C’è una canzone, scritta nel’66 da Serge Gainsbourg per l’allora giovanissima France Gall, intitolata Les Sucettes, i lecca-lecca. E comincia così: Annie aime les sucettes / Les sucettes à l’anis, cioè “Annie ama i lecca-lecca, i lecca-lecca all’anice”.
Ma la canzone, che parlava sì di lecca-lecca, li usava solo come metafora, perché in realtà era un pezzo sui pompini (“quando lo zucchero d’orzo aromatizzato all’anice cola giù per la gola di Annie”—continua il pezzo—“lei è in paradiso”), come d’altronde dimostra il video, pieno di simboli fallici…
Narra la leggenda che una Gall appena diciottenne, nonostante avesse già collaborato col più dissacrante (e probabilmente geniale) tra i cantautori francesi, non avesse idea del vero significato del testo—vedi questo cut-up di interviste raccolte nel corso degli anni.
Un ingenuo candore che contribuì al successo del pezzo e che faceva divertire enormemente lo stesso Gainsbourg, come si può vedere benissimo questo duetto.
https://www.youtube.com/watch?v=7Nr0dUcrAU0
Ad ogni modo, da quel video del 1966 con le mega-sucettes che sembrano dildo o preservativi giganti, e portano su tutt’altro piano il già scandaloso lecca-lecca della Lolita di Kubrick, le iperzuccherose e appiccicose caramelle attaccate a un bastoncino sono indissolubilmente legate all’immaginario erotico maschile, e su quello giocano anche le foto che l’artista italiano Emanuele Ferrari ha scattato per il marchio francese Babines e per i suoi lecca-lecca fatti a mano su forme realizzate con la stampante 3D.
