Si chiamano Multis Taskum, Vox Potentus, Sensitivo Empathis, Effectivæ Managerum, Maximus Designex, Innovation Ideatis, Communicatorum Claritus, Versatilum Adaptæ e Purposo Careerus, ma i naturalisti e i classificatori lineani del passato se li sono fatti sfuggire e non li hanno inseriti in alcun Atlas o trattato di zoologia. A questa enorme lacuna ha posto rimedio il graphic designer e art director americano Mark Brooks, che ha finalmente dato un nome a queste bizzarre creature che trovano il loro habitat naturale negli studi creativi di tutto il mondo, cibandosi di brief, tenendosi alla larga dai temibili pessimi clienti e andando tutto il giorno a caccia delle inafferrabili buone idee.
Pensato per l’ultima edizione dell’annuale Adobe 99U Conference, tenutasi per la prima volta interamente online, il progetto Study of the Creative Specimens si è ispirato al tema della conferenza — che ogni anno raduna alcuni tra i migliori professionisti e le migliori professionista della comunicazione visiva di tutto il mondo —, e cioè “The creative self”, il sé creativo.
In collaborazione con lo studio spagnolo alademosca, Brooks ha realizzato illustrazioni che rimandano chiaramente alle tavole naturalistiche del ‘700/800 ma rappresentano creature ibride, quali sono, appunto, i designer.
Oltre alle immagini sono usciti anche dei video d’animazione, a cura di Peter Cobo e Jorge Artola di Hide Studio, di base a Madrid.
Le stampe, inoltre, sono in vendita. Prodotte dai losangelini di Paper Chase Press, si possono acquistare online.
