Sto perdendo il conto.
Delle riviste indipendenti a tema animali da compagnia, intendo. Che se uno non ha un minimo di conoscenza di quello che è il panorama attuale e di tutte le nicchie e nicchiette e sotto-nicchie sembra già una cosa da pazzi. Eppure ce ne sono: c’è Four&Sons che è sui cani e continua a sfornare numeri. C’è Puss Puss che mixa arte, moda e gattini e sull’ultimo numero ha addirittura Chloë Sevigny in copertina. C’è Cat People, anche questo micioso, che invece sembra essersi fermato alla prima uscita. E poi un più generico Pet People, che non fa distinzione di razze e che sta per uscire col terzo numero.
E siamo solo a quelli di cui ho parlato qui su Frizzifrizzi. Ché magari me ne sono persi altri, nel frattempo.
A ingrossare le pelose fila del gruppo è arrivato pure Dog, che dietro a un titolo essenziale e quasi sottotono nasconde una corposa prima uscita (lanciata scaramanticamente il 26 agosto, che nel Regno Unito è la giornata nazionale del cane) di oltre 150 pagine, alcune delle quali dedicate alla star di copertina, lo Stabyhoun, una razza autoctona olandese, una delle più rare al mondo.
Per il resto, tra personaggi più o meno celebri, rigorosamente cinofili, editoriali fotografici, interviste e brevi saggi, si parla di quella cosa senza odore (per noi umani, per loro, i cani, sì), senza suoni e invisibile allo sguardo che è lo strettissimo legame tra il cane e il suo padrone, il tutto in una rivista che come tutte le altre del “branco” ha la grafica giusta, la carta giusta, le foto giuste per essere messa in bella mostra in libreria o sul tavolino da caffè.