Quando è in uscita un film di una serie di successo, in rete si scatena l’inferno e—dai gadget ai memorabilia, dai filmati nostalgici ai remake, dai meme agli approfondimenti su ogni singolo aspetto estetico, narrativo e tecnico—l’attesa viene pompata a suon di contenuti, alcuni pilotati dalle case di produzione e dagli uffici stampa, altri spontaneamente creati da veri appassionati (più spesso una miscela delle due cose) o da chi cerca di entrare “in scia” sul tema del momento per ottenere i propri 15 minuti di celebrità.
Con l’uscita, pochi giorni fa, di Spectre, l’ultimo della saga di 007, il quarto con Daniel Craig nella parte di Bond, c’è stato gran fermento soprattutto per quanto riguarda le vecchie pellicole, quelle che hanno fatto la storia del cinema e ancor più del costume.
Tra i video più interessanti c’è questo, che raccoglie tutti i gadget apparsi nei film (per la cronaca: sono 193), dal 1962, l’anno di Licenza di uccidere a oggi.
Qualcun altro invece si è soffermato sul design degli interni, che specialmente negli anni ’60 e ’70 (l’era Sean Connery e Roger Moore per intenderci, a parte la brevissima parentesi George Lazenby, l’unico tra gli attori che hanno prestato il volto alla celebre spia ad aver recitato in un solo film) hanno contribuito in maniera determinante al successo della serie e lanciato quella che può essere definita come “estetica James Bond”. Un’estetica che in tanti casi, più che ispirarsi alla realtà, l’ha addirittura anticipata, fungendo da modello per le tendenze di interior design che sarebbero arrivate dopo.
Artefice di tale estetica è stato Ken Adam, scenografo che ha curato i set di ben sette episodi della saga. Oggi 94enne, sul caminetto di casa sua (immagino) ha due premi Oscar vinti per Barry Lindon di Kubrick (con cui collaborò la prima volta per il Dr. Stranamore: per chi volesse approfondire qua c’è un bel racconto di Adam che parla di Kubrick) e uno, vent’anni dopo, per La pazzia di Re Giorgio, film del 1994 diretto da Nicholas Hytner.
Tra l’altro si deve a Ken Adam—grande protagonista di questa serie di fotogrammi, raccolti da un appassionato, Martin Klasch, sul suo blog—la progettazione di uno dei più grandi set al mondo, ribattezzato 007 stage, creato per ricreare la superpetroliera Liparus ne La spia che mi amava, del ’77, e utilizzato ancora oggi nonostante sia andato completamente distrutto nel 1984 durante le riprese di un film di Ridley Scott, per poi essere ricostruito per ospitare scene di tutti gli altri Bond e di kolossal come Alien 3, Mission: Impossible, Charlie e la fabbrica di cioccolato, Il codice Da Vinci, Mamma Mia!, Harry Potter, I pirati dei Caraibi, Everest…


























