Kinopravda è un collettivo di filmmaker di base a Barcellona, in Spagna, che ha all’attivo un gran numero di collaborazioni con musicisti, marchi e testate editoriali di tutto il mondo, e un portfolio di video musicali, fashion film e pubblicità di altissimo livello.
Il nome l’hanno preso dai pionieri dei cinegiornali russi—personaggi come Dziga Vertov, Elizaveta Svilova e Mikhail Kaufman, che negli anni ’20 provavano a catturare “l’anima delle cose” immortalando, spesso di nascosto, scene di vite quotidiana (qua puoi vederne un esempio), inseguendo come una chimera il concetto di “verità”: da qui l’etichetta di Kino (cinema) Pravda (verità).
Ma «il cinema oggi giorno è più falsità che verità», sostengono i Kinopravda del XXI secolo, che dicono—cito dal loro sito—«di voler ripensare e restaurare il ruolo dell’arte nel filmmaking», introducendo nella loro personalissima ricerca della verità una buona dose di surrealismo (termine usato molto a sproposito, di questi tempi, ma qua parliamo del surrealismo “originale”, fedele al manifesto di Breton del ’24), come dimostra questo video, pubblicato dal magazine online Nowness, in cui vengono utilizzati spezzoni di video musicali realizzati dal collettivo ma mai pubblicati per destabilizzare lo spettatore con suoni inutili quanto affascinanti, resi ancora più assurdi dai titoli che li introducono.
Ti sei mai chiesto che suono abbia un sacchetto di carta che prende fuoco in testa a una donna?
E un uomo con una barba irrazionalmente lunga che medita in una discarica puzzolente circondato da mosche?
E che rumore fanno due uomini vestiti casual che si abbracciano le gambe mentre cadono in una piscina? Dei giradischi che disegnano forme anonime con l’inchiostro rosso?
Clicca su play e avrai la risposta.