Lo strumento a cui si sceglie di affidare i propri pensieri, com’è noto, influisce in qualche maniera sul pensiero stesso, o comunque sul modo in cui esso lascia traccia di sé.
Un discorso orale, compreso quello affidato a un registratore, è completamente diverso da uno scritto.
Per quanto riguarda la scrittura, il mezzo ha effetto sul messaggio: dal ritmo che può dare la macchina per scrivere all’impalpabilità di una tastiera “touch”. Senza parlare del suono (o dell’assenza di esso) che produce il gesto della scrittura, il gesto stesso, il formato del foglio — stretto e orizzontale, stretto e verticale, rettangolo aureo, quadrato, virtualmente infinito come nel caso del computer — e i suoi confini, il mare calmo della pagina bianca vs. i binari precisi delle righe vs. la griglia dei quadretti.
E se su di una tastiera si procede saltellando, scrivere a mano su un quaderno a righe potrebbe invece assomigliare al passeggiare per strada su un marciapiede sempre uguale (la pagina bianca, invece, intimidisce e può indurre a procedere a tentoni).
Debbie Millan, che è docente, scrittrice, artista, designer, educatrice e ideatrice di stimolanti libri sul pensiero creativo, ha pensato di giocarci un po’ su questi sentieri della scrittura, andando a disegnare a mano le righe di un blocco note in modo tale da accompagnare chi scrive in un percorso in qualche modo più poetico, sicuramente inaspettato, stimolando intrecci, incoraggiando passi di danza, offrendo stretti viottoli oppure larghe ma ondeggianti strade, trasformando lo spazio a disposizione in una matassa.
Realizzato in collaborazione con Baron Fig (di cui parlai già qualche anno fa), il blocco si chiama Askew, viene presentato come un “confidente in edizione limitata” e si acquista online, disponibile in due versioni, quella con copertina blu-Bic e quella, ancora più limitata, con cover illustrata.
