Alberto Madrigal, “Berlin notebook”, Raum Italic, 2018 (foto: Frizzifrizzi)

Vivere Berlino dentro a un notebook

Come ho già scritto molte volte, il supporto influenza la scrittura. Il ritmo, la voce, l’atmosfera di un testo sono condizionati sia dallo strumento — macchina per scrivere, computer, tablet, penna e quaderno — che dalla cornice dentro alla quale si scrive — foglio orizzontale, verticale, quadrato, grande, piccolo, a quadretti, a righe, a righe storte

A me, ad esempio, su carta mi capita di essere più breve e conciso mentre davanti al computer, con tante finestre aperte allo stesso momento, indulgo in subordinate, parentesi, incidentali. Su tablet, invece, dove non ho distrazioni, ho composto tutti i miei testi più lunghi, che poi vado a rieditare da pc per dare (o almeno così mi piace pensare) più ritmo, sostenuto dal tic tic tic della tastiera.

Alberto Madrigal, “Berlin notebook”, Raum Italic, 2018
(foto: Frizzifrizzi)

Restringendo il campo ai soli taccuini e quaderni, ne esistono di tutti i tipi, più adatti a questa o a quell’altra occasione: ci sono quelli da conferenza, quelli da viaggio in treno, quelli da scrivania, quelli da passeggiata, quelli da divano, quelli da pedinamento.
Il Berlin notebook di Alberto Madrigal è senza dubbio un quaderno da panchina o da tavolino del bar.

Prodotto da Raum Italic — studio grafico, casa editrice indipendente e bookshop fondato a Berlino da Barbara Gizzi e Marco Ghidelli — il notebook è caratterizzato da pagine illustrate da Madrigal, che è spagnolo ma abita nella capitale tedesca da più di 10 anni (lì ha anche ambientato tre suoi fumetti, Un lavoro vero, Va tutto bene e, con Mathilde Ramadier, Berlino 2.0, tutti pubblicati da Bao).

Alberto Madrigal, “Berlin notebook”, Raum Italic, 2018
(foto: Frizzifrizzi)

Tra stazioni della metropolitana, scorci cittadini, cabine per fototessere, cartelli stradali e tanti piccoli dettagli sui quali tipicamente ci si sofferma quando si è appunto seduti a meditare e osservare durante quelle piacevoli, irrinunciabili parentesi di tempo che ci fa bene concedere a noi stessi quando abbiamo appena finito di fare qualcosa, e prima di metterci a fare qualcos’altro. Il momento perfetto, quindi, non per stilare liste, scalette, memo — sono cose, quelle, che vanno fatte dritti sulle gambe e con un piede già pronto a partire — ma piuttosto per buttar giù pensieri lenti, per far marinare le impressioni e condirle con le parole giuste.

18 pagine, copertina serigrafata, formato 21 x 15,5 cm (quindi comodo da portare dietro ma non troppo piccolo), il Berlin notebook si acquista online.

Alberto Madrigal, “Berlin notebook”, Raum Italic, 2018
(foto: Frizzifrizzi)
Alberto Madrigal, “Berlin notebook”, Raum Italic, 2018
(foto: Frizzifrizzi)
Alberto Madrigal, “Berlin notebook”, Raum Italic, 2018
(foto: Frizzifrizzi)
Alberto Madrigal, “Berlin notebook”, Raum Italic, 2018
(foto: Frizzifrizzi)
Alberto Madrigal, “Berlin notebook”, Raum Italic, 2018
(foto: Frizzifrizzi)
Alberto Madrigal, “Berlin notebook”, Raum Italic, 2018
(foto: Frizzifrizzi)
Alberto Madrigal, “Berlin notebook”, Raum Italic, 2018
(foto: Frizzifrizzi)
Alberto Madrigal, “Berlin notebook”, Raum Italic, 2018
(foto: Frizzifrizzi)
Alberto Madrigal, “Berlin notebook”, Raum Italic, 2018
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