«Le lettere dell’alfabeto sono come persone nude che si incontrano e iniziano a vestirsi definendo il proprio carattere e la personalità con cui presentarsi ai propri lettori. Lettere minimali e organiche. Moderniste o futuriste. Espressioniste e brutaliste. Decostruttiviste o costruttiviste. Postmoderniste e metaboliste» scrive l’architetto, designer e illustratore Federico Babina, che in questi anni ha declinato correnti architettoniche e stili di alcuni dei più importanti nomi dell’architettura e del design in tutti i linguaggi possibili, contaminandoli col cinema e la musica, la pittura e la poesia, la botanica e la zoologia, la psicologia e l’ecologia.
Non di rado Babina ha puntato anche sulla tipografia — legata all’arte e al cinema, ma ha anche disegnato ideogrammi ispirati ai progetti di architette e architetti. Lui stesso definisce, a ragione, le lettere come «microarchitettura, una piccola struttura che si lega alle altre costruendo una città fatta di parole e significati con forme e stili differenti» e nella sua nuova serie Archifont le ha appunto “vestite” con caratteri tipografici ispirati alle opere e ai progetti di designer, architette e architetti che hanno segnato il ventesimo secolo.
Tutta la serie si può ammirare qui ed è accompagnata da un video.