Ho gatti da sempre. Maschi, femmine, cuccioli e vecchie glorie. Alcuni stavano in giardino; l’ultimo in ordine di tempo invece vive in appartamento ed è nero come una pantera (e in effetti, viste anche le dimensioni, sembra più un felino adatto alla vita selvaggia che ad un monolocale).
Io, come chiunque abbia un gatto, so benissimo come comunicare con lui. Bastano la voce, lo sguardo, la coda (la sua) e il tatto. Ci vuole poco a capire cosa significa la coda che sbatte velocemente a terra o lo sbattere delle palpebre quando lo guardi negli occhi e gli dici il suo nome. Quindi immagino che questo strano apparecchio che vedete nella foto, il Meowlingual, sia effettivamente stato inventato per chi possiede un gatto ma non ha tempo di dargli le attenzioni che merita.
Credo che non faccia per me, quindi, ma sarei stato curioso di sapere cosa aveva da dire il mio Otto quando si è lanciato giù dal quinto piano, in piena notte, cercando di agguantare un piccione…
Via Pixelsurgeon