Dubito che non sappiate già dell’imminente, attesissimo appuntamento con Dissonanze, il più importante festival di musica elettronica – e non solo, viste le miriadi di contaminazioni – nel panorama italiano.
Se però siete da poco tornati da un viaggio interplanetario (con la mente, se non con il corpo) tanto vale che lo sappiate da noi, se non l’avete già letto da qualche altra parte.
Quest’anno, spalmati nei tre giorni di festival, alcuni appuntamenti imperdibili per gli amanti della techno e della musica elettronica più in generale anche se in effetti, visti gli ospiti, si fa fatica a racchiudere il tutto in generi e sottogeneri: di musica, si tratta. Di quella buona. Di quella che asseconda e potenzia il tuo stato d’animo del momento e continui ad ascoltare ancora e ancora, fino alla prossima folgorazione, al prossimo chiodo che scaccia l’altro chiodo, ma che poi ritiri fuori al cambio di stagione come fosse una giacca o una paio di scarpe di quelle che non invecchiano.
Per questa edizione tra i tanti (e bravi) ci sono un po’ di miei chiodi – alcuni che da poco ne hanno scacciati altri – ed altri ancora che da poco sono stati scacciati (ma torneranno ai primi freddi).
Tipo: Gonjasufi, Pantha Du Prince, Gil-Scott Heron, Neon Indian. E leggende sempreverdi come Jeff Mills.
Poi, ovvio, se mi piacesse tutto direi una cavolata. Jamie Lidell mi è sempre rimasto un po’ qua (forse non lo capisco), Vascellari pure (spero di non capirlo), Bertallot è rassicurante come i tortellini panna-prosciutto-piselli (che li butti giù senza porti troppo il problema di cosa stai mangiando).
Ad ogni modo, ce n’è per tutti.
Il programma lo trovate qua.