Tesori d’archivio: Typophonic e le migliori copertine “tipografiche” dei vinili

Shawn Hazen, come la maggior parte dei designer, ha la fissa per le copertine dei libri e quelle dei dischi, da decenni “luogo” ideale di sperimentazioni grafiche e tipografiche (se ci pensi una copertina è una strana intersezione tra elemento fisico, prodotto culturale e mezzo di comunicazione e marketing). Fissa che per molti, come pure per Hazen — che ha un passato di designer e art director per aziende prestigiose come Chronicle Books, Dwell Magazine e Apple, e che oggi vive a Chicago—, consiste nel girare per mercatini, bancarelle e negozietti a caccia di tesori, da archiviare in casa, da immortalare e postare sul web o più spesso entrambe le cose assieme.

Ai libri Hazen dedicò Bookworship, blog che non è più attivo da un paio d’anni ma che resta una grandissima risorsa per chi fa ricerca sulla grafica editoriale d’epoca.
Continua invece ad essere in pieno fermento Typophonic, che dal 2012 a oggi ha pubblicato quasi 400 copertine di vinili prodotti tra gli anni ’50 e gli anni ’80, tralasciandone il valore musicale per soffermarsi invece su quello tipografico.

Ci sono certamente dentro alcune delle pietre miliari della musica del Novecento — dopotutto per molti dei dischi che hanno fatto la storia il merito è anche della copertina — ma molti dei pezzi archiviati sono poco o per nulla sconosciuti, tra compilation pubblicate dalle case discografiche, dischi con cui venivano testati gli impianti, fondi di scatolone che rimangono per anni sugli scaffali dei negozi perché nessuno vuole.