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Durante le giornate del Bologna Children’s Book Fair, Inuit e Studio Fludd organizzano una collettiva di opere in risograph dove il tema è la cosmogonia, la “doppia bolla” di cielo e terra, interpretata da 11 artisti italiani e internazionali.

C’è un paradosso che mi ha sempre affascinato: da quando la scienza è riuscita a risolvere buona parte degli interrogativi e a spiegare i misteri e le superstizioni che hanno accompagnato l’uomo dalla notte dei tempi, per l’uomo medio tale scienza è diventata un dogma indiscutibile, fonte di granitiche certezze, elevata quasi allo status divino.
La scienza, per il Mario Rossi che la mattina prende il caffè al bar, fotografa il croissant per metterlo su Instagram e discute di politica su facebook tra la foto di un gattino e l’altra, la scienza ha sostituito la funzione che finora era stata esclusiva della religione e della filosofia, quella di dare un senso, delle risposte, lasciando il minimo margine alla più creativa ma anche sovversiva e pericolosa delle condizioni mentali: il dubbio.

Il paradosso è che se il Mario Rossi si sente in diritto di liquidare con sarcasmo ogni visione laterale, ogni cosmogonia altra, sono poi gli uomini di scienza a coltivare il piacere creativo del dubbio, a gustare il sapore mistico della spiritualità, ben consci di quanto ci sia ancora da scoprire, consapevoli di quanto spazio rimanga ancora, tra le pieghe delle certezze e delle dimostrazioni inconfutabili, per mettere in discussione i modelli accettati.

Sappia, il Mario Rossi del croissant e dei gattini, che nel 2015 non c’è ancora un modello universalmente accettato e dimostrato che spieghi la nascita dell’universo. C’è chi pensa (e parlo di scienziati, non di santoni né di complottisti) che il Big Bang non sia mai esistito, chi non sa spiegarsi come alcune galassie siano apparentemente più vecchie dell’età dell’intero universo, chi crede che tutta la realtà nasca dalla vibrazione di minuscole stringhe (non molto diversa, come spiegazione, dall’Oṃ primordiale degli induisti o da “in principio era il Verbo”), chi punta sul multiverso e su realtà parallele, chi sta cercando di dimostrare che tutto ciò che vediamo e conosciamo non è che una simulazione avviata 13 miliardi di anni fa dentro a qualche super-computer.

Quindi di margine ce n’è eccome, per fantasticare. E non c’è rischio — per il prossimo futuro — che per filosofi, scrittori fantasy e artisti si esaurisca il materiale su cui lavorare.
Ed è proprio la propria personale cosmogonia, l’interpretazione sull’origine dell’universo, il tema della collettiva che Inuit e Studio Fludd (questi ultimi tra un panino e l’altro) hanno organizzato durante la Bologna Children’s Book Fair.

Una mostra di opere stampate in risograph che nasce da una serie di parole chiave (#MappaMundi #cosmologia #biglie #antipodi #dualismo) su cui hanno lavorato 11 artisti: Daniele Castellano, Icinori, Geran Knol, Hanna Konola, Umberto Mischi, Viola Niccolai, Anastasia Stročkova, Elisa Talentino, Mathilde Vangheluwe e Bruno Zocca, oltre appunto a Studio Fludd.
Di seguito, dopo i quando e i dove dell’esposizione, una piccola preview con alcuni dettagli delle opere.

QUANDO: 1 aprile 2015 | 19,00
DOVE: Inuit Bookshop | via Petroni 19/c, Bologna | mappa | facebook

Icinori (dettaglio)
Icinori (dettaglio)
Viola Niccolai (dettaglio)
Viola Niccolai (dettaglio)
Elisa Talentino (dettaglio)
Elisa Talentino (dettaglio)
Elisa Talentino (dettaglio)
Elisa Talentino (dettaglio)
Umberto Mischi (dettaglio)
Umberto Mischi (dettaglio)
Studio Fludd (dettaglio)
Studio Fludd (dettaglio)
Studio Fludd (dettaglio)
Studio Fludd (dettaglio)
Anastasia Stročkova (dettaglio)
Anastasia Stročkova (dettaglio)
Hanna Konola (dettaglio)
Hanna Konola (dettaglio)
Mathilde Vangheluwe (dettaglio)
Mathilde Vangheluwe (dettaglio)
Mathilde Vangheluwe (dettaglio)
Mathilde Vangheluwe (dettaglio)
Bruno Zocca e Daniele Castellano (dettaglio)
Bruno Zocca e Daniele Castellano (dettaglio)
Bruno Zocca e Daniele Castellano (dettaglio)
Bruno Zocca e Daniele Castellano (dettaglio)
Bruno Zocca e Daniele Castellano (dettaglio)
Bruno Zocca e Daniele Castellano (dettaglio)
Geran Knol (dettaglio)
Geran Knol (dettaglio)
Un messaggio

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