Ikonthology: il compendio visivo delle icone immaginarie di Michela Graziani

Cinque anni fa la designer romana Michela Graziani ha intrapreso un lungo itinerario nel complesso, intricato, spesso misterioso e sfuggente mondo dei simboli. Da allora non è mai davvero riemersa da quell’abisso fatto di forme e metafore, di significati e significanti, ma in compenso è riuscita a portarne fuori diversi progetti, che si sono rivelati preziosissimi per tutte e tutti coloro che, nel proprio lavoro progettuale, possono ora utilizzare i tanti materiali prodotti durante la sua incessante — e forse interminabile — ricerca.
Tutto è iniziato con Symbolikon (ne ho scritto qui), una libreria digitale di simboli etnici ed esoterici sulla quale Graziani ha speso tre anni di ricerche e sudore, e che poi si è concretizzata grazie a una campagna di crowdfunding che ha avuto un notevole successo (è stata finanziata al 410%!).
In seguito è stata la volta di Fontikon (l’ho raccontato qui), con cui la designer è andata a toccare l’universo tipografico disegnando otto font d’ispirazione etnico-esoterica, pensati per videogame, poster, logo e siti web. Anche in questo caso la campagna di raccolta fondi è andata oltre le aspettative.

Da allora Graziani ha continuato a espandere la libreria di simboli — partita con 650, ora ne contiene più di 4000 — e parallelamente ha cominciato a lavorare a un terzo progetto, allargando il raggio di ricerca e di azione anche agli universi immaginari. Si chiama Ikonthology ed è la prima raccolta in assoluto del suo genere: una vera e propria enciclopedia visiva fatta di icone ispirate a personaggi, ambientazioni, azioni e situazioni provenienti da romanzi e graphic novel, da film, fumetti e videogame.

(courtesy: Michela Graziani)

«Le icone» spiega la designer, «sono le basi che tengono insieme la società moderna. Mentre guidi lungo una strada residenziale, sai istintivamente che un grande ottagono rosso significa “fermati” molto prima di essere abbastanza vicino da leggerlo. Mentre cammini lungo il marciapiede, capisci cosa significano gli omini verdi e rossi sul segnale di attraversamento prima ancora di fare un passo in strada. Ma i simboli sono molto più che segnali stradali. Sono presenti nella storia, nella mitologia e, soprattutto oggi, nella fiction moderna. Il lavoro e la ricerca che ho fatto sui simboli e le icone, negli ultimi anni, ha anche rivelato un semplice fatto: non esiste un posto dove trovare icone semplici ed efficaci che rappresentino personaggi e simboli immaginari». Soprattutto, non ce ne sono di talmente estese da andare a coprire molteplici generi e sottogeneri, né si trovano risorse con classificazioni, categorizzazioni e descrizioni chiare.
E laddove qualcosa che a lei per prima potrebbe servire per il suo lavoro non si trova, Graziani si rimbocca le maniche e la costruisce.

Ma con così tanti mondi e storie e opere che giocano in modo diverso all’interno di medesimi generi, come si fa a racchiudere tutto in un sistema di icone?
«La quantità» dice Graziani, «non deve andare a scapito della qualità. La fiction di genere contemporanea è la mitologia dell’era moderna, e proprio come i simboli antichi usati dalle culture di tutto il mondo, ciascuna delle immagini di Ikonthology sono visivamente ben distinte e immediatamente identificabili. E lo so perché i simboli lavorano a un livello quasi istintivo. Anche coloro che dicono di non essere coinvolti in nessun aspetto della cultura pop possono guardare al simbolo di un cavallo con un corno e pensare “Pegasus”».

(courtesy: Michela Graziani)

Andando ad attingere da molteplici fonti di ispirazione, Ikonthology si presenta come un sistema coeso e coerente, composto da più di 4500 icone raggruppate in quattro grandi famiglie — fantascienza, fantasy, horror e mystery —, a loro volta suddivise in numerose sottofamiglie: ad esempio per la fantascienza ci sono, tra le altre, cyberpunk, ecotopian, underwater world, post-apocalyptic; e nell’horror troviamo lo splatterpunk, il weird, l’hardcore, l’horror giapponese e molti altri sottogeneri.

Ogni icona è disponibile in diversi formati (svg, pdf, png e jpg) e in quattro varianti: light, bold, solid e duotone, cioè a due colori. Sono compatibili con i principali software — Photoshop, Illustrator, Sketch, Figma, ZBrush, Unity e Map — e concepite per essere utilizzate da progettiste e progettisti visivi, game designers, artiste e artisti, autori e autrici.

Anche questo, come gli altri progetti di Graziani, sarà finanziato attraverso una campagna di crowdfunding su Kickstarter, attiva da appena qualche giorno.

(courtesy: Michela Graziani)
(courtesy: Michela Graziani)
(courtesy: Michela Graziani)
(courtesy: Michela Graziani)
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