Window-Shopping Through the Iron Curtain: le vetrine dell’era comunista

In un surreale, strampalato, ispiratissimo film di Antonio Rezza del ’96, intitolato Escoriandoli (su YouTube lo puoi vedere per intero), c’è una scena al minuto 17’12” in cui il protagonista, in uno scenario metafisico, entra in un negozio di scarpe e viene circondato da un gruppo di viscidi commessi che si fregano le mani sussurrando all’unisono quella che oggi gli strateghi del marketing chiamerebbero “key driver of business”, e cioè «cortesia, cortesia, cortesia…».
Vedendo la vetrina semivuota, il protagonista dice: «non vedo assortimento!».
E poco dopo, di fronte agli appena due modelli in vetrina: «c’è più manodopera che merce, questo è disfattismo!».

Ecco, questa scena — che nel film ironizza sui concept store, il lusso d’avanguardia, i “giovani imprenditori” — mi ha ricordato i primi viaggi oltrecortina che facevo da bambino, coi miei, nell’allora Jugoslavia, a Praga, o le foto che mio padre mi mostrava del suo viaggio a Mosca: vetrine spoglie, enormi banconi di legno con giusto qualche dozzina di uova esposte, magari un’intera famiglia dentro a un negozio dove c’erano meno prodotti che esseri umani.

Uno scenario, quello del commercio al di là del muro, in Unione Sovietica e nei suoi Paesi satellite, che il fotografo americano David Hlynsky conosce bene.
Classe 1947, cresciuto in una cittadina vicina a Cleveland, nel Midwest, negli anni ’80 Hlynsky fece il suo primo viaggio nell’Est Europa, invitato da un gallerista polacco che aveva visto i suoi lavori.
Giunto a Cracovia nell’86, il fotografo iniziò ad immortalare le strade e le (per lui) esotiche vetrine dei negozi, nonostante fosse sconsigliato farlo, soprattutto per un americano.

Da quello e da altri quattro viaggi tra Polonia, Cecoslovacchia, Russia, Ungheria, Bulgaria, Jugoslavia, con la sua Hasselblad Hlynsky ha realizzato circa 8000 immagini, una selezione delle quali è stata prima raccolta sul suo sito e proprio in questi giorni pubblicata in un bel volume edito da Thames & Hudson ed intitolato Window-Shopping Through the Iron Curtain.

Da mettere in libreria, se decidi di acquistarne una copia, insieme a questi altri due volumi: uno sull’arte, la grafica, la moda e il design oltre il Muro e una ristampa di un vecchio manuale di cucina sovietica.

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