Se di musica in casa nostra se ne ascolta spesso (e si canta continuamente, come fossimo in un musical con testi dalle rime bislacche che spesso finiscono in -immia come scimmia, -acca come cacca, -accola come caccola), è da poco che ho iniziato a indottrinare mia figlia grande—7 anni—spiegandole pure cosa stiamo ascoltando, mettendoci un minimo di contesto e di storie (notevolmente supportato dalle vecchie puntate in podcast di Ritratti): il sottomarino giallo dei Beatles, l’amore supremo di Coltrane, il nervosismo di Johhny Cash a Folsom, i tamburi africani di Serge Gainsbourg, l’intelligenza artificiale dei Radiohead (dietro a OK Computer, tra l’altro, si snoda anche un pezzetto di vita familiare che parla del destino e di come mamma e papà si sono incontrati)…
Poi c’è il punk, mia grande passione giovanile. “La musica agitata”, la chiama mia figlia («papà, vorrei ascoltare un po’ di musica agitata»), che sta pian piano entrando nelle nostre playlist serali nonostante il buonsenso imponga di calmare gli animi dei piccoli via via che si avvicina l’ora della nanna.
E allora: Ramones, Television, Teenage Jesus & The Jerks, Iggy Pop, Black Flag, Clash, Sex Pistols (per quanto a papà-Simone non è che piacciano poi molto), Buzzcocks, Gang of Four, Stiff Little Fingers, Refused, Soft Boys, Cockney Rejects, i Kina in rappresentanza dell’Italia punkettona… Transitando dunque pure per i territori dell’hardcore, della no wave, dell’Oi! e del punk un po’ più commerciale.

Che il punk non sia obbligatoriamente “off limits” per i più piccoli, e che soprattutto non sia necessario tirarne fuori (magari inventandolo) il lato rassicurante o propinare robaccia che di punk ha solo l’estetica (rigorosamente offerta in forma di stereotipo “strano”/ridicolo) lo dimostra questo bel libro pubblicato dal piccolo editore Akashic Books, di base a Brooklyn, e intitolato What is Punk?
Scritto (in rima!) e ideato da Eric Morse—giornalista e ovviamente grande appassionato di questo genere di musica—e illustrato dall’artista californiana Anny Yi, che creato uno a uno tutti i personaggi e gli strumenti con la plastilina, What is Punk? riesce nell’intento—per niente facile—di raccontare il punk con estrema semplicità ma in modo tutt’altro che semplicistico, facendone assaporare ai più piccoli (è indicato dai 4 anni in su) la magia, la forza e la portata, capace di trascendere il mondo prettamente musicale andando a inserirsi all’interno della società solo dopo averla presa a martellate dal di fuori.









