Mimì Factory | SS2012

Poetica del buco. Che ti mostra quel che c’è sotto senza bisogno del mantra “trasparenza” (che può essere vera ma pure simulata: attraverso una miriade di buchi, ovvio). Il buco è radicale. Il buco è assenza, taglio. La trasparenza la puoi opacizzare: il buco lo devi rattoppare mostrando ancora di più la materia ferita, le sue cicatrici. Il buco è punk. Coraggiosamente irrimediabile, o quasi. E quando giochi con l’assenza parti da lì per costruire tutto quello che c’è attorno come ha fatto la nostra Ida Ruggiero, che nei ritagli (o buchi?) di tempo fa la contributor qui su Frizzifrizzi e il resto della sua giornata lo passa a far ricerca e ad immaginare, disegnare, realizzare le splendide collezioni con il suo marchio Mimì Factory che stagione dopo stagione percorre imperterrito la strada – piena di buche, non poteva che essere altrimenti – della sperimentazione.

La nuova collezione, quasi avesse lanciato una sfida all’estate in arrivo, è un tripudio di prese d’aria e tonalità fredde: tenute da combattimento contro l’afa che hanno dallo loro pure la benedizione divina, attraverso stralci di Bibbia che qua e là – in francese che suona meglio – ammoniscono il bollente signore degli inferi a starsene buono lì dov’è: almeno fino all’arrivo dell’inverno.

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