicata all’information design, nata nel 2018 e fondata da Clemente Adami, Federica Biasio e Davide Fuschi.

#HashedTime si potrà visitare a partire dal 5 febbraio — una data tutt’altro che causale visto che coincide con il Safer Internet Day, giornata internazionale per la sensibilizzazione sui rischi della rete.
L’opera rimarrà in galleria fino all’8 febbraio, giorno in cui si terrà anche un incontro con David Bihanic, organizzato in collaborazione con l’Alliance Française di Torino, anche se purtroppo i posti sono andati già tutti esauriti.

David Bihanic, “#HashedTime”
(fonte: davidbihanic.com)
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