Oggi siamo abituati ad avere panorami aerei di ogni singolo angolino di mondo a portata di tasca, grazie alle foto satellitari, ai reportage realizzati dagli elicotteri e, più di recente, utilizzando i droni.
Fino a pochi decenni fa, però, ben pochi potevano permettersi di appendere in casa una fotografia “aerea” originale e, soprattutto nei primi del Novecento, questo era un settore per pochi, coraggiosi pionieri, come Leo White, neozelandese classe 1906, impiegato come messaggero per il servizio postale nazionale già da ragazzino, fotografo freelance durante l’adolescenza, fotogiornalista nei suoi vent’anni, apprendista pilota a 25, imprenditore a 29 e fondatore, nel 1941, a 35 anni, della Whites Aviation, compagnia che realizzava panorami aerei della Nuova Zelanda e pubblicava riviste dedicate all’aviazione.
White morì nel ’67, l’azienda continuò la sua attività fino al 1988 e nel frattempo gli scatti pubblicati dalla Whites Aviation vennero venduti in tutto il paese, raccolti in pubblicazioni o appesi al muro nelle case, nelle aziende, negli uffici pubblici.
La particolarità di molte di quelle foto era il fatto che fossero colorate a mano, una ad una.
Tra le “coloriste” della Whites Aviation c’era Grace Rawson, che cominciò negli anni ’50 e che ora, oltre mezzo secolo dopo, racconta e mostra il suo lavoro in un affascinante mini-documentario intitolato The Colourist e realizzato per Loading Docs, una serie di filmati dedicati alla Nuova Zelanda.