«Danza per me non per la danza» cantava Giovanni Lindo Ferretti in Le qualità della danza, un pezzo — tratto dal disco Canzoni, Preghiere, Danze del II Millennio – Sezione Europa, del 1989 — in cui il testo è ridotto all’osso e si viene travolti da una musica orientale che mette appunto voglia di ballare.
Quel verso riassume tutto: la danza come dono e dimostrazione d’amore, al di là della “qualità della danza in sé”, contrapposta alla danza per la danza, quindi come atto fisico, rituale, artistico.
L’uomo balla. Balla probabilmente da prima di diventare ciò che noi chiamiamo uomo. Prima di scrivere, prima di parlare e di disegnare, ha cominciato a ballare.
Primitivo e al contempo evoluto, spontaneo eppure codificato, sacro e profano allo stesso tempo, il fenomeno della danza è l’oggetto di indagine di una interessante quanto trascinante animazione prodotta dal magazine online Aeon, piattaforma culturale che è nata nel 2012 ed ha una vivacissima sezione video nella quale alterna filmati d’archivio e cortometraggi prodotti ad hoc.
Realizzato da Rosanna Wan e Andrew Khosravani (quest’ultimo già autore di un altro corto d’animazione da non perdere: Freud vs. Jung, sempre prodotto da Aeon), Dance, Dance Evolution analizza la danza dal punto di vista storico, rituale/religioso, sociologico e neurologico.
Finito di guardarlo, viene da mettere su un po’ di musica. E ballare.