Fuorisalone: Puma – Kehinde Wiley Exhibition

Narra la leggenda (ovvero il comunicato stampa) che Kehinde Wiley, figlio di un’afroamericana ed un nigeriano, non abbia mai conosciuto suo padre e che a 20 anni sia volato da Los Angeles fino in Nigeria, dove finalmente lo incontra e gli dedica una serie di ritratti.

Da allora l’Africa non ha mai smesso di entrare ed uscire dalle sue tele che, per gli sfondi sontuosi, le pennellate precise come un bisturi e le pose dei suoi soggetti, sembrano ritratti di antichi re ed imperatori. Del calcio, in questo caso, visto che i soggetti dei quadri esposti presso lo showroom Puma, sono Samuel Eto’o del Camerun, John Mensah del Ghana e Emmanuel Eboué della Costa d’Avorio, che Wiley ha voluto conoscere nei loro rispettivi paesi, prima di prendere i pennelli e ritrarli con il suo inconfondibile stile mentre indossano la divisa Unity, una limited edition creata da Puma come terza maglia per le squadre africane (il brand tedesco ne sponsorizza 12, cinque delle quali entrate nella fase finale).

Insieme alle tele, l’ultima collezione Puma realizzata in collaborazione con Wiley, che ho anche avuto modo di conoscere, whisky in mano (lui, io sono diventato tossico di Disaronno e ginger ale) durante l’opening.

La mostra rimarrà aperta fino al 18 aprile in via Tortona 37 (vedi mappa).

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