Mayumi Otero e Raphael Urwiller, i due artisti che insieme formano il duo Icinori, si sono conosciuti nel 2008 a Strasburgo, dove entrambi frequentavano la scuola d’arte. All’epoca tra i giovani illustratori c’era soprattutto la voglia di sperimentare sul web, e la stampa artigianale, al contrario di quanto succede oggi, era un’attività pressoché marginale.
Controcorrente rispetto all’overdose di pixel che uscivano dalle mani e dalle menti dei loro coetanei, Otero e Urwiller hanno puntato fin da subito sulla carta, sugli inchiostri, sulle racle e i telai, esplorando il mondo della serigrafia e delle autoproduzione editoriali.
«Abbiamo cominciato una specie di escalation di complessità», mi raccontò qualche anno fa Raphael nel corso di un’intervista che feci loro (corredata da millemila immagini, ché quando hai l’occasione di vedere dal vivo le loro opere non vuoi farti scappare nemmeno uno dei tanti dettagli che danno all’immaginario di Icinori un sapore complesso, stratificato, che in qualche modo attraversa il tempo e lo spazio, tra metafisica, surrealismo, rimandi alle antiche incisioni, all’arte orientale, alle avanguardie russe, alla computer art, alle illustrazione per l’infanzia di inizio ‘900). «Prima libretti a due colori, poi a tre colori, poi a tre colori pieni di piegature, poi libri pop-up, poi grossi libri pop-up a sette colori…».
Alternando lavori su commissione per le principali testate di tutto il mondo e libri pubblicati da editori tradizionali (in Italia, per i tipi di Orecchio Acerbo, uscì lo splendido Issun Boshi, che ora purtroppo è fuori catalogo), il progetto Icinori continua a sperimentare con le autoproduzioni, e quello dei libri pop-up rimane uno dei territori nei quali il duo riesce a dare il meglio di sé, coniugando competenza tecnica, grande ricerca sull’uso del colore ed esplosive invenzioni estetiche e narrative.
Il loro ultimo lavoro, Carrière, la cava, è appunto un libro pop-up autoprodotto, stampato in sole 160 copie, tutte firmate e numerate, frutto della collaborazione con uno dei migliori studi serigrafici francesi, Lézard Graphique.
Rilegato a leporello, stampato in ben 14 colori, Carrière parla di una montagna che in realtà è un vulcano. Usata come cava, le pietre vengono utilizzate per costruire una città un po’ matta, finché il vulcano si risveglia, distrugge tutto, e poi ritorna la calma.
«È una storia di entropia, che si muove dalla semplicità alla complessità per poi ritornare alla semplicità, sia all’interno della storia che nella sua rappresentazione», hanno raccontato Mayumi e Raphael al magazine Grafik.
Di seguito alcune foto del “making of”, prese dal loro account Instragram, e altre immagini del volume.