Binic by Foscarini | intervista a Ionna Vautrin

La Binic l’ha progettata Ionna Vautrin, giovane (lo è per diritto, in quanto mia coetanea) designer francese che si è ispirata ad un faro in Bretagna per il nome e alle maniche a vento delle navi per le linee e che ho deciso di intervistare per capire come nasce un prodotto di successo.

Ciao Ionna, cominciamo parlando di te.
Da quanto fai la designer? Dove hai lavorato prima di arrivare da Foscarini?

Mi sono laureata presso l’École de design Nantes Atlantique nel 2002.
Prima di aprire il mio studio nel gennaio 2011 ho lavorato presso diverse aziende o designer. Ho iniziato a disegnare scarpe per Camper in Spagna e poi lavorato presso lo studio di George. J. Sowden a Milano.
Nel 2006 è la volta dell’ atelier dei fratelli Bouroullec dove ho collaborato per cinque anni.
Parallelamente a queste diverse esperienze ho iniziato a disegnare progetti a mio nome per Industreal a Milano, per la Tools galerie a Parigi e infine per Foscarini.

Perché hai deciso di fare la designer?

Mi sono interessata spontaneamente al disegno anche se all’inizio ho esitato un po’ perché volevo diventare una cuoco. Ho passato 10 anni in un laboratorio di ceramica nel mio villaggio e credo che la passione per gli oggetti sia nata in quel momento.

Cos’è per te il design?

Il design è una professione versatile che risponde a diversi problemi: naturalmente estetici, ma anche funzionali, tecnici, economici, sociologici…
L’area di intervento è molto ampia: tutto il nostro ambiente può essere completamente progettato da un designer. Caratteristiche, queste, che rendono la professione difficile da definire precisamente.

Utile vs. bello o è possibile che i due aspetti vadano d’accordo?

“Utile e bello” è una buona e stringata definizione di ciò che dovrebbe essere il design.
I due concetti devono essere indissociabili e alla base di ogni progetto interessante.

Quando il design diventa emozionale?

Nel mio lavoro cerco di iniettare una parte emozionale reinterpretando segni, oggetti d’antiquariato, architettura in modo che tutti possano trovarci un ricordo, dare la propria interpretazione.

Un designer del passato ed uno contemporaneo che sono per te fonte costante d’ispirazione?

Ettore sottsass e Hector Guimard.

Di quale scuola, o visione del design, ti consideri erede?

Non so se ho ereditato una particolare visione del design però posso citarne alcune che mi colpiscono particolarmente come il gruppo Memphis o l’Art Nouveau.

I tuoi progetti sono un’apoteosi di linee curve e minimalismo. Cosa ti ispira nel tuo lavoro?

Cerco di lavorare su un registro formale e uno più materno, rotondo, felice. Reinterpreto elementi conosciuti con forme semplici e dolci.
Tutto intorno a me mi può ispirare: una passeggiata nella strada, un viaggio all’estero, la casa di mia nonna…

La lampada Binic che hai progettato per Foscarini si ispira alle maniche a vento delle navi e prende il nome da un faro in un piccolo porto della Bretagna, che è anche la tua terra d’origine. Vuoi raccontarcela?

Sono nata in Bretagna ed ho sempre amato il mondo marino e navale.
Quando Foscarini mi ha chiesto di riflettere su una piccola lampada coup de coeur ho voluto reinterpretare appunto le maniche a vento, quei camini che costellano i ponti delle barche mi hanno sempre incuriosito.
Trasposto in una piccola lampada da tavolo può richiamare un carattere, un faro personale, un piccolo proiettore… Ognuno vede quello che vuole.
Le sue piccole dimensioni e la sua vasta gamma di colori dona a Binic un’aria amichevole e allegra.

Com’è casa tua?

Vivo a Parigi, in un posto piuttosto piccolo. Mi sento come in un villaggio nel cuore della metropoli.
Il mio piccolo appartamento è anche il mio studio. Il mio spazio vitale è indistinguibile dalla mia area di lavoro.
Molto spazio è dedicato alla cucina, dove c’è un lungo tavolo circondato da molte sedie, diverse tra loro come in una vecchia casa colonica.
Il resto della casa è molto semplice, dallo spirito un po’ scandinavo.

Come immagini le case di chi compra Binic?

Quando sento parlare della Binic scopro che ha successo tra persone molto differenti, con case dall’arredamento altrettanto diverso.
Sono davvero felice di sapere che un mio prodotto possa colpire così tante tipologie di persone.

Prossimi progetti ai quali stai lavorando?

Ho la fortuna di lavorare su molti progetti e con aziende differenti tra loro.
Continuo la collaborazione con Foscarini. Sviluppo una collezione di borse per Nava Design. Lavoro sullo sviluppo di uno spazio nel nuovo campus di Le Havre in Francia. Partecipo ad un’esposizione per Kvadrat durante la prossima fiera del mobile di Milano. Sto preparando una nuova mostra presso la Tools Galerie per la fine dell’anno.
Ma ci sono anche progetti in corso per i Moustache, Super-ette, De Vorm, Miniforms, Sancal…

Grazie per la disponibilità, Ionna.

Grazie a te. Ciao!

Un messaggio

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