Candidi e puri, ma anche umidi, lucidi, roridi, dischiusi, accoglienti, contorti, pelosi: i fiori hanno sempre evocato metafore letterarie e visive relative all’eros e al sesso, da Saffo a Mapplethorpe, da Oscar Wilde a Nobuyoshi Araki.
Su questo solco, nel quale la storia dell’arte e della poesia incrociano la botanica, si colloca anche l’opera della fotografa Catherine Losing e del direttore creativo Robert Graves-Morris, entrambi britannici, che hanno lavorato insieme a un progetto chiamato Pornosynthesis.
Ispirato all’estetica pornografica ma interamente dedicato ai fiori, Pornosynthesis ne rappresenta la conturbante sensualità ritraendone lascivi dettagli, tra turgide protuberanze, morbidi petali, sgocciolanti boccioli e filanti stami.
In realtà, quelli che si vedono nell’immagini non sono veri fiori, ma le riproduzioni in argilla delle loro “parti private”, poi ritoccate al computer (da PT Retouch).
L’intero progetto è nato per un nobile scopo: raccogliere fondi per due associazioni dedicate alla protezione della natura e delle api — sempre più a rischio a causa dell’inquinamento — The Bee Cause e Friends of the Earth, ed è proprio a loro che andranno i proventi dalla vendita del libro, che è stato progettato dal designer Oreoluwa Ayoade, raccoglie tutte le foto di Pornosynthesis e si può acquistare online su Magma Books o nel negozio del Tate Modern, a Londra.
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