Il Babau in tutte le culture del mondo

Molti anni fa mia nonna mi raccontò che le streghe, un tempo, cioè quando lei era piccola, esistevano davvero. Le si incontrava tra i campi, dopo il calar del sole, e allora bisognava correre a casa a gambe levate «perché loro i bambini se li portavano via». Poi, sempre secondo lei, a un certo punto sarebbero scomparse nel nulla. «Non so dove sono andate» mi disse, «ma oggi non le vede più nessuno». Fece una lunga pausa, rimasticando — si capiva — qualche lontano ricordo, e poi aggiunse: «però l’Uomo Nero, quello c’è ancora». Altra pausa. «E io una volta l’ho visto».
Mi narrò quindi il suo incontro (nonna, che ha quasi novant’anni e ha sempre avuto una certa difficoltà a leggere e a scrivere, possiede tuttavia un invidiabile talento da narratrice, e io, che all’epoca ero appena un ragazzino, cominciai a sentire i brividi lungo la schiena). Andò così: lei e il suo giovane fidanzato, che poi sarebbe diventato mio nonno, stavano passeggiando giù per la collina in mezzo al grano ormai alto e dorato, quando apparve, poco lontano, un’alta figura scura. Nessuno dei due riuscì a vederlo in faccia, ma entrambi sapevano che “lui” li stava osservando. «Non era un uomo» mi spiegò. «Non un uomo come noi» aggiunse, «e aveva un grande cappello nero». Con le mani mimò le grande falde del cappello, larghe come quelle di un sombrero.
«Chi sei?» urlò allora mio nonno. La creatura non rispondeva, ma lentamente avanzava verso di loro. «Chi sei?» ripetè. Niente. Non il minimo rumore.
Loro iniziarono a correre, senza fiato, su per la collina. Entrarono in casa di mio nonno. Lui disse a lei di restare lì e prese il fucile, quindi scese di nuovo giù a cercare quell’essere, che però era svanito nel nulla.
Basta. Finita. Non successe niente di niente, eppure quel racconto — che lei continua ancora oggi a giurare e assicurare essere tutta la verità e nient’altro che la verità — si stampò nella mente. La “vedevo”, quella figura col cappello vestita di nero. E per me rimase l’incarnazione dell’Uomo Nero (con una silhouette piuttosto simile, in effetti, a quella dello Slender Man, considerata una sua variante moderna, dell’era del digitale e dei meme), quello che nella ninna nanna ti tiene un anno intero, regolarmente evocato da nonne e zie come spauracchio, ma che fino a quel momento non aveva mai assunto, nel mio immaginario infantile, una forma definitiva.

(tutte le immagini, courtesy: TheToyZone)

L’Uomo Nero e il Babau — che nel variopinto folklore italiano sono spesso interscambiabili — assumono, nei racconti della tradizione, molte forme. E quanto più il loro aspetto è vago, appena accennato, tanto più spaventano. Quando è l’immaginazione a dover completare il “quadro”, ecco che vengono a galla le paure più recondite di ciascuno. Questo vale per le tante varianti regionali di questa creatura così come per gli altri paesi: praticamente ovunque, infatti, esiste un suo corrispettivo. Il più celebre è probabilmente il Bogeyman (o Boogeyman) della cultura anglosassone, la cui origine, come il nostro Babau (c’è spesso assonanza nel nome di questi mostri), è pressoché ignota e quasi sicuramente molto antica. Ma ce ne sono a centinaia, dall’America del Sud all’Estremo Oriente, dai paesi nordici all’Africa più profonda.

In occasione di Halloween, Il sito TheToyZone, specializzato in recensioni di giochi e giocattoli, ha affidato all’agenzia creativa britannica NeoMam Studios il compito di identificare le varie versioni, provando anche a dar loro un corpo attraverso l’illustrazione.
«Ai fini di questa ricerca» spiegano da NeoMam Studios, «abbiamo definito il Boogeyman come una creatura della quale i genitori raccontano storie ai bambini per impedire loro di comportarsi male, essere cattivi o fare cose che potrebbero arrecare loro danno. Se un paese ha più creature che corrispondono a questa descrizione, è stata scelta la creatura che più si avvicina a questa descrizione o la creatura leggendaria più conosciuta/famosa. Se un paese non ha un mostro che corrisponde a questa descrizione, è stata scelta una creatura che fa paura o prende di mira i bambini nei racconti popolari. Alcune creature trascenderanno i paesi a causa di culture simili. In questo caso, è stato cercato un altro Boogeyman. Laddove non siano state trovate creature che corrispondessero alla descrizione del Boogeyman, è stato utilizzato l’originale Boogeyman trovato in altri paesi».

Il risultato è una serie di mappe e decine di mostri oscuri, che da secoli inquietano bambine e bambini di tutto il mondo, e magari appaiono in mezzo ai campi di grano alle coppiette che cercano un buon posto per “imboscarsi”.


N.B. Per il Messico, inizialmente, come creatura era stata identificata La Llorona. In seguito a diverse segnalazioni di persone messicane, TheToyZone e NeoMam Studios l’hanno poi sostituita, sulle mappe, con El Coco.

co-fondatore e direttore
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