Save the date | Snapshots: le “istantanee dipinte” di Dario Molinario e Miss Goffetown

“A quattro mani”, Dario Molinaro e Miss Goffetown, 2015
“A quattro mani”, Dario Molinaro e Miss Goffetown, 2015

L’istantanea—lo dice il nome stesso—serve a fissare l’istante, a congelare il momento, a prendere “appunti sulla realtà” nell’attimo esatto in cui questa si manifesta.

Da quando esiste la celeberrima Polaroid (anche se un brevetto americano di un apparecchio con camera oscura portatile, inventato da un certo Samuel Shlafrock, risale addirittura agli anni ’20), istantanea è sinonimo di fotografia istantanea, che trasforma immediatamente in ricordo—“storicizza”, ci spiega Barthes, trasformando da soggetto a oggetto—quel che sta davanti all’obiettivo.

Ma se invece di scattarla con un apparecchio fotografico l’istantanea la prendi attraverso la scrittura, il disegno, la pittura? Beh, in questo caso è impossibile catturare la realtà in tempo reale ma, pur perdendo la sincronia col mondo che ti scorre davanti, ne guadagni in fluidità e dinamismo quando si tratta di registrare il dialogo tra l’universo interiore e quello esterno. Perché non potendo contare su un otturatore che si apre per far entrare la luce e poi si chiude impressionando una pellicola o un sensore elettronico con “ciò che è stato” (di nuovo Barthes, e il suo “noema della fotografia”), la scrittura, la pittura, il disegno devono per forza partire dai movimenti dell’anima—se così vogliamo chiamarla.

“Con un unico gesto”, Dario Molinaro, 2015
“Con un unico gesto”, Dario Molinaro, 2015

E vedere gli snapshots dipinti da due artisti italiani come Dario Molinaro e Miss Goffetown (entrambi vecchie conoscenze di Frizzifrizzi), in mostra da sabato 5 novembre fino al 20 febbraio dell’anno prossimo presso Spazio Meme, a Carpi, in un’esposizione intitolata appunto Snapshots, mi ha dato molto da pensare.

Soprattutto, mi ha improvvisamente illuminato sul fatto che oggi le istantanee passano perlopiù attraverso smartphone e social network.
Abbiamo i telefoni pieni di selfie, di piatti che mangiamo, di panorami e viste banali o mozzafiato, di stranezze varie ed eventuali da postare a testimonianza di dove siamo/cosa facciamo/cosa ci piace/di cosa ci prendiamo gioco. E affidiamo ai social network il puntuale resoconto del nostro mondo.

“La signora che dà il cibo ai mici ha comprato un cane”, Miss Goffetown, 2015
“La signora che dà il cibo ai mici ha comprato un cane”, Miss Goffetown, 2015

Io ho la memoria dell’iPhone occupata da liste della spesa, copertine di libri catturate dalle vetrine e dagli scaffali delle librerie per ricordarmi quelli che prima o poi voglio comprare, schermate con frammenti di email, post di Facebook altrui e volantini per appuntarmi di scrivere un pezzo, mandare una fattura, rispondere a qualcuno. Ed è lì sopra, sulla tastierina “touch”, che provo a immortalare momenti con le parole.

Dario e Fulvia (Monguzzi, alias Miss Goffetown) con le loro opere invece mostrano tutta la profondità che un procedere lentamente, coi tempi dettati dalla pittura stessa, riesce a dare a un istante catturato. Eppure attraverso il segno riescono a comunicare l’urgenza dell’istante, lasciando fuori dalla rappresentazione tutto quel che non è necessario e aggiungendo, al contrario, quel che non è immediatamente presente “fuori” ma che nasce dall’elaborazione “dentro”.

“I limiti del solfeggio con quattro margherite che mancano all'appello”, Dario Molinaro, 2015
“I limiti del solfeggio con quattro margherite che mancano all’appello”, Dario Molinaro, 2015

La curatrice della mostra, Francesca Pergreffi, parla giustamente di «scatti che arrivano velocemente al nocciolo della visione», per quanto riguarda Miss Goffetown, e di «passaggio dal nitido all’abbozzo [che] conferisce alla composizione un’idea di qualcosa che velocemente ti appare nel presente ma che si sta già dissolvendo» a proposito di Dario Molinaro.

E il fatto che entrambi, che seguo su Facebook, postino poi sul social network di Zuckerberg le loro opere e i loro bozzetti non tanto come pura esibizione di quel che fanno quanto piuttosto come appunti sulla realtà che vivono, innesca un corto circuito molto interessante, corto circuito che verrà portato un gradino più in là da chi andrà a vedere la mostra, e—di appunto in appunto, d’istantanea in istantanea—fotograferà su smartphone, e posterà online.

[cbtabs][cbtab title=”INFO”]SNAPSHOTS
di Dario Molinaro e Miss Goffetown

QUANDO: 5 dicembre 2015 – 20 febbraio 2016
OPENING: 5 dicembre | 18,30
DOVE: Spazio Meme | via Giordano Bruno 4, Carpi (MO)
INFO: Facebook | [email protected]
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“E ridere bisogna”, Dario Molinaro, 2015
“E ridere bisogna”, Dario Molinaro, 2015
“La cultura cinematografica del porno è inclassificabile”, Dario Molinario, 2015
“La cultura cinematografica del porno è inclassificabile”, Dario Molinario, 2015
“Supermarchette”, Miss Goffetown, 2015
“Supermarchette”, Miss Goffetown, 2015
“Rasati”, Miss Goffetown 2015
“Rasati”, Miss Goffetown 2015
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