Complimenti d’Arredo: da Simone Capano una dichiarazione d’amore per il design, formato fanzine

Durante i quasi quindici anni passati davanti a questo stesso schermo, ho visto e a volte anche un po’ accompagnato, da lontano, la nascita e l’evoluzione di moltissimi nomi del design e dell’arte: studenti e studentesse che poi hanno vinto premi, firmato libri, fondato riviste, studi, agenzie; giovani talenti che sono riusciti a farsi strada; piccoli marchi che hanno fatto il salto nel mercato internazionale. In certi casi, quando ci si rincontra virtualmente dopo tanto tempo, mi sono sentito un po’ come la vecchia zia Ovidia, che è la sorella di mia nonna e abita a Roma. Io e lei ci siamo incrociati sempre e soltanto a salti di quattro, cinque, dieci anni per volta, e in ogni occasione, da come strabuzzava gli occhi e stentava a riconoscermi, devo essergli sembrato un alieno-mutaforma.

Ora sono io la zia Ovidia di Simone Capano, che è apparso per la prima (e finora) unica volta qui su Frizzifrizzi poco meno di dieci anni fa, nel novembre del 2011, da ventiquattrenne che aveva da poco cominciato a muoversi nel mondo dell’illustrazione, appena “reduce” da una laurea in architettura e ancora alle prese con gli studi in comunicazione visiva allo Iuav di Venezia.
Pochi giorni or sono, via Instagram, ci siamo incrociati di nuovo e l’alieno-mutaforma che mi sono trovato virtualmente davanti mi ha fatto una gran bella impressione. Lo stile dei suoi lavori è completamente cambiato. È diventato, appunto, il suo stile. L’unica caratteristica ancora riconoscibile, tra le vecchie illustrazioni che avevo visto e le nuove, è un evidente amore per gli oggetti e le loro forme, le superfici, i pattern. Amore che ha ammorbidito il suo segno, rendendolo più espressivo, più tridimensionale, più “tattile” e in movimento.

Simone Capano, “Complimenti d’Arredo”, autoproduzione, 2020 (courtesy: Simone Capano)

Nel frattempo Simone si è spostato come una trottola, lavorando all’estero come designer di siti web e app per smartphone in diverse agenzie, prima di tornare nella sua Sicilia, dove ora fa il grafico freelance e divide le sue giornate tra la collaborazione con il Ciao Ciao Studio di Palermo (altro incrocio, qui) e i suoi progetti personali.
Tra questi c’è il motivo del nostro ritrovarci dopo dieci anni, e cioè una fanzine che è una dichiarazione d’amore, su carta, per il design, oltre che un gran lavoro di reinterpretazione soggettiva di prodotti e progetti che solitamente siamo abituati a vedere fotografati, o comunque rappresentati “così come sono”.

In Complimenti d’Arredo — gioco di parole che evoca immediatamente sia il tema che la trama, ridotta all’osso, di questo libriccino autoprodotto — il design non è “così com’è” ma “così come lo sente” Simone.
«La grafica, il design, l’architettura, la moda sono ambiti che mi incuriosiscono e appassionano da sempre. È difficile per me concentrarmi solo su un aspetto, mi piace invece considerare l’atto della progettazione come frutto dell’ingegno umano in senso lato e di vederlo nella sua interezza, applicato ad ambiti diversi. La fusione di tutti questi elementi è la base da cui nasce Complimenti d’Arredo, una fanzine che vuole essere una celebrazione del design e un omaggio alla creatività e all’atto della progettazione», spiega lui.

Simone Capano, “Complimenti d’Arredo”, autoproduzione, 2020 (courtesy: Simone Capano)

La trama, come accennavo, è semplice e, se si trattasse di una struttura architettonica, non sarebbe un elemento (im)portante. C’è una bella casa, piena di cose belle, che riceve tanti, tanti, tanti complimenti dagli ospiti che la visitano.
A colpire sono appunto gli oggetti, le loro superfici, le texture. È il loro ruolo nello spazio. È, soprattutto, l’interazione fisica coi personaggi, a loro volta rivestiti di oggetti (gli abiti, le scarpe). Tutto è in costante movimento, grazie ai volumi e alle ombre, al destrutturarsi degli elementi.

«Al suo interno ho racchiuso solo una parte infinitesimale di quello che mi piace in termini di design d’arredo, architettura, artisti e designer che ammiro. Ce ne sarebbero molti di più e conto di espandere il progetto con altri numeri su cui sto già iniziando a lavorare», dice Simone, che per i disegni ha utilizzato grafite e gouache, «quest’ultima stesa molto spessa e opaca sul foglio, per fare in modo che l’effetto finale delle textures fosse “materico”».

Rilegato a mano con filo di cotone, Complimenti d’Arredo è in formato A5 ed composto da 24 pagine, stampate su carta naturale da 120 gsm, mentre la copertina è in carta da 300 gsm. Il bel font utilizzato è il Suisse Int’l di Swiss Typefaces.
Per acquistare la fanzine si può contattare direttamente Simone attraverso il suo sito o Instagram.

Simone Capano, “Complimenti d’Arredo”, autoproduzione, 2020 (courtesy: Simone Capano)
Simone Capano, “Complimenti d’Arredo”, autoproduzione, 2020 (courtesy: Simone Capano)
Simone Capano, “Complimenti d’Arredo”, autoproduzione, 2020 (courtesy: Simone Capano)
Simone Capano, “Complimenti d’Arredo”, autoproduzione, 2020 (courtesy: Simone Capano)
Simone Capano, “Complimenti d’Arredo”, autoproduzione, 2020 (courtesy: Simone Capano)
Simone Capano, “Complimenti d’Arredo”, autoproduzione, 2020 (courtesy: Simone Capano)
Simone Capano, “Complimenti d’Arredo”, autoproduzione, 2020 (courtesy: Simone Capano)
Simone Capano, “Complimenti d’Arredo”, autoproduzione, 2020 (courtesy: Simone Capano)
Simone Capano, “Complimenti d’Arredo”, autoproduzione, 2020 (courtesy: Simone Capano)
Simone Capano, “Complimenti d’Arredo”, autoproduzione, 2020 (courtesy: Simone Capano)
Simone Capano, “Complimenti d’Arredo”, autoproduzione, 2020 (courtesy: Simone Capano)
Simone Capano, “Complimenti d’Arredo”, autoproduzione, 2020 (courtesy: Simone Capano)
Simone Capano, “Complimenti d’Arredo”, autoproduzione, 2020 (courtesy: Simone Capano)
Simone Capano, “Complimenti d’Arredo”, autoproduzione, 2020 (courtesy: Simone Capano)
Simone Capano, “Complimenti d’Arredo”, autoproduzione, 2020 (courtesy: Simone Capano)
co-fondatore e direttore
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