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Nato nel 2004 a Barcellona e fondato da Albert Folch, Folch Studio è forse il miglior studio creativo spagnolo (e uno dei migliori a livello internazionale) del panorama contemporaneo, “responsabile” del design di alcuni tra i più interessanti progetti editoriali usciti negli ultimi anni — Apartamento, Metal, Tiger su tutti. Abituati ad aprire la strada piuttosto che percorrerne di già battute, quelli di Folch Studio operano in molteplici settori, dall’art direction alla grafica, dalla tipografia all’animazione, e negli anni sono riusciti a costruire un portfolio sorprendente (ed invidiabile).

Tra i loro ultimi progetti c’è Odiseo, progetto editoriale indipendente dedicato al tema dell’eros: 1000 copie in edizione limitata per 104 pagine di contenuti curatissimi ed immagini a tema.

Ce ne parla Rafael Martínez, che dello studio è direttore operativo e che sono riuscito a intervistare, non senza qualche difficoltà visti i molteplici impegni della squadra creativa di Folch.

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Odiseo

Siete una delle più importanti agenzie creative spagnole, con attività che spaziano dal visual, al web design, all’editoria, alle mostre. Avete lavorato all’art-direction per riviste come Apartamento, Metal e Tiger. Come mai ve ne siete usciti con un magazine erotico?

È già da un po’ che pensavamo di fare qualcosa di erotico… quasi cinque anni. Di solito diamo modo alle idee ed ai progetti di maturare, di prendersi il loro tempo. La nostra giornata lavorativa, in studio, è piuttosto impegnativa e non possiamo sempre metterci a lavorare su tutto ciò che ci passa per la mente: abbiamo bisogno di tempo e di energie. Ad ogni modo un anno e mezzo fa il progetto Odiseo ha iniziato a svilupparsi e lo scorso settembre abbiamo finalmente pubblicato il primo numero.

Il nome immagino l’abbiate preso da Omero.

Sì, volevamo rivendicare le origini della nostra cultura occidentale, in un momento storico in cui i Paesi europei “periferici” hanno una sorta di cattiva reputazione…
Lo stesso Ulisse ci piace come personaggio, uno che non si arrende davanti al canto delle sirene. Sappiamo che i nostri lettori apprezzeranno il magazine non solo per il suo contenuto erotico ma anche per l’impegno nella selezione e nello sviluppo di saggi, interviste ed articoli.

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Nel panorama delle riviste erotiche dove collochereste Odiseo?

Non consideriamo Odiseo un rivista, anche se il concetto non è magari facile da afferrare guardando soltanto il primo numero… Preferiamo che venga considerata come una pubblicazione erotica: periodica, limitata e diretta ad un pubblico che possa apprezzare i suoi contenuti. Odiseo dovrebbe diventare una sorta di oggetto del desiderio che i nostri lettori possono gustare. Quest’obiettivo diventerà più chiaro quando introdurremo alcuni cambiamenti nel formato e nei contenuti.

Pensate che ci sia richiesta per un prodotto editoriale di questo tipo?

Crediamo di sì. Ma lo scopo non è aumentare il numero di copie, crescere in maniera indefinita, quanto piuttosto cercare una sorta di “universo specifico” dove sentirci a nostro agio senza perdere in freschezza ed indipendenza.
Nell’era del digitale il problema non è tanto la fine della stampa ma più che altro il modo in cui si sceglie di raccontare una storia, il tipo di supporto che utilizzi, come ti relazioni con il lettore quando gli proponi il tuo progetto, come pianifichi la sua commercializzazione, la vendita, le spedizioni. Ecco ciò che sta cambiando. Pensiamo che il mondo editoriale sia in una fase di riorientamento e crediamo sia un buon momento per dare il via ad una realtà come Odiseo.
Per noi ciò che è interessante e nuovo in Odiseo non è solo il contenuto in sé ma il suo posizionamento come prodotto editoriale. Ecco dov’è che cerchiamo di innovare.

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Chi è il lettore di Odiseo?

Non c’è una scienza esatta a riguardo, ci muoviamo a istinto. Apprezzeremmo molto se, essendo una pubblicazione dal contenuto erotico diretta soprattutto ad un pubblico maschile, potesse comunque interessare anche altri tipi di pubblico. Crediamo ci sia un tipo di lettore intelligente e capace di considerare non solo la natura erotica ma anche i contenuti che abbiamo scelto, in grado anche di capire i motivi, le politiche delle nostre scelte. Sappiamo che c’è un crescente numero di lettori che spontaneamente, da tutto il mondo, vogliono acquistare libri e riviste online, senza intermediari. Questo è ciò che ci ha incoraggiato, in ultima istanza, a portare avanti il progetto.

Parliamo di eros. Cos’è erotico per voi?

Erotico è un odore, un movimento, uno sguardo, un gesto, un sapore… Questo è il punto di partenza, lo stesso da cui è poi nato Odiseo.
La complessità di un approccio editoriale al tema è enorme. Sta a noi comunicare questa sottile interpretazione del termine erotismo. Stiamo focalizzando i nostri sforzi per raggiungere una finezza che crediamo sia essenziale per il progetto. E stiamo lavorando proprio sul formato, il design, la stampa del prossimo numero.

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Internet ha reso la pornografia, di ogni tipo, raggiungibile da chiunque. E gratis. Tra i contenuti “mainstream” ci sono tante nicchie (parlo dei feticismi più assurdi, di gente che si eccita con donne incinte, vecchie, peluches, gente che fuma, animali… addirittura formiche!). Se l’eros è strettamente connesso all’immaginazione a cosa pensate sia connesso il porno di stampo fetish?

Credo che entrambe le cose, erotismo e pornografia fetish, mirino a raggiungere lo stesso risultato: il piacere…

Cosa pensate della possibilità di leggere le riviste su un tablet? Odiseo sarà mai disponibile in versione digitale?

Al momento non abbiamo in programma di fare una versione digitale. Ci piace l’idea di condividere una pubblicazione, un oggetto del desiderio del quale esistono in giro per il mondo soltanto un numero limitato di copie. Anche se non chiudiamo la porta in faccia alla possibilità di un supporto digitale, non è comunque una cosa sulla quale lavoreremo da qui all’immediato futuro.

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Oltre alle riviste avete prodotto pure tantissime fanzines. Qui in Italia c’è una sorta di “rinascimento” del fenomeno, sebbene il background sia totalmente diverso che in passato: negli anni ’70/’80 le fanzines erano soprattutto politiche o riguardanti il fumetto. Ora c’è un nuovo interesse per il self-publishing ma è più orientato verso l’arte e la cultura. In Spagna è lo stesso?

Credo che quello che stia capitando, non solo in Italia o in Spagna ma in tutto il mondo, sia un fenomeno spontaneo. La gente vuole condividere store originali, vere, oneste attraverso un supporto che ha “memoria”, come la carta, che invecchia e diventa parte di te, della tua vita.

La vostra estetica editoriale è molto riconoscibile ed imitata — basta guardare all’ultima ondata di magazines indipendenti per capire quanto il vostro lavoro di art-direction abbia influenzato il panorama editoriale, tanto da poter essere considerato come una sorta di pietra miliare…
Cosa pensate quando trovate l’ennesima rivista “cool, hipster, indie” pesantemente ispirata al vostro lavoro?

Pensiamo di essere sulla strada giusta — la nostra strada — e facciamo tesoro del fatto che il nostro lavoro sia di ispirazione per gli altri. Noi continuiamo a lavorare su nuove idee, nuovi formati a nuove estetiche. Senza mai guardare indietro…

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