«A differenza della maggior parte della pittura astratta precedente, queste opere non esistono tanto come oggetti da esaminare quanto come generatori di risposte percettive, di colori e relazioni esistenti solo nella visione; di forme, presenze e variazioni spesso completamente diverse dagli stimoli statici dell’artista. Queste esperienze soggettive, generate da contrasti simultanei, immagini residue, illusioni e altri dispositivi ottici, sono del tutto reali per l’occhio, anche se ogni osservatore risponderà ad esse in modo diverso».
Così William Seitz, all’epoca curatore del MoMA di New York, descrisse i capolavori che scelse e presentò nella seminale esposizione del 1965 intitolata The Responsive Eye.
La mostra — che comprendeva lavori di Josef Albers, Frank Stella, Max Bill, Ellsworth Kelly, oltre a un nutrito gruppo di italiani (il grande Enzo Mari, e poi Getulio Alviani, Alberto Biasi, Enrico Castellani, Ennio Chiggio, Toni Costa, Piero Dorazio, Edoardo Landi e Manfredo Massironi) — non fu la prima dedicata alla cosiddetta “optical art”, ma di sicuro fu quella che fece conoscere al mondo questo movimento di respiro internazionale, capace di spostare la bussola dell’arte astratta verso gli affascinanti territori degli studi sulla percezione visiva, e di mettere attivamente alla prova lo sguardo di spettatrici e spettatori.
L’influsso maggiore, la “op art” lo ha avuto probabilmente sulla grafica, e non solo su quella contemporanea all’ascesa del movimento all’interno del panorama dell’arte internazionale: griglie piene di contrasti cromatici, effetti moiré, pattern accecanti e ipnotiche geometrie sono ancora oggi una ricetta quasi infallibile per attirare l’attenzione su un prodotto, un manifesto, la copertina di un libro. Ed è proprio un libro — Optic, curato e pubblicato dalla casa editrice indipendente (oltre che fornitissima libreria) Counter-Print — a presentare alcuni tra i migliori esempi odierni di grafica in stile optical.
In 200 pagine, il volume raccoglie progetti da tutto il mondo, suddivisi per macro-categorie in base agli effetti e ai metodi utilizzati (Periodic Structures, Interrupted Systems, Relief, Impossible Objects, Diffusion, Illusory Contours, Figure-ground, Proximity, Isometric Illusion, Mixed) e accompagnati da alcune interviste a designer e studi grafici.
Uscito con tre diverse copertine — cambiano non solo i colori ma anche la grafica, che si “anima” in maniera analogica con un disco da ruotare —, Optic si acquista online.
Optic
Optical Effects in Graphic Design
Counter-Print, 2023
200 pagine